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Torino, Mazzarri: “Striscioni Superga? Quella squadra non si tocca e merita rispetto”

L’allenatore granata, nella conferenza stampa che si è tenuta alla vigilia della sfida con la Fiorentina, ha commentato il caso degli striscioni fatti entrare allo Stadium: “Quei giocatori hanno segnato la storia d’Italia e sono stati l’orgoglio della nostra nazione. Non vanno toccati, solo ricordati”.
A cura di Alberto Pucci
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A distanza di molti anni, la tragedia di Superga continua a far piangere i tifosi del Torino. Rispetto a quel maledetto 4 maggio del 1949, ora le lacrime sono però più che altro di rabbia e sgorgano ogni qualvolta qualcuno osa infangare il ricordo di quella straordinaria e sfortunata squadra. Dopo la recente inchiesta televisiva di "Report", che ha portato alla luce il rapporto quanto meno discutibile di alcuni dirigenti juventini con parte degli ultrà bianconeri, anche Walter Mazzarri ha voluto dire la sua sull'ignobile moda di offendere i morti di Superga

"Nel dopoguerra il Grande Torino, al pari di Coppi e Bartali, ha segnato la storia d'Italia – ha spiegato il tecnico, nella conferenza stampa della vigilia di Torino-Fiorentina – Sono stati l'orgoglio della nostra nazione e non vanno toccati, solo ricordati. Gli striscioni? Non entro nel merito, perché ognuno deve fare il proprio mestiere. Ma questo è il mio pensiero".

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Cairo chiama in causa la Juventus

La presa di posizione dell'allenatore livornese, è arrivata dopo quella del presidente Urbano Cairo. Stimolato da una lettera aperta dei suoi tifosi, nella quale gli veniva chiesto di condannare l'episodio smascherato da "Report", il patron granata non si è tirato indietro e ha mandato un messaggio inequivocabile alla società campione d'Italia: "La Juventus e il presidente Agnelli chiedano scusa alle famiglie della vittime e a tutti i tifosi del Torino", ha chiesto Cairo alla "Gazzetta dello Sport".

"Non sono un giudice, ma c’è un sentimento comune da parte di tutto il popolo granata che si sente offeso dall’ipotesi che possano esserci state connivenze con quell’episodio terribile e disumano – ha concluso il presidente – Quegli striscioni sono ignobili e non c’entrano nulla con il mondo dello sport, non possono entrare in nessun posto, non solo in uno stadio".

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