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Rummenigge: “La Juve batte il Barça. E vorrei Dybala a Monaco”

Il presidente del Bayern Monaco, in una recente intervista, ha detto la sua sulla sfida tra bianconeri e blaugrana e rivelato un sogno di mercato: “L’argentino mi piace molto, ma il problema è che nessun giocatore bravo viene venduto”.
A cura di Alberto Pucci
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Con mezzo titolo tedesco già in tasca, in casa Bayern Monaco si pensa all'imminente super sfida di Champions League contro il Real Madrid. A pochi giorni dal primo quarto di finale europeo, ha preso la parola Karl-Heinz Rummenigge attraverso le colonne del "Corriere dello Sport". Il presidente dei bavaresi ha analizzato in maniera lucida la corsa verso la finale di Cardiff: "Penso che questa sia la coppa più dura da vincere di tutti i tempi – ha commentato "Kalle" – A parte il Leicester, tutte le squadre qualificate ai quarti di finale sono in grado di vincerla. Difficile dire chi è la grande favorita. La Juventus è una squadra molto forte e ritengo che possa eliminare il Barcellona. Il Bayern? Mi fido dell'amico Ancelotti. Mi piace il suo modo di gestire la squadra e di vivere la vita privata. E'sempre tranquillo, anche quando le cose non vanno per il verso giusto".

Dybala e il Mondiale a 48 squadre

Nella lunga intervista concessa al quotidiano romano, Rummenigge ha poi parlato di mercato e del giocatore che vorrebbe portare al Bayern Monaco: "Ci sono parecchi giocatori bravi in molte società, ma se dovessi dire un nome direi quello di Paulo Dybala – ha continuato Rummenigge – Il problema è che nessun giocatore bravo viene venduto, e quando lo si mette sul mercato viene chiesto un prezzo fuori dal normale. Questa è la grande differenza tra il calcio di oggi e quello dei miei tempi dove c'era sempre un prezzo raggiungibile".

L'ultimo commento, decisamente più polemico, il numero uno del Bayern lo ha dedicato alla decisione di estendere il Mondiale a 48 squadre: "La scelta non mi piace – ha concluso – La Fifa si sta occupando troppo delle politiche e delle finanze e troppo poco del calcio giocato. E' un errore quello di aumentare da 32 a 48 squadre le squadre partecipanti ai Mondiali. E' stata una decisione ispirata al principio della quantità. Io sono invece un grande sostenitore della qualità".

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