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Shaqiri contro l’Inter: “Strutture fatiscenti e poca professionalità”

Il trequartista svizzero arrivò nel gennaio 2015 e rimase in nerazzurro fino a giugno dello stesso anno senza mai incidere. Una fugace presenza che non ha mai lasciato il segno. A distanza di due anni, Shaqiri getta veleno: “Mai vista una società così poco professionale. Tanta tattica, idee poche, strutture inadatte e allenamenti assurdi”
A cura di Alessio Pediglieri
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Xherdan Shaqiri attacca l'Inter. E non lo fa in campo, da avversario con la maglia dello Stoke City, sua attuale squadra, con cui sta giocando un più che dignitoso campionato inglese, ma lo fa dai microfoni di ‘Spox', sparando ad altezza uomo sulla sua veloce e negativa esperienza in nerazzurro. Che durò dal gennaio 2015 all'estate dello stesso anno, quando l'Inter decise di acquistare il trequartista svizzero dal Bayern Monaco, con la formula del prestito e diritto di riscatto. Mai esercitato, per le prestazioni deludenti del giocatore, rispedito velocemente al mittente.

Il flop svizzero

Shaqiri non brillò in nerazzurro. E' vero, arrivò in un periodo (l'ennesimo) di fermento nerazzurro, insieme ad un'altra delusione di mercato, Podolski, tedesco mai esploso a Milano. Ma è pur vero che al giocatore svizzero si chiese qualità e quantità, contando anche giocando sulla voglia di riscatto del giocatore che al Monaco non aveva più spazio. E invece, nella sua veloce permanenza milanese non si distinse quasi mai, senza inserirsi nel progetto.

Troppa tattica

Oggi, a distanza di quasi due anni, ecco che lo stesso Shaqiri torna sul suo passato interista e non lo fa col sorriso sulle labbra: "In quella finestra di mercato l'Inter è stata la squadra che mi ha voluto più di tutte, anche perché i nerazzurri mi promisero una nuova Inter, un progetto serio che mi affascinò. L'accoglienza è fu incredibile: un uomo della sicurezza all'aeroporto mi ha quasi soffocato perché c'era troppa confusione, tutti i tifosi mi hanno accolto benissimo, ero entusiasta. Poi, nulla di tutto ciò".

Poca professionalità

Ai microfoni della svizzera Spox, Shaqiri cala l'asso di spade: "Il calcio era sicuramente molto tattico in Italia e durante la settimana si faceva molto lavoro su questo aspetto. Questo è stato uno svantaggio per me perché era molto difficile portare quelle idee nel mio stile di gioco esplosivo. Ma durante la settimana non mi aiutano per nulla: c'era allenamento nel quale io calciavo corner per due ore consecutive, una cosa inutile, mai vista prima. Poca professionalità, vista anche nelle strutture, nell'alimentazione, nelle analisi sui giocatori. L'Inghilterra è tre passi avanti"

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