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Capello e Russia: accordo consensuale per la rescissione

Dopo i problemi con gli stipendi arretrati, gli scarsi risultati e le minacce d’esonero, per il tecnico italiano si conclude l’esperienza da Ct della Russia dopo aver trovato un accordo e una rescissione consensuale del contratto. Andrà via con un indennizzo di 15 milioni di euro.
A cura di Alessio Pediglieri
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Doveva finire con il divorzio e divorzio è stato: l'avventura russa per Fabio Capello si è conclusa con la rescissione del contratto da CT dopo tre anni sulla panchina della Russia. Il tecnico italiano ha trovato l'accordo con la Federazione per la rescissione consensuale del contratto dopo mesi di tensioni e di trattative. Un addio che porterà nelle tasche dell'ex ct la cifra di 15 milioni di euro quale indennizzo per la risoluzione dell'accordo. A darne notizia è la stampa russa, la palla passa adesso al Consiglio Federale che spiegherà le nuove scelte tecniche attorno alla Nazionale.

Capello era stato ingaggiato dalla Russia nel 2012, con l'obiettivo di portare la nazionale prima ai Mondiali in Brasile nel 2014 e poi a quelli del 2018 che si disputeranno proprio in Russia. Il primo obiettivo è stato ampiamente raggiunto, anche se poi la partecipazione a Brasile 2014 non è stata positiva, con la Russia eliminata nella fase a gironi. Forse c'è stato anche quello nella rottura dei rapporti tra il tecnico e la Federcalcio sovietica. L'idillio fra Capello e la Russia si era ormai incrinato da tempo e la diatriba legata al pagamento degli stipendi ne era stato semplice emblema. "Già dieci-quindici giorni fa vi avevo chiesto di lasciarci lavorare – ha commentato sui media russi il Ministro dello Sport, Vitaly Mutko – Perché è una situazione complicata che va risolta con calma. Stasera o domani, il presidente della Federazione Nikita Simonyan dirà tutto".

Un tentativo per riportare tutto in ordine era stato fatto con l'intervento del magnate russo Usmanov che aveva messo una pezza alla situazione stipendi. Ma a compromettere i fragili rapporti sono stati anche i risultati non esaltanti nelle qualificazioni agli Europei del 2016, in particolare la sconfitta con l'Austria lo scorso giugno, che ha messo in salita il cammino della nazionale russa e ha dato il colpo di grazia a un rapporto che era già tenuto in piedi con un filo.

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