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Torino, Cairo su Immobile e Cerci: “Si sono pentiti di aver lasciato i colori granata”

Uno all’Atletico Madrid, l’altro al Borussia Dortmund per cercare fortuna ed esplodere definitivamente. Ma oggi Cerci è tornato in Italia, al Milan e l’ex Pescara si ritrova in una situazione tutt’altro che agevole. Con il presidente granata che ha svelato: “Oggi non partirebbero più, me l’han detto loro”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il cuore granata non si dimentica e chi lo abbandona a volte sbaglia. Come Ciro Immobile e Alessio Cerci che hanno scritto la recente storia del Torino con l'ultima stagione trascorsa da autentici trascinatori e protagonisti della squadra piemontese allenata da Giampiero Ventura e guidata da Urbano Cairo che vedevano in loro la rinascita di un'epoca di gloria e fortune oramai da troppo tempo sopita. Immobile-Cerci come Pulici-Graziani, la storia del Toro che si faceva quotidianità con l'ex Pescara e Genoa che tagliava il trofeo personale di capocannoniere della Serie A e l'ex viola che siglava gol che sono poi valsi l'accesso in Europa League (anche grazie all'Irpef non pagata da Ghirardi). Due giocatori su cui costruire il proprio futuro ma che invece sono stati richiamati dal canto delle sirene estere che non hanno lasciato scampo ai progetti di gloria granata: Alessio Cerci verso il ‘calcio che conta', quello dell'Atletico Madrid campione di Spagna con a capo Diego Simeone; Ciro Immobile in quel Borussia Dortmund autentica sorpresa internazionale alla guida di Jurgen Klopp. Oggi, però, il primo è tornato mestamente in Italia con la maglia del Milan, il secondo non riesce a far uscire il Borussia dalla crisi che ha per lungo tempo condannato i giallorossi a lottare per non retrocedere.

Urbano Cairo ovviamente non gioisce per le ‘disgrazie'  dei due figlioli ingrati, ma il presidente del Torino ha comunque le idee chiare su come dovevano andare le cose: sia Immobile che Cerci avrebbero fatto meglio a restare in granata tanto più che oggi il Torino ha ritrovato un assetto da grande club sia in campionato dove sta lottando per una piazza europea, sia in Coppa dove ha riscritto la storia vincendo al San Mamès. "Immobile poteva restare un altro anno con noi per consolidarsi. Il problema è che io ero tra due fuochi: il giocatore voleva partire e la Juve, che aveva in mano il 50% del suo cartellino, voleva cederlo. Cerci, invece, voleva andare via e anche Ventura che è molto affezionato a lui aveva avallato la cessione. Il problema è che una vera offerta è arrivata solo alla fine. Adesso, però, entrambi si sono pentiti di essere andati via. Sono stati loro a dirmelo"

Il presidente Cairo ha però avuto il coraggio di ripartire senza cambiare. Vi Cerci e Immobile si è comunque continuato a fidare di mister Ventura e di scelte tattiche e tecniche che oggi non rimpiange. In lui ho visto un allenatore capace di realizzare un certo tipo di progetto legato ai giovani. Un progetto molto adatto anche al Torino che ha un budget ed un bilancio diverso da altre squadre. E' stato molto bravo anche Petrachi che me l'ha suggerito. E' un qualcosa di piu' articolato di un rapporto tra me e lui, è una società che lavora".

Adesso con il Toro in corsa in Europa League e in ottima posizione in classifica è già tempo di guardare al prossimo anno, programmando mercato, scelte e strategie. Cairo racconta la linea da seguire nel mercato granata, un progetto che segue le possibilità del club, cercando di aumentarne la qualità: "Noi dobbiamo prendere dei calciatori che vanno dai 1,5 ai 4 milioni e poi cercare di prendere dei giovani per svilupparli e farli decollare. E se consideriamo che noi siamo davanti al Milan che fattura quattro volte noi, questa è un'anomalia".

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