Vieri risarcirà Inter e Telecom: l’Appello gli dà torto, non ci fu spionaggio illecito
Ricordate la torbida storia di spionaggio e controlli non consentiti da parte dell'Inter (e di Telecom, a suo tempo partner nerazzurra) nei confronti di Christian Vieri ai tempi in cui ‘Bobo' era un attaccante e tesserato del club? La denuncia del giocatore nei confronti della società nerazzurra con relativa richiesta di risarcimento danni, è proseguita sotto traccia fino alla notizia di oggi: in primo grado, Vieri ha ottenuto ragione dal Tribunale, ma poi è stato smentito in appello. Ora la Corte d'Appello del tribunale di Milano lo ha anche obbligato a risarcire sia l'Inter che Telecom.
Vieri aveva festeggiato in primo grado. L’ex attaccante aveva lamentato di essere finito in depressione a causa della scoperta di una rete di spionaggio tessuta dalla società per cui giocava, l'Inter, coadiuvata dalla tecnologia e uomini Telecom, a quei tempi partner importante del club gestito da Massimo Moratti. Ragione a tal punto che il tribunale di Milano aveva visto riconosciuto un risarcimento di un milione di euro.
Un risarcimento accolto in minima parete ma che comunque dava ragione al giocatore che ne aveva chiesti 12 a Telecom e 9,25 all’Inter. Poi il ricorso della società nerazzurra in Appello dove l'Inter trionfava, capovolgendo la sentenza: Vieri era stato costretto a restituire quasi tutto visto che il risarcimento era stato infatti ridimensionato a 80mila euro che Telecom doveva versargli e 40mila da parte dell'Inter.
Il terzo atto del procedimento ha visto adesso Vieri dover risarcire Inter e Telecom. La Corte d’Appello di Milano, seconda sezione civile ha infatti rigettato l'impugnazione del precedente giudizio dichiarandola "inammissibile" e ha costretto lo stesso Vieri a rifondere entrambe le società di 33mila euro per le spese. Il motivo? Il periodo di spionaggio non era durato 4 anni ma solamente 3-4 mesi, per poi riprendere tempo dopo solo per un'altra sessantina di giorni.