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Caicedo apre, Strakosha chiude: Udinese al tappeto, Lazio in corsa per la Champions

I biancocelesti battono l’Udinese nel recupero della 25esima giornata di Serie A ma mostrano due volti nel corso della stessa gara. Un volto convincente e maturo in avvio contro una distratta e svagata versione dei friulani, con i padroni di casa in controllo delle operazioni e bravi a chiudere tutto in appena 24’ di gioco. E poi superficiale e molle nella ripresa con Strakosha, al 52’, bravissimo a frenare De Paul su rigore e a cancellare velleità di rimonta bianconere.
A cura di Salvatore Parente
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La Lazio batte per 2-0 l’Udinese nel recupero della 25esima giornata di Serie A riaccendendo una flebile ma comunque viva fiammella Champions. Che, ora, dista 3 punti dai 55 sin qui raccolti dal Milan, avversario pochi giorni fa al ‘Meazza’. I biancocelesti, specie nella prima parte di gara, sono troppo per questa distratta e svagata versione dei friulani con i padroni di casa in controllo delle operazioni sin dalle battute iniziali e pure bravi a chiudere tutto, stante le pesanti assenze di Correa e Luis Alberto, in appena 24’ di gioco con il gol di Caicedo prima e l’autorete di Sandro poi ad indirizzare il match dell’Olimpico.

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Che, poi, si fa più complicato per Inzaghi e soci costretti a subire il ritorno dei friulani e ad annullare il penalty del possibile 2-1 in un secondo tempo di chiara matrice bianconera. Sugli scudi, Caicedo, Strakosha e Milinkovic-Savic, oltre ai positivi Immobile e Romulo, male, invece, Musso, il #10 De Paul, lo sfortunato Sandro e, più in generale, l’atteggiamento corale degli ospiti all’alba della partita.

Primo tempo

Acerbi a sinistra, Luiz Felipe da centrale. La Lazio col pallino del gioco in avvio

È un avvio particolare. La Lazio, priva della fantasia degli assenti Correa e Luis Alberto, si affida in attacco alla fisicità di Caicedo in appoggio alla punta Immobile, all’estro da mezzala di Milinkovic-Savic ma anche a un gioco costruito con contezza e precisione dalla retroguardia. E così, Simone Inzaghi sposta Acerbi sul centro-sinistra, posizione già peraltro provata dall’ex Sassuolo in Europa League in diverse occasioni, con Luiz Felipe, più tecnico e con maggiori geometrie, al centro. Per una scelta intelligente che rivela subito i suoi effetti con i padroni di casa, lungo l’asse con Lucas Leiva, padroni delle operazioni per i primi 15-20’ di gioco. Impreziositi, poi, da un colpo di testa di Immobile al 2’ e da un pericoloso mancino di Caicedo al 15’. Prove generali del gol.

il possesso palla finale di Lazio (a sinistra) e Udinese (a destra) (whoscored.com)
il possesso palla finale di Lazio (a sinistra) e Udinese (a destra) (whoscored.com)

Udinese di rimessa: traversa di Badu e poi i gol di Caicedo e l’autorete di Sandro

Dopo il positivo avvio della Lazio, l’Udinese sembra prendere le misure agli avversari con la fisicità in mezzo al campo di Badu e Sandro e l’impostazione di Mandragora. Anche se il canovaccio della partita non pare cambiare di molto: biancocelesti propositivi, friulani in attesa. Eppure, al 19’, sono proprio gli ospiti a sfiorare il vantaggio con un colpo di testa dell’ex Bursaspor Badu, su traversone destro di De Paul, che si stampa sulla traversa di Strakosha. Ma l’occasione non spaventa Parolo e compagni che, invece, innestano le marce alte e nel giro di cinque giri di orologio piazzano l’uno-due vincente. Dapprima, con un grande duetto nello stretto fra Immobile e Caicedo, con quest’ultimo bravo e rapido a infilare Musso sul primo palo, e poi con una sfortunata autorete di Sandro che, pochi minuti più tardi, su corner di Romulo, si trova il pallone sul destro per un comodo e beffardo tap-in. Tutti lisciano, portiere argentino compreso, tranne lui che, però, se la butta nella propria porta.

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Badu ci prova, la Lazio è superiore e legittima il vantaggio. Musso da horror

Il primo tempo, chiuso sotto di due gol, è la cartina al tornasole di una Udinese, in quasi tutti i suoi elementi, davvero non all’altezza della situazione e di un avversario che non vince dallo scorso 31 marzo, e quindi bisognoso dei 3 punti. Fra i pochi a salvarsi, Lasagna, sempre mobile e pronto a farsi vedere, De Paul, che prova a gestire bene i pochi palloni ricevuti e un Badu, ristabilitosi dopo un brutto infortunio, tignoso, pugnace e voglioso di assaporare con continuità il terreno di gioco. Ma la Lazio, al netto degli sforzi dei predetti elementi bianconeri, fa valere la sua maggiore qualità con le giocate di Milinkovic-Savic e Lucas Leiva in impostazione e le sortite offensive dell’attacco guidato da Immobile e Caicedo ma anche da Parolo, vicino al tris al 44’, buone per tentare di allargare il divario e legittimare il vantaggio. Che arriverebbe pure su incertezza in uscita alta di Musso col Var però a certificare il fallo di mano di Milinkovic-Savic sull’assist che propizia la rete di Acerbi.

Secondo tempo

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Strakosha annulla De Paul e le speranze di rinascita dell’Udinese

La Lazio compie all’alba della ripresa uno degli errori più comuni, frequenti e banali per le squadre che chiudono in vantaggio la prima porzione di gioco: quello di entrare molli in campo. E questa assenza di garra e di concentrazione porta subito l’Udinese alla chance di riaprire il match. Al 51’ Lulic, con superficialità, entra male in area su Lasagna generando il penalty del possibile 2-1. Sul dischetto si presenta l’argentino De Paul che, però, si fa ipnotizzare dal portiere Strakosha, quasi inattivo fino a quel momento, annullando il primo, vero (e forse unico) tentativo ospite di gonfiare la rete avversaria.

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Inzaghi si copre, dentro Badelj per Caicedo. L’Udinese ci prova

La Lazio, dopo il grande spavento, alza l’asticella dell’attenzione e decide di provare a congelare la contesa al netto di una Udinese ringalluzzita dall’ingresso di D’Alessandro per Ingelsson e dalla strigliata di mister Tudor negli spogliatoi. E quando la stanchezza, frutto di ben 44 gare stagionali si fa sentire, subentra il tecnico Inzaghi con l’ex allenatore della Salernitana bravo a tutelare gli equilibri dei suoi inserendo Badelj in luogo del positivo, e più offensivo, Caicedo. Mossa che sortisce gli effetti sperati con i laziali a condurre senza difficoltà in porto la gara fino al triplice fischio finale.

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Tabellino e voti

Lazio (3-5-2): #1 Strakosha 7; #4 Patric 6, #33 Acerbi 6, #3 Luiz Felipe 6.5 (Dal 83’ Wallace s.v.); #27 Romulo 6.5, #16 Parolo 6+, #6 Leiva 6.5 (Dal 79’ Bruno Jordao s.v.), #21 Milinkovic-Savic 6.5, #19 Lulic 5.5; #20 Caicedo 7- (Dal 67’ Badelj 6), #17 Immobile 6.5. A disposizione: #24 Proto, #23 Guerrieri; #13 Wallace, #15 Bastos, #26 Radu; #25 Badelj, #77 Marusic, #32 Cataldi, #14 Durmisi; #66 Bruno Jordao, #30 Neto, #71 Capanni. Allenatore Simone Inzaghi 6.5
Udinese (3-5-2): #1 Musso 5; #19 Stryger Larsen 5.5, #5 Troost-Ekong 5.5, #24 Wilmot 6; #13 Ingelsson 5+ (Dal 46’ D’Alessandro 6+), #8 Badu 6+ (Dal 58’ Teodorczyk 5.5), #30 Sandro 5, #38 Mandragora 5.5, #90 Zeegelaar 5.5; #10 De Paul 5 (Dal 74’ De Maio s.v.), #15 Lasagna. A disposizione: #88 Nicolas, #27 Perisan; #87 De Maio, #17 Nuytinck, #3 Samir; #77 D’Alessandro, #20 Hallfredsson, #14 Micin; #91 Teodorczyk, #7 Okaka. Allenatore Igor Tudor 5.5

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