Ancelotti verso il sì come ct ma la Figc deve accettare le sue condizioni
Carlo Ancelotti è il prescelto: è lui il successore di Ventura quale ct della Nazionale italiana. Una scelta caldeggiata ovviamente dall'eliminazione mondiale anche se il nome del tecnico circolava da tempo e a prescindere. Adesso però bisogna trarre il dado: Ventura è stato esonerato, al momento la panchina è vacante e lunedì ci sarà il Consiglio Federale dove dovrebbe restare Tavecchio al comando, oppure no. Lo decideranno i vertici del calcio italiano. Ed è proprio questa la dead line impostasi dallo stesso Ancelotti: avere le idee chiare, capire con chi avrà a che fare non dentro, ma fuori dal campo.
Alla fine si riduce tutto a una mera questione politica: il sì di Carlo Ancelotti alla Nazionale sarebbe immediato e incondizionato se non che bisogna fare i conti con la realtà e capire quali saranno i vertici con cui ci si dovrà confrontare per avere garanzie sulle scelte da fare. Tavecchio non è di certo la prima opzione di Ancelotti ma al momento il capo supremo della FIGC non sembra levare il disturbo. Probabilmente servirà un compromesso, ma immediato e chiaro.
Ancelotti desidererà avere carta bianca sulle decisioni e sulla linea da intraprendere: iniziare col malcontento di qualcuno significherebbe ritrovarsi a districare nodi ancor più grandi degli attuali. Chiederà a chi siederà in Federcalcio uno stipendio da top manager (e questo non sarà un problema), spiegherà le idee e i progetti su come vorrà operare (e questo non sarà un problema), vorrà avere via libera su come ottenere gli obiettivi preposti senza ingerenze (e questo potrebbe essere il problema).
Il punto è uno: Ancelotti va bene, è l'unico candidato forte e darebbe anche un segnale di risveglio immediato. Ma il tecnico arriva da una esperienza troppo lunga ed articolata per pensare di non osservarsi attorno e capire ancor prima di rispondere con un "sì" chi ci sarà al suo fianco, se potrà fidarsi o se lo reputerà all'altezza di dargli una realtà in cui poter lavorare serenamente. E la domanda, allora, non è se Ancelotti dirà sì alla Federcalcio, ma cosa farà il calcio italiano per avere sulla panchina azzurra Carlo Ancelotti.