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Australia, l’Adelaide United offre a Batistuta la panchina: l’argentino vicino al sì

L’indimenticabile attaccante, dopo la breve esperienza con la nazionale argentina come collaboratore tecnico, è ad un passo dal prestigioso incarico. La trattativa è a buon punto e nei prossimi giorni Batistuta volerà in Australia.
A cura di Alberto Pucci
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Il Re Leone sta per tornare in campo, questa volta come allenatore di una squadra di calcio. L'offerta per Gabriel Omar Batistuta è infatti arrivata dall'Australia, dove l'Adelaide United lo ha invitato a prendere posto sulla panchina e di guidare la formazione che nella stagione 2015/16 ha vinto il titolo nell'A-League australiana. Come riportato da "Fox Sports", il club di Adelaide ha formalmente offerto all'argentino il ruolo di allenatore: incarico attualmente ricoperto dall'ex leggenda del Barcellona Guillermo Amor. Dopo il suo ritiro dal calcio giocato, arrivato nel marzo 2005 dopo la rescissione del contratto con l'Al-Arabi, "Batigol" aveva già lavorato come collaboratore tecnico sotto l’Argentina di Sergio Batista. Se dovesse accettare il contratto, per l'ex attaccante di Fiorentina, Roma e Inter sarebbe la prima volta da tecnico di una squadra di calcio.

Il saluto negato da Messi e compagni

La trattativa, secondo indiscrezioni, è già in una fase avanzata. Nelle prossime settimane, infatti, Batistuta volerà in Australia per incontrare la dirigenza della società di Adelaide e visionare il centro sportivo del club e la stessa città dell'Australia Meridionale. A confermare il possibile incarico dell'argentino, ci sono anche le indiscrezioni che vorrebbero Guillermo Amor già al lavoro per rientrare in patria. Le voci sul possibile futuro da allenatore di Batistuta, sono arrivate a poche ore di distanza dalle sue dichiarazioni rilasciate a Tyc Sports: "Sono andato a salutare la nazionale nello spogliatoio, ma metà di loro mi ha ignorato – ha dichiarato l'ex goleador dell'Albiceleste – Ma non credo mi abbiano mancato di rispetto, evidentemente si sentivano di fare così. Questa nazionale ha giocato tre finali e non è poco: ma non è vicina alla gente. Ai nostri tempi ci comportavamo da comuni mortali e la gente lo percepiva".

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