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Zanetti, sogno scudetto: “C’è anche l’Inter”

L’argentino si racconta a pochi giorni dall’uscita dell’autobiografia ‘Giocare da uomo’: “Mancini ha iniziato un percorso vincente. Lippi? Le sue parole sui calciatori mi diedero fastidio”.
A cura di Maurizio De Santis
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‘Giocare da uomo' a Javier Zanetti, campione argentino e bandiera dell'Inter, è riuscito come fosse un gioco da ragazzi. Perchè ‘pupi', 40 anni, 845 presenze in nerazzurro e 21 gol, mille battaglie (memorabili quelle del triplete) combattute in prima linea, è giovane abbastanza per prendere la ‘sua' squadra per mano nell'anno della rifondazione, anche se quel maledetto tendine d'Achille lo ha messo ko. "Per quanto mi riguarda spero di tornare presto, ma non mi limiterò ad una partita e basta, io voglio continuare a giocare". E ‘Giocare da uomo' è il titolo dell'autobiografia che racconta la vita e la carriera di uno dei giocatori più forti di tutti i tempi. "Che voto darei alla mia squadra? Fra il 7 e mezzo e l'8 – ammette ai microfoni del Tg1 Rai – Mazzarri è un allenatore capace, credo che ci siano tutti i presupposti perché l'Inter lotti per vincere lo scudetto". Celebrazione, quasi si chiude un'epoca: Moratti passa la mano a Thohir, è la fine di un lungo ciclo che ha visto Zanetti punto fermo del club. "Se Moratti dovesse andar via sarei molto triste, ma resterebbe comunque il simbolo dell'Inter".

Allenatori. Ne ha visti tanti, con tutti ha lavorato con grande professionalità. "Mancini è stato l’allenatore che ha iniziato il percorso vincente, ha fatto un gran lavoro. Tardelli? Forse quello con la quale ho legato di meno. Lippi? Le sue parole ‘Se fossi il presidente i giocatori li prenderei a calci nel…', mi diedero fastidio. Si possono fare tanti errori ma ci sono altre maniere per far capire che quella non è la strada giusta".

Fenomeni in embrione. Di Mario Balotelli dice: "Oscilla da buon giocatore a campione vero. Prima o poi riuscirà a trovare un suo equilibrio, anzi deve trovarlo. L'importante è che capisca che deve rimanere tranquillo".

D'accordo con Allegri. "Ha ragione – in riferimento agli appunti mossi dal tecnico del Milan sul look dei calciatori -. Noi giocatori dobbiamo essere un esempio, soprattutto perché ci guardano i bambini. Creste e orecchini non servono".

Elogio per Totti. "Totti è un grande, sono felice per lui. E' stato tra i primi a chiamarmi quando mi sono fatto male".

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