Cavani vede Napoli e poi… “dipende solo da lui”, azzurri pronti ad accoglierlo
Ascoltare il cuore, dire sì, mettere assieme le cose e tornare a Napoli. Chissà se Edinson Cavani ci sta pensando per davvero. Chissà se la pazza idea lo stuzzica. Anche mercoledì sera ha finito col pestare i piedi di Neymar: lo ha fatto letteralmente – sia pure in maniera involontaria – quando gli ha rifilato un calcione sulla caviglia nel tentativo di battere a rete. Segnale chiaro: quei due là davanti convivono da separati in casa, hanno sotterrato l'ascia di guerra e si rispettano ma tra di loro non ci sarà mai feeling. Difficile per il brasiliano accettare che ci sia qualcuno che ne oscuri la stella: è così con il Matador come con Mbappé, con la differenza che il ragazzo è l'enfant prodige di casa, campione del mondo, è più giovane e forte, coccolato abbastanza dalla proprietà da indurre O Ney a evitare colpi di testa.
Al massimo lo irride facendogli tunnel in allenamento… e un po' rosica se pensa che a 19 anni può soffiargli quel Pallone d'Oro che finora gli è stato precluso perché se hai davanti due ‘marziani' come Cristiano Ronaldo e Lionel Messi puoi solo accontentarti del podio. E, ironia della sorte, a essere decisivo contro i partenopei è stato Angel Di Maria, il ‘fideo' che ha tirato fuori dal cilindro una magia delle sue regalando un pareggio insperato al 93°. Neymar, invece, la porta non l'ha mai vista. Cavani sì ma la mira non è stata quella del cecchino, ridimensionato in parte dalla marcatura di Maksimovic, in parte dalla capacità tattica del Napoli di Ancelotti di disinnescare quel tridente che alla vigilia toglieva il sonno.
Baci e abbracci, strette di mano e un sorriso di compiacenza. Per il Matador è stata una serata speciale e un po' gli verrà il magone tra qualche settimana quando metterà piede di nuovo al San Paolo per una partita decisiva ai fini della qualificazione agli ottavi di finale. Per il Paris Saint-Germain perdere a Napoli equivarrebbe a mettere un piede fuori dalla Champions. E Cavani conosce bene quale tipo di accoglienza attende i francesi: in quello stadio a Yaya Touré del Manchester City tremarono le gambe, il Chelsea uscì sconfitto e lui – Edinson – era dall'altra parte della barricata a raccogliere l'ovazione del pubblico che ‘un giorno all'improvviso' si ritrovò nella dimensione europea delle notte magiche.
Il 6 novembre tornerà in quell'impianto che sarebbe pronto a osannarlo di nuovo. De Laurentiis gli ha lasciato la porta aperta: a certe condizioni economiche (non lo stipendio attuale da oltre 10 milioni di euro) si può anche ipotizzare un Cavani bis in azzurro nonostante l'età e la politica societaria che finora mai ha contemplato ritorni oppure investimenti su calciatori un po' in là negli anni.
Il gradimento per un giocatore del genere c'è e non solo da parte mia – ha ammesso il direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, ai microfoni di Sky Sport -. Dipende solo da lui. Le nostre porte sono aperte. Ma io non sono il Qatar, per cui se non vuole giocare per il Psg e si riduce l'ingaggio, si può trovare un accordo con la dirigenza francese perché nessuno vuole tenersi un giocatore insoddisfatto. Non ha più 24 anni ma è un calciatore integro che può giocare fino a 38 anni.