Roma, ultime notizie sul mercato di gennaio: perché è bloccato e cosa succede a giugno
La contestazione nei confronti del presidente James Pallotta – gli striscioni apparsi a Tor di Valle – è l'episodio che mancava al momento difficile che attraversa la Roma in campionato. ‘Vattene via' oppure ‘U$A e getta' le frasi da contro-canto alle parole del massimo dirigente che aveva definito la squadra attuale già forte abbastanza da escludere movimenti di mercato nella sessione invernale di gennaio. E poi c'è il Fair Play finanziario dei conti che impone morigeratezza oltre alla necessità d'intervenire solo in termini d'opportunità e di cessione che porta capitali in cassa da reinvestire. In questo senso, qualificarsi alla prossima edizione della Champions diventa di vitale importanza: senza gli introiti della Coppa il ridimensionamento – sia pure contenuto – è inevitabile.
Dal vertice avvenuto a Londra tra proprietà e staff è emerso un messaggio molto chiaro: prima si vende, poi eventualmente si compra. E' in questo solco che s'innesta la strategia dei giallorossi che possono permettersi – per adesso – un profilo basso al tavolo delle trattative. La priorità resta prendere un terzino destro che funga anche da alternativa tattica a Florenzi sì da dirottarlo nel tridente offensivo. I nomi? Quelli noti da settimane: dal ‘costoso' Darmian alla classica occasione a prezzo di costo Juanfran (un'operazione alla Kolarov), più defilati Bereszynski della Samp e Manea (20enne del Cluj). Un arrivo vincolato alla partenza di Bruno Peres, il difensore brasiliano piace al Benfica e al Galatasaray (ma ha preferenze personali per la Premier).
Chi è in bilico. Nulla cambierà fino al termine della stagione. Non ci saranno scossoni all'interno del gruppo ma a fine campionato lo scenario sarà diverso e con esso le valutazioni sui singoli calciatori. Nainggolan – che ha un contratto fino al 2021 e una quotazione di mercato sui 50 milioni – non è più incedibile: è vicino ai 30 anni e se al Mondiale in Russia gioca da protagonista diventa difficile dire no a offerte importanti. Non è detto che vada via ma il suo nome è nella lista di coloro che a giugno possono essere sacrificati per ragion di Stato. Oltre all'ex Cagliari c'è anche Strootman la cui clausola da 45 milioni di euro è una sorta di bonus da giocarsi al momento della contrattazione. Florenzi è chiamato a discutere il rinnovo del contratto e al momento non è lecito andare più in là con la fantasia (la stessa che in caso di clamorosa rottura lo vedrebbe nell'orbita di società della Premier). Infine c'è Pellegrini che piace alla Juventus come al Manchester City e ha una clausola da 25 milioni di euro che lo rende un affare possibile qualora ci fosse la volontà reciproca di chiudere l'operazione.
Chi andrà via. L'ex Lione approdato in Italia nell'estate scorsa, Gonalons, sembra destinato a fare il viaggio a ritroso: tornare in Francia. Difficile che Dzeko, 32enne, resti ancora nella Capitale considerato l'investimento fatto su Schick che di fatto – quando è in campo – pesta i piedi al bosniaco. Sotto esame c'è sempre El Shaarawy il cui andamento altalenante non lo ha reso inamovibile.
Chi resta (a meno di offerte incredibili). Il portiere brasiliano, Alisson, è l'elemento della rosa che ha maggiore mercato: Liverpool e Paris Saint-Germain non lesineranno offerte nella prossima estate ma è difficile che la Roma si privi di lui anche a fine stagione a meno che non sia lo stesso calciatore a manifestare volontà differente. Chi ha appena rinnovato e ha già deciso di vestire la maglia dei capitolini sono Manolas, Fazio e Perotti. Tra i punti fermi anche De Rossi – ha un contratto fino al 2019 e solo allora deciderà se concludere la carriera in America -, Kolarov, Schick e Karsdorp (finora infortunato). Quanto a Gerson (costato 19 milioni), Cengiz Under (pagato 13.4 milioni) e Defrel è possibile che vengano ceduti ma con la formula del prestito.