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Serie A 2012, tutte le “grandi” con il freno a mano tirato e le provinciali si ritrovano protagoniste

Mentre l’Inter dirotta su Ranieri, la Juventus, il Napoli e il Milan non ne approfittano. Classifica cortissima e molte provinciali si ritrovano regine dopo tre partite giocate, confermando la mediocrità generale del nostro calcio.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ai fini della classifica cambierà ben poco dopo l'incontro di questa sera Roma-Siena due squadre che sono ferme ad un punto e che in  caso di punteggio favorevole di una delle due, potrebbero sperare in un posto di metà graduatoria. Così, anche senza una gara, si possono già stilare nuove riflessioni dopo la terza (quarta in calendario) giornata di Serie A. E non sono tutte positive, vista la qualità espressa negli ultimi 90 minuti.

L'Inter saluta Gasperini e si affida a Ranieri

Partiamo in ordine cronologico, con il capitombolo dell'Inter nell'anticipo di serie A a Novara, una sconfitta per 3-1 che è risultata fatale per Gian Piero Gasperini e ha aperto l'era di Claudio Ranieri, nuovo allenatore nerazzurro per i prossimi due anni. E' stata una conferma amara per l'entourage interista con una squadra mai così brutta a distanza di 16 mesi dal Triplete 2010: giocatori fuori ruolo e psicologicamente spenti, schemi tattici richiesti e mai ottenuti, collettivo sfilacciato e – parole del presidente Moratti – un allenatore che "non ha in mano la squadra". Strano a dirsi, visto che ancor prima di essere ingaggiato tutti sapevamo come avrebbe giocato Gasperini: difesa a 3, due esterni di centrocampo molto larghi e gran corridori, tre punte in avanti di cui quella centrale servita e riverita dalle altre due. Tutto chiaro e semplice. Eppure dopo 80 giorni all'Inter qualcuno si è meravigliato per non vedere queste scelte in campo o – vedendole – si è sorpreso di non avere gli interpreti giusti per ottenere risultati convincenti. Certo, Gasperini ha messo del suo in quanto testardaggine e caparbietà (vedasi il cambio di Muntari per Forlan) ma non gli si può nemmeno negare che ci abbia provato, assecondando le volontà presidenziali di una difesa a 4 e di uno Sneijder fantasista. Adesso, si riparte con Ranieri e con un distacco dalla vetta ‘solo' di 6 punti.

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 Il turn-over tradisce il Napoli

A venire incontro all'Inter e ai suoi problemi ci hanno pensato la Juventus ma soprattutto il Napoli. Walter Mazzarri l'aveva detto, a Verona si sarebbe vista una squadra ricca di seconde linee per testare anche la qualità dell'organico azzurro. Test fallito: la vittoria del Chievo sul Napoli per 1-0 pesa un po' più di tre semplici punti. C'è una città e un ambiente che sono planati pesantemente sulla terra dopo aver volato tra Manchester e Milan. La sconfitta ci sta, causata da un macroscopico errore difensivo ma era proprio necessaria in questo particolare momento? Il tecnico, abituato a prendersi tutte le responsabilità nei momenti difficili ha risposto di sì: "rifarei ogni scelta". Un pizzico di presunzione non manca mai, anche perchè permette di accrescere l'autostima del collettivo, ma forse in cuor suo, Mazzarri sa bene che qualche titolare in più dall'inizio avrebbe potuto e dovuto inserirlo. L'occasione fallita è enorme: in un campionato dal freno a mano tirato, ottenere oggi un successo a Verona sarebbe valso – con il senno del poi – la vetta solitaria, ma anche la conferma che il Napoli sa affrontare i tour de force che questo campionato obbligherà a fare, con una certa continuità di risultato. Invece, si riparte con la "fatal Verona" di un Chievo che quando vede l'azzurro partenopeo si trasforma in un'arma micidiale.

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 Juventus, la grinta non basta

Occasione persa, più che fallita, anche per la Juventus di Antonio Conte. A suon di fare il pompiere, il tecnico ha spento gli spiriti della propria squadra più che quelli avversari: il pareggio della Juve col Bologna non è un risultato positivo. E' vero, leggendo tabellino e numeri, la Juve ha avuto un'enorme quantità di occasioni gol, dando anche gran prova di qualità e dinamismo una volta rimasti in dieci per l'espulsione di Vucinic. Ci sono le prestazioni sontuose di Pirlo, metronomo perfetto anche contro i felsinei e autore dell'assist decisivo per la rete del momentaneo vantaggio. C'è la sensazione che continuando di questo passo, alla lunga questa Juventus potrà dire la propria in campionato approfittando anche di una stagione scevra da impegni europei. Ma c'è anche un risultato che è più un mezzo scivolone interno: contro il Bologna in crisi, davanti al proprio pubblico infervorato dalle sventure delle milanesi e dai problemi delle Romane. "L'anno scorso queste partite non le vincevamo" avevano detto in coro i giocatori juventini dopo la vittoria a Siena; contro il Bologna si è fatto un passo indietro, una piccola involuzione che dovrà venire smentita subito a Catania, contro la squadra etnea che è già all'ultima chiamata per il tecnico Montella.

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Contro le critiche Reja risponde vincendo

La Lazio è rimasta l'unica (in attesa di sapere cosa farà la Roma) delle cosiddette ‘sei sorelle' in lotta per lo scudetto, ad aver ritrovato la vittoria contro il Cesena. La squadra dell'ipercontestato Edi Reja, aveva già preso la sua batosta di inizio stagione con il Genoa all'Olimpico e si è ripresa, in trasferta e in rimonta, contro un buon Cesena naufragato non appena i capitolini hanno iniziato ad alzare il ritmo. Così, con quattro punticini dopo tre giornate l'aquila è tornata a respirare ossigeno senza però dimostrare di poter durare a lungo in queste condizioni. Condizioni ambientali più che interne, con quella "cornice marcia" denunciata dal tecnico che mal si sposa con il "bel quadro" di una squadra e di una società compatta attorno all'allenatore. Il primo successo in campionato allenta la tensione ma già all'Olimpico contro il Palermo, il clima resterà caldissimo per vedere cosa accadrà al 90′. Di colpe, attualmente, Reja non ne ha: la squadra ha cambiato molto soprattutto in avanti, ma anche in fase offensiva sta dimostrando un potenziale invidiabile, mentre in difesa e a centrocampo la struttura è quella dell'anno passato con un po' di esperienza in più che non guasta. Cosa vogliano i tifosi, però, resta un mistero.

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Infortuni e "Ibradipendenza": i mali del Milan

Il Milan ci mette del suo per perdere l'occasione di staccare l'Inter. La partita contro l'Udinese non era delle più semplici vista la caratura di un avversario tutt'altro che arrendevole e gli innumerevoli infortuni e assenze che ne stanno destabilizzando il lavoro e i risultati. Allegri non ha avuto a disposizione una mezza dozzina di titolari tra cui spicca il nome di Ibrahimovic e, visto che piove sul bagnato, si prospettano giorni tristi anche per Pato, il brasiliano uscito malconcio da san Siro con un sospetto problema muscolare che lo fermerà per alcune settimane. Per lui è il decimo infortunio nelle ultime due stagioni, una telenovela di stop che ne hanno condizionato le prestazioni fallendo la possibilità di farsi eleggere come il vice-Ibra. Senza lo svedese i problemi in avanti sono evidenti anche se è nata la stella di El-Shaarawy, il piccolo faraone diciannovenne al primo gol alla prima partita in rossonero. Così, però non può continuare: il Milan che doveva essere la ‘lepre‘, la squadra ‘da battere‘ oggi è con 2 punti in tre gare, senza una vittoria.

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La rivolta dei "peones"

Con le ‘grandi‘ decadute, ecco gioire la Serie A che non ti aspetti: Genoa, Udinese, Atalanta, Cagliari. La provincia si fa largo approfittando dell'involuzione e del ridimensionamento della qualità generale. In Liguria, Malesani sta superando l'esame più importante dimostrando di aver maturato e superato le sue antiche pecche e grazie ad un Palacio in stato di grazia, autore dei gol che hanno strapazzato il Catania. Come l'Udinese di Guidolin, non più una sorpresa, ma ancora una volta vogliosa di sorprendere. Il Milan falcidiato dagli infortuni non si è dimostrato migliore dei friulani e solo il gol del giovanissimo El Shaarawy ha salvato il Milan sull'1-1 con l'Udinese. Meglio ha fatto l'Atalanta dove il Re della Dea si chiama Denis, già al terzo gol stagionale. Partita da -6 la formazione orobica è già a punteggio positivo e se non fosse per la penalizzazione, sarebbe prima, bella e impossibile. Il lavoro di Colantuono si sta facendo notare e con due vittorie ed un pareggio, i risultati gli stanno dando ragione. Come al Cagliari di Cellino: chiamato al prossimo impegno con l'Udinese, malgrado l'ultima scivolata di Palermo, ha dimostrato di essere un buon collettivo e con Ficcadenti, un gruppo che lotterà non solo per il risultato minimo della salvezza.

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