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Verratti al PSG e i giovani talenti in fuga: una storia che si ripete

Con il giovane gioiellino del Pescara, Marco Verratti al PSG si riapre la discussione di un calcio italiano incapace di tenersi i propri talenti. Da Gattuso a Balotelli, passando per Pepito Rossi, Andrea Barzagli, Chicco Macheda, Fabio Borini, viaggio tra i calciatori italiani che hanno trovato la loro patria all’estero. E non solo per una questione di soldi.
A cura di Alessio Pediglieri
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verratti e italiani all'estero

Il passaggio, oramai probabilissimo, di Marco Verratti al Paris Saint Germain riapre la questione dei giovani talenti italiani che preferiscono il calcio estero alla nostra serie A. Un trend che nel corso del tempo è rimasto costante, evidenziando quanto l'appeal dei club oltre confine sia inalterato. Tanti i nomi, tantissimi gli esempi e quello del giovane regista del Pescara che dalla Serie B passerà direttamente alla Ligue1 e in Champions League con una maglia estera è forse il più fulgido esempio attuale della crisi strutturale del nostro calcio.

Verrattì, c'est plus facìle – Il presidente dei transalpini Nasser Al Kelaifi ha ricevuto il direttore sportivo abruzzese Delli Carri ed il procuratore di Marco Verratti, Donato Di Campli, nei giorni scorsi formalizzando la proposta dopo averne parlato con Leonardo e soprattutto Ancelotti che non ha mai nascosto la sua stima verso il regista. Il ricco sceicco parigino non ci ha messo molto a mettere tutti d'accordo: il Psg ha messo sul piatto 11 milioni cash, più altri 4 raggiungibili con i bonus.
Al giocatore, è stato proposto un quinquennale a una cifra tra gli 1,8 ed i 2 milioni di euro. Cifre insostenibili per il nostro calcio, anche per un club come la Juventus disposto ad investire a medio e lungo termine nel tentativo di costruire un progetto solido. Il giovane talento made in Pescara, sbocciato sotto la guida sapiente di Zdenek Zeman in riva all'Adriatico, è un vero e proprio predestinato del pallone: ha esordito nei professionisti a 15 anni e oggi, a 19, è già nel giro dell'Italia di Prandelli dopo una stagione in serie cadetta in cui, insieme ai suoi due ‘gemelli' Insigne e Immobile hanno trascinato il Pescara verso la serie A. Ad oggi Verratti è in partenza per Parigi, superando così in un colpo solo la Juventus e il Napoli, e salutando da subito la sua Pescara, contrariamente a quanto stabilito qualche settimana fa assieme al presidente Daniele Sebastiani: l'accordo con il PSG c'è e si farà anche se il procuratore ha preso qualche giorno per riuscire a strappare ancora qualche ‘bonus' ulteriore.

Verratti e italiani all'estero Balotelli

SuperMario, talento incompreso – Quella di Verratti è una storia però che si ripete in maniera costante nel tempo. Giovani talenti italiani che lasciano la propria patria calcistica in cerca di avventura e considerazione all'estero. Spesso è una questione di soldi, perchè i club stranieri possono disporre di offerte che non sono sotenibili con le necessità economiche delle società italiane; altre volte sono scelte di vita; altre ancora un semplice tentativo di voler crescere e maturare per poter tornare in Italia e dimostrare tutto il proprio valore. Se si guarda all'estero, oggi sono due i nomi di giovani talenti che la Serie A non è più riuscita a riportare indietro, Mario Balotelli e Giuseppe Rossi.
Due punti cardini, al di là degli infortuni, della Nazionale di Prandelli seconda a Euro2012 e proiettata con un progetto serio verso i Mondiali 2014. SuperMario contro la Germania ma non solo, ha dimostrato finalmente tutto il proprio talento dopo anni di incomprensioni e difficoltà in Italia con la maglia dell'Inter: l'ascesa con Roberto Mancini, il tentativo di conferma con Josè Mourinho, la definitiva rottura con ‘papà' Massimo Moratti e la cessione (milionaria) al City – guarda caso – di Roberto Mancini. Anche lì, a Manchester, stagioni turbolente e faticose, sempre sull'orlo dell'esclusione e della cessione che sono però culminate nella vittoria dello scorso anno in FA Cup e quest'anno con la vittoria della Premier.
Difficilmente, malgrado Raiola, si vedrà presto il ritorno di Balotelli in Italia, un talento unico: classe '90, a 16 anni vince il campionato Primavera con la maglia nerazzurra, nel 2008 si ripete al Viareggio da protagonista conquistando la prima  squadra, fino al 2010 quando la società milanese lo cede al City di fronte ad un'offerta importante con 28 milioni ‘cash' e un contratto al giocatore di 5 anni a 3,5 milioni a stagione.

Il tesoro di Pepito – Un'avventura estera che ha vissuto anche Giuseppe Rossi, talento di classe purissima, nato in America ma di nazionalità italiana, classe '87 da sempre con la valigia in mano in giro per il mondo senza trovare mai un club di Serie A capace di credere veramente in lui. Nato nel vivaio del Parma, a 17 anni vola subito a Manchester sponda United alla corte di Ferguson, dove cresce nelle giovanili dei ‘red devils' per poi arrivare in prima squadra fino al 2006.
La Premier crede in ‘Pepito' e viene ingaggiato dal Newcastle, prima di un ritorno (momentaneo) a Parma per accasarsi poi in Liga, sponda Villarreal dove fa le fortune del ‘sottomarino giallo' di cui diventa vero e proprio leader. E non perdendo la chiamata ‘azzurra'. Tuttavia, non sembra bastare per tornare in Italia e venire ingaggiato da qualche top-club: ogni sessione di mercato è perfetta per riparlare di Rossi e a turno, Milan, Inter, Juventus, Napoli si dimostrano interessate al suo acquisto semplicemente a parole.
Gli infortuni, ovviamente, non hanno giocato a suo favore e l'ultimo che l'ha costretto al forfeit di Euro2012 è stato un macigno che pesa anche sul suo futuro.

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Gattuso, Macheda, Borini: talenti in fuga – Tuttavia, che l'Italia non si sappia tenere i propri talenti è un fatto oramai risaputo e costante nel tempo. E che dimostra spesso la ‘pochezza' dei nostri osservatori incapaci di essere lungimiranti e convincenti nei confronti dei presidenti sempre più disposti a sacrificare tutto e tutti per un risultato immediato anche se effimero. Ricordate Rino Gattuso? A parte il fatto che l'attuale passaggio di ‘Ringhio' al Sion dopo aver chiuso con il Milan è una mezza vergogna del calcio italiano, proprio il centrocampista che ha vinto tutto con la maglia del Milan e della Nazionale, era partito dall'estero, incompreso dal nostro calcio.
Nel lontano 1997, all'età di 17 anni Gattuso lasciò l'Italia e il Perugia, squadra dove aveva fatto tutta la trafila delle giovanili, prelevato dai Rangers di Glasgow che subito credettero in lui. La scelta fu vincente perchè in quelle 34 gare dove segnò 3 gol, permisero all'appena maggiorenne centrocampista di ritornare in Italia da protagonista e firmare (dopo un anno di apprendistato a Salerno) con il Milan un contratto che onorerà per 12 anni. Una scelta, quella di andare subito all'estero, sposata anche da altri giovanissimi talenti ‘chiusi' in Italia ma stimati in Europa. Come Federico Macheda o Borini.
In ‘Chicco' Macheda, classe 1991, credette subito il Manchester United che nel 2007 lo prelevò dalle giovanili della Lazio per tenerlo nelle proprie file fino al 2011 dopo averlo fatto esordire in prima squadra. Il ritorno in Italia arrivò solamente nel 2008 alla Samp nella sfortunatissima stagione in cui non riuscì mai a segnare nelle14 presenze in serie A. Ma come troppo spesso accade, in Italia non c'è pazienza e fu rispedito subito al mittente: oggi è un attaccante titolare della Premier, con la maglia del QPR.
Stesso dicasi per Fabio Borini, della stessa classe di Macheda, 1991, la cui avventura partì dalle giovanili del Bologna per approdare subito al Chelsea, quando aveva 16 anni, vestendo la maglia del Boues fino al 2011. Passato alla Swansea, club neopromosso in Premier, la sua stella venne finalmente notata anche in Italia prima dal Parma e oggi dalla Roma.

Italiani con la valigia – Storia di rientri a volte eccellenti, come quello di Fabio Borini si sono verificati anche in passato con Marco Barzagli, oggi il migliore difensore centrale della Serie A, pilastro dellaJuventus campione d'Italia e della nazionale di Cesare Prandelli. Dopo una carriera vissuta in Italia cambiando otto maglie in poco più di 10 anni, è dovuto ‘migrare' in Germania al Wolfsburg per poter dimostrare tutto il suo valore e tornare in Italia con un ingaggio importante di un top-club.
In Germania, al Wolfsburg dove è dovuto andare anche Cristian Zaccardo, difensore oggi del Parma, valorizzato dalla Bundesliga che ne ha evidenziato i pregi sportivi.
Ma ci sono anche molti altri nomi di illustri calciatori italiani che hanno girato il mondo: Graziano Pellè, tra il 2007 e il 2011 è dovuto andare a giocare in Olanda all'Az Aalkmaar prima di rientrare in pianta stabile in Italia; ‘Mimmo' Criscito, è stato ‘rapito' dallo Zenith campione di Spalletti, senza trovare prima alcun club italiano pronto a credere nelle sue qualità; Luca Caldirola, difensore in orbita interista, ha dovuto anch'egli trovare posto fuori dall'Italia, al Vitesse per poter giocare con un minimo di continuità; Salvatore Sirigu è attualmente il numero uno del PSG benchè con la maglia del Palermo avesse conquistato anche quella della Nazionale.
Per non parlare della partenza di Davide Astori, difensore del Cagliari, tentato dalle sirene dello Spartak Mosca in un affare che non si sta concludendo solamente per i chiari di luna del presidente Cellino.

Storie di italiani con il pallone nella valigia, in cui il nostro calcio non ha mai creduto.

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