Venti tiri e 363 passaggi, così la Juve ha preso la Roma a pallate
Venti tiri a sette. La Juve domina il primo tempo, controlla senza eccessi nel secondo e completa la decima partita senza subire gol di questo campionato. E il 22mo "clean sheet" nell'anno solare 2018, più di qualunque altra squadra nei cinque principali campionati europei. Basta il timbro di Mandzukic, che segna con l'unico tiro della sua partita, per l'ottava vittoria interna consecutiva contro la Roma, la serie più lunga di successi a Torino dagli anni '50-'60. La Roma si sforza con Santon che crea due occasioni, con Nzonzi che completa 40 passaggi su 42 e un buon Cristante, il più attivo dei giallorossi nella trequarti offensiva (20 passaggi riusciti su 28).
I numeri del match
La Juventus chiude con cinque passaggi in più, 363 a 358 (con 30 scambi tra De Sciglio e Bonucci), ma meno tocchi nella trequarti offensiva, 112 a 127. Anche se fino a 20 minuti dalla fine, il rapporto vedeva i bianconeri in netta superiorità. E' il risultato di un assetto più coperto nel finale di partita della squadra di Allegri, che si è accontentata di deviare il possesso della Roma verso le fasce e le zone meno calde del campo. Non a caso, la combinazione di passaggi più frequente a fine partita è l'appoggio orizzontale di Nzonzi verso Cristante (20 volte).
Buona la partita di Dybala che crea tre occasioni, anche per effetto dei due dribbling e dei 15 passaggi completati su 17 negli ultimi trenta metri. Si integra con Ronaldo che ne aggiunge altri 11 e si distingue per i nove tiri, di cui tre nello specchio della porta. La Roma non può che poggiare sulla difesa fisica di Fazio e Manolas, tredici palle recuperate in due, ma in mezzo la superiorità bianconera è evidente. E' un dominio scritto nei 46 passaggi di Pjanic (record nel match), nei suoi undici appoggi negli ultimi trenta metri, e nel contributo di Bentancur che in questa zona piazza nove passaggi e aggiunge otto tackle riusciti su nove.
L'assetto tattico delle squadre
Senza Schick Di Francesco disegna il 4-2-3-1 intorno a Schick, con Cristante e Zaniolo sul centro-destra a tamponare le corse negli interspazi di Matuidi. In fase di non possesso, però, la squadra si evolve secondo un 3-5-2 con Kolarov molto stretto, da terzo centrale aggiunto. La Juve, la squadra che più di tutte ha battuto i giallorossi in A, cambia strategia rispetto alla sfida di un anno fa allo Stadium. Porta tutti gli uomini sopra la linea di centrocampo dal fischio d'inizio per costringere la Roma indietro ed evitare ogni ombra di rischio nelle transizioni.
Il primo duello fra Zaniolo e un troppo sereno Bentancur, che ha raccontato di aver messo su sei chili di muscoli con Allegri, testimonia l'effetto di un pressing alto e compatto: un obiettivo programmatico che rimane nel campo della teoria, anche perché Florenzi rimane molto bloccato e ripiega, contrariamente alle indicazioni di Di Francesco, quasi sulla linea dei difensori.
Nel secondo tempo, Di Francesco vira sul 4-2-3-1 con l'ingresso per Florenzi di Kluivert, il più giovane calciatore di questo campionato con almeno un gol e un assist all’attivo, e Zaniolo a far da trequartista. Così i giallorossi coprono meglio il campo, sembrano più a loro agio nella definizione delle posizioni anche se la Juventus continua a dare un'impressione di totale controllo della situazione. L'ingresso di Perotti aumenta la qualità del possesso della Roma, che però galleggia lontano dalla porta perché la Juve difende più bassa ma con l'ordine che deriva dalla sicurezza della propria forza. Di Francesco concede una decina di minuti a Dzeko, accanto a Schick in un 4-2-4 che abbandona ogni equilibrio. Allegri, fondamentale nella lettura delle partite, per chiudere gli spazi con più ordine sacrifica nel finale Dybala per Douglas Costa. Sposta a sinistra Mandzukic, che vince tre duelli aerei in attacco, e amministra con un tridente più statico. Il VAR cancella l'illusorio raddoppio del brasiliano, ma cambia poco.
Calci da fermo, la debolezza della Roma
La linea difensiva della Roma si abbassa molto su punizioni e calci d'angolo, così lascia libertà di movimento ai bianconeri che presidiano il limite dell'area sulle seconde palle. La difficoltà a salire sull'incrocio di Alex Sandro, aiutato da una deviazione su tiro di De Sciglio, è alla base della prima gran parata di Olsen. La Roma però non corregge l'impostazione sui calci da fermo e l'uscita dai blocchi sulle respinte corte appare poco coordinato.
Il colpo di testa centrale di Fazio sul primo corner per la Roma non sposta indizi ed equilibri, anche se nel secondo tempo la Roma gioca più alta.
I duelli a centrocampo
Pjanic, capace con un tocco solo di ribaltare l'azione e far così risparmiare un tempo di gioco ai bianconeri, diventa un fattore cruciale se accompagnato dagli inserimenti di Matuidi e Bentancur, che salta l'uomo sei volte su undici nella prima mezz'ora, e di un Dybala dai mobilissimi tagli fuori linea. La Joya nelle 16 presenze di Serie A prima di questa sfida (da Roma-Juventus di maggio ad oggi) ha segnato due gol e toccato solo 56 palloni su 968 nell'area avversaria (il 6%), riferisce l'agenzia Opta. Anche nel primo tempo di questa sfida, l'argentino l'area della Roma non la vede mai ma tocca più palloni degli altri due attaccanti.
Cristante riceve otto volte da Nzonzi nel primo tempo e sei volte verticalizza per Under, nelle combinazioni più utilizzate dalla Roma in fase offensiva. L'ex Atalanta è il giocatore che tocca più palloni fra i giallorossi dopo un'ora di gioco Zaniolo fa sentire la sua presenza nel pressing alto e nel recupero palla, ma restano intuizioni piuttosto isolate.
La spinta costante di Matuidi, che dà il meglio quando ha spazio per andare verso la palla, agevola la superiorità bianconera nell'occupazione degli spazi. Negli ultimi venti minuti, Allegri piazza un centrocampista più difensivo anche se con meno qualità di regia davanti alla difesa: esce Pjanic, dentro Emre Can.
La partita di Schick
In quello che diventa un 3-5-2, con Zaniolo a far da pendolo, un po' mezzala e un po' trequartista, Under viene a giocare da seconda punta accanto a Schick, che completa il primo tiro in porta dei giallorossi. I due toccano undici palloni nel primo quarto d'ora di gioco, ma solo uno all'interno dell'area bianconera. La prima combinazione conduce alla prima potenziale occasione per la Roma, la squadra che dal 2012 ha ottenuto più punti contro la Juve in Serie A: il tacco di Schick scopre una zona scoperta per la Juve se Pjanic non va a coprire davanti alla difesa.
L'attacco della Juve
Il tridente bianconero si articola secondo movimenti che tolgono riferimenti e certezze. Ronaldo avanza da seconda punta quando Dybala cuce il gioco fra le linee.
Bonucci rimane il principale regista di una Juve che nel primo quarto di partita continua ad assaltare la difesa della Roma e colleziona 9 calci d'angolo in poco più di 20 minuti. Costante l'occupazione dei semi-spazi fra centrale e terzino avversari, eloquente il divario di 62 passaggi riusciti a 22 destinati nell'ultimo terzo di campo (12 di un illuminato e illuminante Dybala). Gli esterni della Roma, più volte ripresi da Di Francesco, si lasciano sorprendere fuori posizione nelle transizioni negative, una volta che un compagno ha perso palla, e la Juve riesce a far viaggiare il pallone da un lato all'altro sfruttando la porzione di campo che inevitabilmente gli avversari aprono fra difesa e centrocampo. Le aperture di Chiellini verso Alex Sandro e di Bonucci verso De Sciglio, insieme agli appoggi in direzione contraria, sono le più frequenti combinazioni di passaggi nel primo tempo.
Gli esterni preoccupano la difesa della Roma, e proprio gli esterni si fanno battere nell'azione del vantaggio. Palla persa da Zaniolo, cross da sinistra di De Sciglio per Mandzukic e Santon (un tackle e un cross bloccato nei primi 70 minuti), scelto proprio per contrastarlo sulle palle alte, paga un colpevole ritardo in copertura: il resto lo fa l'implacabile visione della porta del croato. La Juve segna il 15mo gol nei primi tempi, equamente distribuiti nei tre quarti d'ora, Mandzukic firma l'ottavo su 17 occasioni da rete.
I cinque tiri di Ronaldo nel solo primo tempo, tutti dall'interno dell'area, abbinati agli undici passaggi in avanti sui 20 totali, aumentano la distanza fra le 11 reti del vicecapocannoniere della Serie A e gli expected gol, le reti attese secondo il modello Opta che considera anche distanza e posizione da cui si tira: CR7 è l'unico giocatore della Serie A che avrebbe dovuto segnare più di 10 reti finora, secondo queste analisi.
Cristiano Ronaldo ha segnato cinque gol e fornito due assist nelle sei partite di Champions League giocate contro la Roma. Il portoghese, andato a segno in tutti gli ultimi tre incroci con i giallorossi, finisce due volte frustrato da Olsen nel secondo tempo, anche se la difesa più di posizione della Roma viene troppo facilmente bucata sui cross dalle fasce quando uno degli attaccanti si inserisce negli spazi di mezzo sul lato debole, opposto rispetto alla provenienza del pallone.
La Juve non ha bisogno di spingere per firmare un successo da record. E allungare i limiti di un dominio su cui ancora non tramonta il sole.