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Terzo ko in 5 gare della Liga, ennesima ‘manita’. Montella: “Chiedo scusa ai tifosi”

Il Siviglia cola a picco contro l’Eibar in campionato, l’ex allenatore del Milan prova a spiegare le ragioni della disfatta senza cercare attenuanti.
A cura di Maurizio De Santis
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Come fai a giustificare una scoppola così mortificante in campionato? Semplice, non la giustifichi affatto e ci metti la faccia. Vincenzo Montella l'ha fatto come sempre – gli succedeva anche al Milan, ma quella era un'altra storia –  quando s'è trovato a commentare l'ennesimo capitombolo in campionato del suo Siviglia. Questa volta, però, è stata davvero dura presentarsi davanti ai microfoni e provare a spiegare la ‘manita' – i cinque palloni – incassati nella sfida contro l'Eibar. Che sberla, davvero. Un brutto colpo per l'allenatore rossonero che pure sembrava aver cancellato i dubbi e le polemiche scaturite dalle difficoltà d'ambientamento grazie alla vittoria in Coppa del Re contro l'Atletico. Invece, un primo tempo balordo (al 45° il risultato era già sul 3-1) ha rappresentato l'anticamera della disfatta.

La disfatta con l'Eibar. I baschi sono andati a segno con Orellana (doppietta), Kike, Ramis e Arbilla. Agli andalusi non è stato sufficiente il rigore di Sarabia per restare aggrappati al match. Il Siviglia resta fermo a 33 punti (6°) e vede avvicinarsi l'Eibar, ora a -1. E' la terza sconfitta in cinque gare di Liga per Montella (seconda cinquina subita dopo quella contro il Betis): zavorra per le ambizioni di una società che mira a centrare la qualificazione alla prossima edizione della Champions League e per lo stesso accesso all'Europa League.

Siamo molto dispiaciuti, prima di tutto voglio chiedere scusa ai tifosi sperando che mercoledì ci diano una mano a raggiungere la finale (c'è il ritorno della sfida col Leganes in Coppa del Re, ndr) – ha ammesso Montella in conferenza stampa, senza cercare attenuanti per la pesante debacle incassata -. Abbiamo iniziato male e siamo stati messi sotto sia sul piano fisico che mentale. I nuovi calciatori? Sono in un contesto nuovo e devono integrarsi con la squadra ma questo è normale.

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