Tre gol subiti in 2 partite, perché il Napoli di Carlo Ancelotti balla in difesa
Il Napoli prosegue la sua cavalcata vincente in questo suo ostico avvio di stagione superando in casa pure il Milan di Gattuso bravo però ad imbrigliare gli azzurri per almeno 50/55 lunghissimi minuti prima della riscossa finale e del sorpasso dei campani. Minuti nei quali i rossoneri, pur non riuscendo a mettere sotto gli avversari sul piano del gioco e del palleggio, evidenziano i limiti di una retroguardia, quella azzurra, ancora da registrare e che, al momento, sembra il vero punto debole di un collettivo, specie dalla cintola in sù, davvero molto, molto forte.
Un pacchetto arretrato da tre gol subiti, uno in più rispetto alle prime due gare dello scorso anno, e da tante, troppe incertezze che costano care specie se si tiene conto dello score al passivo in relazione ai tiri subiti nello specchio della porta: tre conclusioni, tre gol. Tre campanelli d’allarme squillanti per una difesa, appunto, ancora di là dalla forma migliore. Qui, mali e difficoltà di un quartetto d’archi, almeno nella passata stagione, di grande, grandissima affidabilità.
Pressing discontinuo, gli avversari controllano di più la sfera
Uno dei difetti, sia pure smussati negli ultimi tempi, quasi congeniti della nuova gestione ancelottiana è rappresentato dalla difficoltà dell’attuale undici azzurro di garantire, come ordina il mister, un pressing alto, costante e produttivo per larghi tratti delle partite napoletane.
Troppe volte, fra pre-season e prime sfide ufficiali, infatti, gli interpreti partenopei perdono le distanze, finiscono per diventare ‘lunghi’ sul rettangolo verde per poi prestare il fianco, come ieri col Milan, specie nel caso del secondo gol, al fraseggio avversario.
Mancanza delle coperture preventive in difesa
Il primo gol del Milan, invece, è utile per spiegare le mancanze napoletane nel gestire gli inserimenti senza palla dei centrocampisti a rimorchio delle compagini avversarie. Nel caso citato, difatti, Bonaventura si prende gioco di Allan, in evidente ritardo/affanno in ripiegamento, trova lo spazio per calciare davanti ai due centrali azzeccando, con una conclusione magistrale, la rete del momentaneo 0-1. Un gol da cineteca ma che, allo stesso tempo, mostra le difficoltà azzurre, specie nel centrocampo a tre composto dal brasiliano, da Hamsik e Zielinski, nelle coperture preventive e nelle letture in fase passiva.
Terzini troppo alti, corsie in affanno
Fra le novità portate dal nuovo tecnico del Napoli Carlo Ancelotti non possiamo non parlare del mutato atteggiamento dei terzini che, ora, senza soluzione di continuità, spingono da ambo i lati. Una scelta che crea discontinuità con quanto finora messo in atto al ‘San Paolo’ da mister Sarri che, prima con Ghoulam e poi con Mario Rui, ha sempre offensivamente privilegiato la corsia mancina a dispetto di quella destra maggiormente bloccata in fase difensiva. Una soluzione, questa, che garantiva maggiore copertura e che al momento, specie con uno scarso aiuto da parte di esterni d'attacco e mezzeali, può comportare qualche rischio di troppo.
Errori individuali e di posizione
Infine, non possiamo non parlare dei tanti piccoli errori individuali, di concentrazione, voglia o posizione, che stanno non poco condizionando la difesa campana. In pre-stagione con Liverpool e Wolfsburg e ora con la Lazio ed il Milan, la retroguardia napoletana ha spesso messo in mostra incertezze marchiane che hanno condotto gli avversari a facili conclusioni a tu per tu col portiere.
Basti pensare al caso di Immobile di una settimana fa, con tutti i centrali a correre dietro l’asso italiano, e poi a farsi superare con una comoda finta dal #17 biancoceleste, al cattivo posizionamento per mettere in offside Mehmedi di Malcuit al suo esordio in maglia Napoli contro i tedeschi del Wolfsburg o, per concludere, alla disattenta e ‘lasca' diagonale di Hysaj nel gol dello 0-1 di Bonaventura. Insomma, se in avanti le armi abbondano con tante frecce all’arco offensivo di Ancelotti, in difesa, in termini di non possesso, le cose da correggere, anche se siamo solo alla seconda giornata, sono ancora tante, forse, troppe.