6.332 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Tito Vilanova è morto, Barcellona in lutto (video)

Il tumore ha stroncato la vita dell’ex allenatore del Barcellona dopo 3 anni, il cancro lo aveva aggredito nel 2011 alla ghiandola parotide. Al capezzale di Vilanova sua moglie Montse, i figli Charlotte e Adria, Jordi Roura e Aureli Altimira, preparatore atletico e amico da anni.
A cura di Maurizio De Santis
6.332 CONDIVISIONI
Immagine

Tito Vilanova è morto. A 45 anni, la vita dell'ex allenatore del Barcellona è stata stroncata dal cancro. Il tumore alla ghiandola parotide lo ha aggredito nel 2011 e lo ha consumato in 3 anni trascorsi a combattere contro la malattia. Tre anni di lotta disperata, scanditi da ben 4 operazioni (l'ultima, giovedì scorso per complicanze gastriche dovute alla recrudescenza della patologia) e un ciclo di cure specialistiche svolte a New York, in Francia. Perché la vita è così, prende (tutto) e dà (poco) quando vuole. Non chiede il permesso. Nemmeno le importa se alleni una squadra di marziani. Sulla terra sei come tutti gli altri. E non bastano tutti i soldi del mondo per guarire. Tito Vilanova non ce l'ha fatta, le sue condizioni s'erano aggravate col passare delle ore. Accanto a lui, nella clinica Quiron, c'erano sua moglie Montserrat-Chaure (da tutti conosciuta come Montse e consorte da oltre 20 anni), i figli Charlotte (20 anni) e Adria (17enne, che a suo padre dedicò anche un gol durante un match con le giovanili blaugrana), Jordi Roura (che lo sostituì in panchina durante la sua permanenza nella Grande Mela) e Aureli Altimira, preparatore atletico e suo grande amico da anni.

Vice di Guardiola. Dal 2001 ha intrapreso la carriera di allenatore (Palafrugell, Figueres, Terrassa le prime squadra che ha guidato) e al Barcellona (2007/2008) fa il secondo di Guardiola che lo vuole accanto come tattico di fiducia. Brillare di luce riflessa non è la cosa peggiore che possa capitare. Si può fare la storia e chiamarsi ‘Nessuno'. Si può vincere e restare nell'ombra. Dietro le quinte del palcoscenico cambia la prospettiva, non lo spettacolo: a lui, Pep, lascerà il timone dei catalani dopo l'addio e la decisione di star fermo un anno prima di trasferirsi al Bayern Monaco. Fu allora che nacquero dissapori, come spesso succede quando le strade si separano e per dirsi addio si fanno (e si dicono) le cose più sciocche.

Il gelo e la pace. Il club annunciò il nome di Tito nel giorno della conferenza stampa d'addio e Pep la prese male, tanto da accusare il Barça di aver strumentalizzato la malattia di Vilanova per colpire lui, che era andato a predicar calcio in Germania. Calò il gelo, il legame col vecchio amico della Masia s'era spezzato. Lui a New York a godersi l'anno sabbatico, l'altro (il suo secondo) costretto al viaggio della speranza per salvare la propria vita. Soli, come isole nella corrente. Fino a ritrovarsi, l'uno di fronte all'altro, a ottobre scorso: quando Pep mise da parte l'orgoglio e volò da Monaco fino a Barcellona. Fu la pace. Un segno di pace. Come mettersi l'animo in pace.

Tanti i messaggi di solidarietà e d'incoraggiamento sui Social Network ma anche il rincorrersi delle voci sulla sua morte hanno scandito le ore della notte e di tutta la giornata di venerdì in attesa delle ultime notizie. Poco alla volta si sono affievolite tutte le speranze che potessi riprendersi. Il mondo catalano, tifosi, calciatori e società, non lo hanno mai abbandonato pur facendo calare lo stretto riserbo sulle sue condizioni in segno di massimo rispetto per la privacy. "Animo Tito" è la coreografia spettacolare che il pubblico azulgrana gli dedicò nell'anno dello scudetto conquistato in sua assenza. "Animo Tito", "Forza Tito" è il messaggio che i calciatori e il mondo dello sport spagnolo gli hanno rivolto nel corso della malattia. Per il mondo blaugrana è stato come vivere un incubo, che ha riportato alla memoria il dolore per Eric Abidal, il difensore francese colpito da un cancro al fegato. La sorte gli è stata amica: Abidal è riuscito a salvarsi e oggi, dopo aver lasciato la Spagna, gioca in Ligue 1 col Monaco.

Mourinho e il dito nell'occhio di Tito. Con i catalani Vilanova ha vinto un titolo nella Liga (campionato 2012/2013) ma ha dovuto arrendersi al tumore che lo ha affetto dal 2011. In quello stesso anno, durante la gara di ritorno della finale di Supercoppa di Spagna, Tito si scontrerà con José Mourinho, allora sulla panchina del Real Madrid. Il tecnico dei ‘blancos' viene scoperto dalle telecamere mentre gli infila un dito nell'occhio. Si scuserà, capendo che il rumore dei nemici a volte è solo dentro di noi.

La carriera da calciatore. Nato nel 1968 a Bellcaire d'Empordà, in Catalogna, Vilanova ha iniziato a giocare nelle giovanili blaugrana (dal 1984 al 1990). Da calciatore professionista ha indossato le maglie dell'Uniò Esportiva Figueres (1991/1992, sfiorò la promozione nella Liga nel confronto diretto con il Cadiz), Celta Vigo, Badajoz, Mallorca, Lleida ed Elche. Nel 2000 ha poi appeso le scarpette al chiodo.

6.332 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views