Champions, la Roma può qualificarsi con un risultato pazzesco: 3 motivi per crederci

Jurgen Klopp non si fida e, nonostante l'euforia per i 5 gol segnati ad Anfield Road nell'andata della semifinale di Champions, avverte: "Al ritorno sarà tutto diverso". De Rossi e Fazio rilanciano: "Non è ancora finita, daremo tutto. Dobbiamo provarci ancora come fatto col Barcellona". Poi rivedi la partita e capisci che i Reds hanno intensità, aggressività, capacità di fiondarsi negli spazi, qualità e tenacia che i blaugrana all'Olimpico avevano lasciato nello spogliatoio. Non tutto è perduto, le 2 reti (Dzeko su azione, Perotti su rigore) hanno lasciato accesa la fiammella della speranza e qualche sbavatura in difesa degli avversari testimonia come non siano invulnerabili. Il risultato necessario e migliore per la qualificazione e volare il finale? Ripetere il 3-0 rifilato agli spagnoli.
Eusebio Di Francesco, a margine di una serata tremenda, scandita dalla furia di Salah, è stato chiaro: "Deve esserci il fatto di crederci ancora e non parliamo di miracoli. Come abbiamo fatto col Barcellona ci dobbiamo credere col Liverpool anche se ha caratteristiche differenti. Chi non ci crede può restare a casa". Orgoglio, forza di volontà, preparazione tattica, energie fisiche e mentali (oltre a un pizzico di fortuna): servirà tutto nel ritorno confidando in un'altra serata ‘magica' per i capitolini. Ecco tre buone ragioni perché la missione diventi possibile.
- Se Dzeko ingrana le marce alte. In Champions l'attaccante bosniaco si esalta. Era successo a Stamford Bridge contro il Chelsea (nella fase a gironi), si è ripetuto a Barcellona tenendo in piedi la Roma con quel gol risultato decisivo per la qualificazione al ritorno. L'ex Manchester City ha segnato 7 reti in questa edizione della Coppa (oltre a 3 assist), 4 nelle ultime 4 partite contro Shakhtar, Barcellona (andata e ritorno) e Anfield Road. A Liverpool ha aperto una breccia nel finale assieme a Perotti, cui va dato il merito di aver mantenuto la giusta freddezza nel realizzare il rigore che ha accorciato ulteriormente le distanze.
- Il fattore campo per ripetere l'impresa col Barça e vendicare il 1984. Dopo il 4-1 del Camp Nou in pochi avrebbero scommesso sulla vittoria della Roma e sul passaggio del turno. Eppure è successo: 3-0, con gol di Manolas arrivato quando i catalani credevano che – nonostante tutto – se la sarebbero cavata per il rotto della cuffia. L'Olimpico sarà tutto esaurito per la sfida coi Reds e resta una sorta di fortezza per i giallorossi che in casa non hanno mai perso (4 vittorie, 1 pareggio con l'Atletico Madrid) né subito reti.
- Il Liverpool è una corazzata quando attacca, non quando difende. E' forse proprio questa la crepa nella quale andare a colpire, il punto debole di una formazione – quella di Klopp – che sa essere devastante quando attacca potendo contare su un tridente fortissimo (Firmino, Salah, Mané). I primi venti minuti del match e gli ultimi dieci (ma l'egiziano era uscito e l'effetto rilassamento sul 5-0 ha rischiato di rovinare tutto) tengono un varco aperto. Karius non è un portiere insuperabile e non sembra trasmettere la giusta tranquillità ai compagni. Lovren non è un colosso, Alexander-Arnold e Robertson non eccellono per vocazione difensiva.