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Santander condanna l’Inter a San Siro: contestati giocatori e allenatore

L’Inter chiude con Ranocchia centravanti (il più pericoloso tra tutti) e con i fischi assordanti di San Siro. Il Bologna vince con una rete di Santander a metà primo tempo, ma è il match dei nerazzurri a far parlare: zero tiri in porta nei primi 45 minuti, solo 2 in 90. Contestato Perisic, fischiato Icardi. Spalletti al muro.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' crisi. Ed è contestazione. Il Bologna schianta l'Inter di Spalletti da questa sera ufficialmente sul banco degli imputati. La sconfitta interna contro i rossoblù – che non vincevano da 14 turni – è probabilmente anche l'ultimo atto di Spalletti che se aveva l'ombra di Conte alle spalle adesso appare davvero al muro. Un solo punto nelle tre giornate di ritorno, zero tiri in porta in 45 minuti al Bologna, 2 in totale in 90 minuti ad una squadra che presenta una delle peggiori difese della Serie A.

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I motivi di contestazione ci sono eccome: il pareggio a San Siro con il Sassuolo. Poi la sconfitta di Torino in campionato, il ko in Coppa Italia con la Lazio (ancora a San Siro), quindi il crollo con il terzultimo Bologna sempre davanti al proprio pubblico. Non interessa più che la squadra sia ancora terza e in piena corsa Champions League e nemmeno che il mercato di gennaio non ha fatto partire alcun big. L'aria è pesantissima, il processo è iniziato. Pochissimi rischiano di salvarsi.

Fischi prima e dopo per l'Inter

Iniziata malissimo l'avventura contro il Bologna per un'Inter fischiata in parte dai propri tifosi sia all'annuncio delle squadre sia a fine primo tempo. Spalletti ripropone dal primo minuto anche il contestato Perisic in campo, più per necessità che per volontà, con Politano squalificato e Keità infortunato. In avanti, Icardi unico puntero. E proprio il capitano argentino sbaglia dopo 40 secondi l'occasione d'oro per segnare e aprire le marcature del match.

Icardi sbaglia, Santander no

Il Bologna di Mihajlovic non si scompone, la prima dell'ex centrocampista anche dell'Inter è fatta di attenzione e organizzazione soprattutto tattica. Il Bologna non vince da 14 incontri, è terzultimo in campionato, in piena crisi e zona retrocessione ma i rossoblù affrontano San Siro col piglio di chi sa che l'Inter è fragile mentalmente. E ne approfitta Santander al 32′ che supera Handanovic dopo che il portiere sloveno si è mostrato monumentale sullo 0-0.

Inter senza idee, zero tiri in porta

Anche nel finale di primo tempo, il Bologna rischia di andare al raddoppio così come l'Inter che spreca il pareggio ancora una volta con Icardi, che sbaglia tutto da solo davanti al portiere avversario. Per un'Inter che non riesce mai a tirare in porta avversaria, un dato che oramai si sta presentando con sconsolante abitudine. Per questo, al fischio di fine primo tempo, da San Siro sono arrivati i primi fischi da parte dei tifosi, inviperiti per 45 minuti giocati davvero male soprattutto da parte di una mediana nerazzurra (Perisic-Nainggolan-Candreva) incapace di stimolare il gioco.

Il Bologna regge, Spalletti cambia modulo

Spalletti dà la scossa negli spogliatoi, Candreva resta sotto la doccia e si fa spazio Lautaro che affianca Icardi in un attacco che fa cambiare modulo all'Inter in disperata rimonta contro il piccolo Bologna, a San Siro. L'Inter alza tantissimo il baricentro schiacciando il Bologna nella propria metà campo e anche se i nerazzurri si dannano l'anima però non arrivano reali problemi per Skorupski che difende il vantaggio felsineo. I minuti passano, l'ansia cresce così come la confusione sulla trequarti e Spalletti cambia ancora: fuori Nainggolan per le geometrie di Joao Mario.

La disperazione si chiama Ranocchia

La mossa disperata è Ranocchia attaccante: un assetto nerazzurro che dimostra l'incapacità di trovare la porta avversaria con le punte di ruolo, affidandosi al centrale difensivo che prova a fare la boa come può, creando spesso però confusione e linee intasate in area avversaria. Il Bologna soffre, si chiude, prova il contropiede, ma più che i rossoblù è l'Inter a confermare tutta la propria incapacità di non riuscire più a tirare.

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