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Yaya Touré: “Noi africani siamo considerati come animali” (video)

In un’intervista alla BBC Touré, centrale del City, alimenta il dibattito sul pregiudizio razziale nei confronti dei calciatori africani in Europa e in Inghilterra: “Tutti sanno chi è Messi, ma se chiedi di Yaya Touré molti ricorderanno il mio nome, non il mio volto”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Noi africani siamo considerati come animali. E quando vinciamo, giochiamo bene non abbiamo il giusto riconoscimento dai media. Attestati di stima veri li ho ricevuti solo dal pubblico". Le parole, durissime, pronunciate in un'intervista alla BBC sono di Yaya Touré, gigante del Manchester City, tre volte Pallone d'Oro del Continente Nero, colonna della Costa d'Avorio che condurrà per mano ai prossimi Mondiali in Brasile assieme a Didier Drogba. Razzismo, pregiudizio, ignoranza retaggio dell’imperialismo vittoriano e dei traffici per le miniere di diamanti. La linea del colore, contro la quale ha combattuto per anni Nelson Mandela, tornano al centro del dibattito. Sol Campbell aveva attaccato la FA – Federcalcio inglese – raccontando nell'autobiografia come fosse impossibile per un calciatore di colore essere capitano della nazionale a lungo:  l‘ex difensore di Tottenham e Arsenal, nato a Londra e di origini giamaicane, ha indossato la maglia dei ‘Leoni' dal 1996 al 2007 per 73 volte ma solo in 3 occasioni gli hanno consegnato la fascia. "Un ‘nero' può essere capitano nell'under 18 e nell'under 21, ma non nella nazionale maggiore".

Samir Nasri, compagno di squadra di Touré, ha riacceso il dibattito. "Nasri ha ragione quando dice che sarei ritenuto uno dei migliori al mondo se non fossi stato africano – ha aggiunto il centrale dei Citizens -. Tutti sanno chi è Messi anche in Africa. Ma se in Europa chiedi di Yaya Touré molti ricorderanno il mio nome, non il mio volto".

George Weah, liberiano, unico calciatore africano ad aver vinto il Pallone d'Oro. Conquistò il trofeo più ambito per la carriera di un giocatore professionista nel 1995, da attaccante del Milan. Touré cita anche questo particola e ricorda come lo avrebbero meritato anche "Drogba, Eto'o che  sono leggende per me e per l'Africa".  Orgoglio e amore per le proprie radici, così conclude l'intervista. "Voglio difendere la gente d'Africa e mostrare al mondo intero che siamo bravi come gli europei e i sudamericani. E in alcuni casi sappiamo essere anche più forti".

Touré, gigante a centrocampo. Fisico imponente (è alto 191 cm). Interpreta il ruolo con molta versatilità: attacca, difende, recupera palloni, regala assist. In questa stagione ha realizzato già 22 gol in 45 partite (tra Premier e Coppe europee e nazionali), segnalandosi ancora una volta per la sua specialità: i calci di punizione. Pellegrini – da quest'anno sulla panchina del City dopo l'esperienza al Malaga – lo considera un intoccabile, il club ha mostrato grande stima nei suoi confronti quando ha siglato il rinnovo del contratto fino al 2017 per una somma di 45 milioni di sterline (53 milioni di euro e rotti, 13 e spiccioli a stagione).

 

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