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Class action dei tifosi laziali e indagine Figc sull’arbitro Giacomelli

Dopo le accuse di tifare per la Roma, all’arbitro Giacomelli è giunto l’avviso di una azione legale promossa dai tifosi della Lazio per difendere i propri diritti. Intanto la Figc ha aperto un fascicolo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Un arbitro che dimostra di tifare per una squadra in particolare. Una tifoseria in subbuglio per alcuni errori che col senno del poi sembrano essere di parte. La Federcalcio che medita di aprire un fascicolo sul caso. E adesso anche una class action nei confronti del direttore di gara. E' quanto sta accadendo attorno alla figura di Piero Giacomelli, arbitro di serie A che sui suoi profili social non ha nascosto le simpatie per la Roma e per Totti. Tanto da scatenare l'ira dei tifosi laziali che adesso si sono mossi con una azione legale per chiedere danni materiali e morali all'arbitro.

La Figc apre un fascicolo

Un ‘caso' che la Federazione ha preso in esame aprendo una procedura verso Giacomelli. Le ragioni dell'apertura del fascicolo (che comportano anche un possibile deferimento dell'arbitro) non sarebbero da ricondurre soltanto alla foto dell'arbitro con Totti postata sul social, ma anche al regolamento dell'Aia, che prevede espressamente il divieto di "partecipazione a gruppi di discussione, posta elettronica, forum, blog, social network o simili in modo anonimo, ovvero mediante utilizzo di nomi di fantasia o nickname atti a impedire l'immediata identificazione del suo autore".

Class action contro Giacomelli

Una class action vera e propria è stata presentata dai tifosi della Lazio contro Piero Giacomelli e Marco Di Bello, rispettivamente direttore di gara e video assistance referee del match Lazio-Torino dell'11 dicembre scorso, a seguito dei presunti errori che hanno portato all'espulsione di Ciro Immobile attraverso l'uso della moviola in campo, anziché concedere il rigore all'attaccante per fallo di mano di Iago Falque.

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Inaccettabili profili di colpa

E' la conseguenza, non ultima probabilmente, dopo che gli stessi sostenitori della Lazio avevano evidenziato le simpatie del direttore di gara per la Roma e per presunti tori nei confronti della loro squadra. I tifosi biancocelesti ora chiedono un risarcimento dopo aver visto "leso nel proprio diritto di poter vivere la propria passione sportiva al riparo da condizionamenti illeciti, in quanto fondati su condotte connotate da inaccettabili profili di colpa".

Il fatto incriminato: l'espulsione di Immobile

I tifosi contestano la condotta dei due arbitri "gravemente e del tutto immotivatamente discostata da quanto stabilito dal regolamento del Giuoco del Calcio, dalla "Guida Pratica AIA" e dalle successive raccomandazioni del Settore Tecnico in tema di rilevazione del fallo di mano, privando la squadra di un sacrosanto calcio di rigore", con l'aggravante che l'intervento del Var "è stato richiesto in merito al contatto tra il difensore del Torino Burdisso e l'attaccante della Lazio Immobile, in occasione del quale è stato commesso l'ulteriore errore dell'espulsione del giocatore della Lazio, lasciando impunito il giocatore del Torino".

La responsabilità soggettiva del danno

Errori che avrebbero delle precise responsabilità di cui dare conto in sede legale affinché "si affermi con forza il principio di responsabilità anche con riferimento all'operato degli arbitri, attori, al pari delle altre componenti (tifosi, società, calciatori) di uno spettacolo che non può permettersi di essere falsato da decisioni dei direttori di gara palesemente errate e addirittura in contrasto con le regole ufficiali del gioco".

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