Torneo di Viareggio 2011: Simone Dell’Agnello, la storia del futuro bomber azzurro
“Generazione di fenomeni… non siamo mica tutti uguali noi, c'è chi è più bravo sai” cantano gli STADIO e chissà perché ci viene in mente lui. Al Torneo di Viareggio, di giovani promesse, di futuri campioni ce ne sono eccome, eppure tra questi c’è sempre, e sempre ci sarà, chi merita la copertina, chi si becca più elogi di tutti e chi si ritrova dall’oggi al domani nel vortice della notorietà.
Prima fu il tempo dei vari Balotelli, Santon e Destro, poi quello di Marilungo e Immbile e ora è l’era di Simone Dell’Agnello. Certo, oltre a lui, c’è anche un certo Del Duca, altro incredibile talento degno di nota, ma nel calcio si sa i riflettori a conti fatti sono per chi vince e lui ha vinto tutto quello che si poteva vincere. Il ragazzo d'oro nerazzurro ha regalato la vittoria ai suoi siglando una doppietta d’autore nella finale contro la Fiorentina, ma non solo, si è portato a casa il titolo di capocannoniere, in ex aequo proprio con Del Duca, con sette reti e ora? Ora, Simone merita spazio, la sa lui, lo sappiamo noi e lo sa senza ombra di dubbio Leonardo. Benitez era stato attento, e al giovane talento aveva già regalato diverse presenze in Serie A, nonché la tournèe in America con la prima squadra a luglio. Adesso è compito del tecnico brasiliano fare in modo che il ragazzo affini le sue capacità e da stella della primavera si trasformi in assoluto campione.
Già campione, perché Simone i segni del predestinato li ha dati sin da subito. Sono lontani i tempi in cui nelle giovanili nerazzurre si parlava solo e tanto di Mattia Destro e infatti, chissà perché, quando il capocannoniere dello scorso campionato Primavera è stato girato in prestito al Genoa in casa nerazzurra non si sono preoccupati più di tanto, viste le doti di un certo Simone Dell’Agnello.
Classe 1992, cresciuto nel settore giovanile del Livorno, sotto segnalazione del diesse Piero Ausilio, fu acquistato dall’Inter nel 2007 come contropartita all’interno della trattativa che ha portato Giovanni Pasquale in terra dei labronici. Fu un’operazione fulminea, che permise ai nerazzurri di strapparlo dalle grinfie di Fiorentina e Juventus già pronte a portarselo a casa. Disputa due anni negli Allievi e prima di passare alla Primavera, mette le cose in chiaro immediatamente: 22 sigilli nella stagione 2008/2009. Da qui la scalata rapida e inarrestabile, e Simone, passo dopo passo, si fa anche tutta la trafila delle varie Nazionali giovanili, ritagliandosi ruoli da protagonista all’Europeo Under 17 in terra tedesca e disputando il Mondiale Under 17 in Nigeria.
Ora ha un contratto con il club di Moratti sino al 2013 ma dopo gli ultimi trascorsi è molto probabile che sarà mandato in qualche squadra minore a sviluppare al meglio le sue caratteristiche: la grande fisicità e la possanza atletica lo rendono il classico centro boa, capace di fare sponda ai compagni, di far salire la squadra, ma soprattutto di fare gol. Nel colpo di testa la sua arma migliore, ma guai a dargli troppo spazi palla al piede. Ha fiuto del goal, sa sfuggire alle attenzioni dei difensori avversari e sa farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto.
Già dalla passate stagione qualcuno ha provato a portarlo in Serie B o in Lega Pro, ma l’Inter ha scelto le mura domestiche per dargli le ultime dritte prima di spiccare il volo. Ora il campione è pronto al grande passo, certo deve ancora mangiarne di erba per crescere ma di sicuro, il tempo non gli manca e d'altronde come insegnano gli STADIO: "Trattami come un uomo che non sono un bambino, "che poi" non mi diverto più", Generazione di fenomeni, e l'Italia ne ha davvero bisogno.