C’è il Mondiale in tv e in Brasile si lavora meno con la scusa del fuso orario

Il Brasile durante i Mondiali di calcio si ferma, non è una novità di quest'anno; quello che colpisce è che questa volta il fuso con la Russia, di 6 ore e quindi particolarmente significativo, colpisce in maniera importante la produttività del paese dell'America Latina e, secondo uno studio della Statista Research, vuol dire che nessun paese come quello carioca si calerà la sua produzione di più durante questo mese di calcio mondiale.
L’attesa per l’eventuale "hexa", ovvero il sesto titolo per la Seleçao, è altissima e l’obiettivo mondiale che manca da ormai da 16 anni, ultimo titolo della nazionale brasiliana risale al 2002 in Corea e Giappone, fa crescere ancora di più l'attesa. La chiusura di molti esercizi commerciali e la presenza facoltativa sul posto di lavoro sono già una tradizione ben consolidata nel mese del torneo mondiale quando è in campo la Seleçao ma questa volta ci sono ben 64 ore e mezza di partite al lavoro: una cosa mai successa prima.
Il peggior fuso orario possibile
Il calcolo fatto da questo osservatorio è piuttosto semplice perché basta sovrapporre gli orari delle partite con quelli da ufficio: a Rio de Janeiro o San Paolo 64 ore e mezza sulle 96 di una normale giornata lavorativa cadranno quando ci sono le partite della Coppa del Mondo. Al secondo posto c’è New York con 60 ore e, di conseguenza, tutta la costa Est degli Stati Uniti ma lì non è un grande problema perché l’interesse è limitato per il calcio e la nazionale americana non si è qualificata per Russia 2018.
Cosa succede in Europa, in Asia e in Oceania?
In Europa va meglio: 36 ore di partite a Londra e quasi 31 nel fuso orario italiano si giocano durante l’orario di lavoro. Non ci sono problemi per chi vuole vedere le partite della Coppa del Mondo dato che a Shangai, Tokio e Melbourne le partite le vedranno tutte quando lì è notte.