Argentina, Messi: “Mi sento colpevole, il rigore con l’Islanda avrebbe cambiato tutto”
Cristiano Ronaldo ha preso per mano il Portogallo e l'ha trascinato al pareggio contro la Spagna. Quel pallone che era stato definito una trappola per i fuoriclasse dal piede caldo è stato domato dalla stella lusitana, fino a trasformarlo in un saggio (l'ennesimo) di potenza, precisione, freddezza, prodezza balistica. Ops… e la traiettoria si spegne in rete alle spalle di De Gea, mica uno qualunque? Lionel Messi ha fallito il rigore che avrebbe consegnato la vittoria all'Argentina contro un'Islanda tenace, barricadera, orgogliosa e pronta ad approfittare delle incredibili defaillances difensive della Seleccion. Tanto letale lì davanti con il Kun, quanto fragile dalle parti di Caballero. Tanto brava nel possesso palla e nel controllo del gioco, quanto incapace di azzannare l'avversario e chiudere il match.
E' tutta qui la lettura della terza giornata del campionato del mondo di calcio, scandita da quell'esultanza beffarda di CR7 che mima la barbetta della ‘capra' e sembra dire all'eterno rivale che l'acronimo di goat (greates of all time, il più grande di sempre) è un conto, fare la figura della ‘capra' è altra cosa…
Ecco alla Pulce, complice una marcatura asfissiante, è riuscito davvero poco o nulla, soprattutto se si considera che l'aiuto ricevuto dai compagni di squadra è stato insufficiente. El diez albiceleste, però, non cerca scuse e, a differenza di quanto accaduto in altre circostanze in passato non scappa davanti ai taccuini. Anzi, li affronta e da vero leader del gruppo ci mette la faccia, assumendosi tutta la responsabilità di un risultato agrodolce
Ovviamente fa male aver sbagliato il rigore – racconta Messi nella pancia dello stadio -. Saremmo tornati in vantaggio e questa cosa li avrebbe costretti ad aprirsi un po'. Dopo il primo gol hanno pareggiato velocemente, non c’è stato tempo.
Di lotta e di governo. L'Islanda ha esordito per la prima volta al Mondiale con lo stesso che l'aveva caratterizzata all'Europeo. Non è questione di simpatia suscitata dalla tifoseria colorata, né di atteggiamento bonario nei confronti di una squadra che sulla carta è più debole al cospetto di un avversario strapagato e tecnicamente superiore. L’atteggiamento tattico ha retto: serrare i ranghi, ripartire in contropiede, ingabbiare Messi e poi sperare nella buona sorte. Ai ‘geyser' è riuscito tutto, all'Argentina no… eppure ha mantenuto costante il comando delle operazioni.
Loro non volevano giocare e non è stato semplice trovare gli spazi – ha aggiunto Messi -. Ci aspettavano dietro e non c’era spazio per entrare: abbiamo provato in vari modi, ma abbiamo trovato gli spazi. Il rigore avrebbe potuto cambiare tutto, mi sento colpevole ma dobbiamo guardare avanti e pensare alla Croazia.