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Bologna, ancora razzismo: ululati vergognosi nei confronti di Moise Kean

A pochi minuti dall’inizio dell’ottavo di finale di Coppa Italia tra Bologna e Juventus, dalla curva rossoblu si sono alzati ululati e cori nei confronti del giocatore di colore della Juventus. Un episodio inqualificabile, arrivato dopo le recenti discussioni sul tema razzismo nel calcio italiano.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo i deliranti cori dei tifosi della Lazio, in occasione della partita giocata a Roma con il Novara, anche a Bologna è andato in scena l'ennesimo capitolo nero del calcio italiano. A pochi giorni dai fatti di San Siro e dalle parole di Matteo Salvini, anche i tifosi del Bologna hanno voluto offendere con ululati razzisti un giocatore avversario: Moise Kean. L'episodio è accaduto ad inizio partita quando, dopo un colpo di testa finito a lato dell'attaccante bianconero, dalla curva rossoblu sono partiti gli stessi beceri cori che avevano fatto perdere la testa a Koulibaly durante Inter-Napoli.

Oltre all'ex attaccante dell'Hellas Verona, rientrato a Torino nella scorsa estate dopo il prestito ai gialloblù, a finire nel mirino dei razzisti è stato anche Douglas Costa: in campo dal primo minuto e bersagliato di cori da una parte della tifoseria bolognese. Cori che, ad onor del vero, sono poi stati riservati anche a Bernardeschi a Khedira. Non contenta, e arrivata allo stadio per protestare contro la squadra e il presidente Joey Saputo, la Curva Nord del Dall'Ara se l'è presa infine anche con il portiere Szczęsny: insultato ad ogni rinvio da fondo campo.

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Le parole di Salvini e la decisione di Gravina

L'ennesimo episodio di razzismo, arrivato a poche ore dagli assurdi cori antisemiti dei tifosi della Lazio, torna dunque ad alimentare polemiche e critiche per un male che il calcio italiano non ha ancora saputo (e voluto) estirpare del tutto. Le parole di pochi giorni fa del ministro dell'interno, non sono così servite a nulla. Anzi, hanno avuto l'effetto contrario. Quei "pochi tifosi violenti e deficienti", come li ha definiti Matteo Salvini, sono infatti ancora liberi di insultare tutto e tutti.

La soluzione potrebbe però arrivare a breve con la decisione del presidente della Federcalcio. Gabriele Gravina ha infatti avanzato l’ipotesi di riformare l’articolo 62 delle norme interne e di dare l'opportunità all’arbitro di sospendere in piena autonomia la partita al primo coro razzista: decisione che ad oggi non è possibile prendere, perché come recita il regolamento della Ficg è il responsabile dell'ordine pubblico ad avere l'ultima e decisiva parola.

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