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Serie A: Dybala il top, Dzeko il flop

Il migliore in assoluto è stato l’acquisto di Paulo Dybala dal Palermo alla Juventus. Il peggiore: Dzeko alla Roma dal City. Bene anche Bacca al debutto in rossonero, male Kondogbia e Jovetic in nerazzurro. El Shaarawy e Perotti, jolly di gennaio della Roma.
A cura di Alessio Pediglieri
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Dybala s'è rivelato la Joya della Juventus. Dzeko più croce che delizia. Balotelli senz'anima nell'ennesima chance concessagli dal Milan e dal calcio italiano. I ‘cavalli di ritorno' della Roma (come El Shaarawy e Perotti) hanno mostrato forza e tecnica da puledri di razza. Kondogbia e Jovetic fanno parte delle delusioni nerazzurre di ‘Mancio'. Stagione conclusa, tra i top e i flop ecco chi ha mantenuto le attese e chi ha deluso di più.

I flop

Dzeko, un flop da 15 milioni di euro – Il peggiore acquisto di questa stagione è senza dubbio Edin Dzeko. Purtroppo per l'ex bomber bosniaco arrivato direttamente dal Manchester City per ridare lustro all'attacco giallorosso, questa stagione è stata costellata da un flop dietro l'altro. Prima con Rudi Garcia, poi con Luciano Spalletti Dzeko non ha mai permesso ai tecnici di poter contare su di lui. Nemmeno in Europa. Una delusione cocente per chi doveva essere il fiore all'occhiello dell'ultimo mercato estivo, accolto come un eroe, pronto ad andarsene come un perdente: 38 partite, 10 gol, 6 assist e almeno altrettante reti clamorosamente sbagliate. E dire che era partito anche bene con il gol alla Juventus, per poi spegnersi e perdersi.

Balotelli senz'anima  – Oltre al giallorosso già con la valigia in mano, la palma della delusione massima è anche sul volto e sul nome di Mario Balotelli. Richiamato in rossonero con un prestito dal Liverpool anche (Super)Mario non resterà ancora a lungo a Milanello. Non ha compiuto sciocchezze come in passato né dentro né fuori dal campo, ma il fuoco ribelle che ne animava le goliardate spegnendosi ha soffocato anche le qualità che lo avevano fatto distinguere sin da giovanissimo. Ha fallito ogni volta che gli è stata data la possibilità per emergere, non ha mai ripreso il feeling coi tifosi né con la squadra. E alla fine è un po' il simbolo del Milan attuale: perso, disilluso, spaesato.

I dolori nerazzurri: Kondogbia e Jovetic – Un po' come due giocatori che dovevano fare la differenza a Milano sponda nerazzurra. Il primo, pagato 40 milioni e che porta il nome di Kondogbia, che all'attivo ha un paio di gol e altrettante prestazioni convincenti. Poco, pochissimo, quasi niente. Può ringraziare la pazienza e la stima di Mancini nei suoi confronti perché altri per molto meno sono stati messi al palo. Se il francese però dev'essere considerato un investimento, chi doveva dimostrare di essere una garanzia pronta per fare il salto di qualità era Jovetic. Un avvio scoppiettante, una fine tra le polemiche  e le incomprensioni. Con obbligo di riscatto, il vero problema dell'Inter per la prossima estate.

I top

La Joya Dybala – Il migliore tra i migliori acquisti è stato senza dubbio Paulo Dybala, la Joya bianconera che ha deliziato il palato anche più fine ed esigente. Se le ultime annate erano state determinate dalle giocate e dai gol di Carlos Tevez, il pubblico juventino ha saputo subito apprezzare un connazionale dell'Apache che, più giovane, ha fatto ancor meglio al suo debutto alla Juventus. E' lui il fiore all'occhiello di un mercato dove Marotta ha pescato bene anche in Khedira e Mandzukic. Subito dietro la Joya, il secondo posto va a Carlos Bacca attaccante di un Milan in disarmo ma capace al suo primo anno in A di segnare 18 gol e confermare il suo fiuto sotto porta. Veloce, intelligente, integro, capace. Ha saputo giocare con chiunque Mihajlovic o Brocchi gli abbiano messo a fianco, da Balotelli a Bonaventura, da Honda a Luiz Adriano.

El Shaarawy e Perotti, jolly di gennaio – Ma se Dybala è stato il miglior acquisto estivo, chi si è distinta maggiormente nel mercato invernale è stata la Roma che ha trovato due jolly che hanno fatto la fortuna di Spalletti: Stephan El Shaarawy e Diego Perotti. Il Faraone ha tenuto botta sia in Europa che in campionato subito dopo essere stato ingaggiato, a suon di gol. L'argentino si è dimostrato pedina fondamentale per gli schemi di Spalletti che hanno relegato l'idea della prima punta (Dzeko) a favore di un tridente di trequartisti dove l'ex Genoa ha spesso fattoil centrale, segnando e facendo segnare.

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