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Antonio Conte e quella macchia sulla carriera: la squalifica per il Calcioscommesse

Antonio Conte è il nuovo allenatore dell’Inter, la sua è stata una carriera in crescendo che lo ha portato alla guida della Nazionale Azzurra e del Chelsea prima di tornare in Italia. Nel curriculum, però, c’è anche una nota dolente: la squalifica di 10 mesi (poi ridotta a 4 dal Tnas) per il reato di omessa denuncia nell’ambito dell’inchiesta sul Calcioscommesse e relativo al periodo in cui era sulla panchina del Siena assieme al vice Stellini (anche oggi in nerazzurro assieme all’ex ct).
A cura di Maurizio De Santis
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Condannato per omessa denuncia nell'ambito di un processo sportivo sul Calcioscommesse. Glielo rinfacciò perfino José Mourinho nel botta e risposta a distanza scaturito da quell'esultanza smodata per la vittoria del Chelsea contro il Manchester United. E' la macchia sulla carriera finora in crescendo di Antonio Conte, da oggi ufficialmente allenatore dell'Inter. La sentenza arrivò nell'agosto del 2012, in quell'ennesima estate torrida per gli scandali e i processi nei quali restò coinvolto il tecnico leccese: la Commissione Disciplinare della Federcalcio lo squalificò per 10 mesi (poi ridotti a 4 dal Tribunale nazionale arbitrato dello sport) perché da allenatore del Siena ‘non poteva non sapere' delle combine relative alle partite del campionato di Serie B con il Novara (2-2, 30 aprile 2011) e con l'AlbinoLeffe (sconfitta per 1-0, 29 maggio 2011).

La gola profondo che lo tirò in ballo fu Filippo Carobbio. L'ex calciatore dei bianconeri toscani dichiarò agli inquirenti della Procura di Cremona e agli ispettori della Procura della Federcalcio che sia Conte sia i suoi collaboratori non solo erano a conoscenza del tentativo di aggiustare il risultato degli incontri incriminati ma ne organizzarono l'esito. Un'accusa molto più grave che il procuratore della Figc Palazzi non ritenne attendibile e, qualche mese dopo, deferì Conte per un capo d'imputazione minore (omessa denuncia) rispetto all'illecito sportivo chiedendo come pena 4 mesi e 20 giorni di squalifica ridotta a 3 mesi e 200 mila euro di multa per effetto del patteggiamento.

La Commissione Disciplinare respinse l'ipotesi di patteggiamento. Il 10 agosto del 2012 – allora Conte era sulla panchina della Juventus – emise la sentenza durissima confermando quanto rivelato dal pentito Carobbio e ritenendo l'allenatore responsabile per il reato di omessa denuncia. A Torino, dove l'epoca di Calciopoli è una ferita ancora aperta e il conteggio degli scudetti va per conto proprio rispetto a quello ufficiale della Federazione, sobbalzarono dalla sedia e affidarono all'avvocato Giulia Bongiorno il compito di far valere in Appello le ragioni della difesa mirando al proscioglimento da ogni accusa. La tesi puntava a demolire la credibilità del pentito Carobbio e a tracciare in maniera più marcata la responsabilità di Cristian Stellini (vice di Conte al Siena, alla Juventus e adesso all'Inter) che in primo grado patteggiò la pena a 2 anni e 6 mesi di squalifica.

Il 22 agosto la Corte di giustizia federale ribadì la squalifica di 10 mesi. Gli inquirenti non ebbero dubbi sul reato di omessa denuncia relativamente al match con l'Albinoleffe (29 maggio 2011) ma dal computo delle gare contestate defalcarono Novara-Siena (30 aprile 2011) e decretarono il proscioglimento di Conte solo per questo incontro. Una sentenza che lasciò l'amaro in bocca al tecnico e alla stessa Juventus, costretta a rinunciare ad avere Conte in panchina per un lungo periodo sia in campionato sia in Champions. Qualcosa cambiò nell'ultimo grado di giudizio con il ricorso al Tnas.

Ottobre 2012, il Tnas decise per lo sconto di pena. Il Collegio arbitrale del Coni ridusse la squalifica da 10 a 4 mesi (fino all'8 dicembre 2012) e tornò in sella da allenatore il 9 dicembre, con la Juventus impegnata in trasferta a Palermo dopo aver saltato la finale di Supercoppa, 15 partite di Serie A e la prima fase della Coppa.

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