Roma, Totti si racconta: “Se non fossi diventato calciatore avrei fatto il benzinaio”

Per molti sono il capitano, per altri il 10, per altri il cap ma sembra un codice postale… Poi ci sono stati altri soprannomi, qualcuno insiste con Pupone ma sono Francesco e non c'è niente di più bello che essere chiamati col proprio nome.

Francesco Totti racconta sé stesso nel video ‘Draw My Life' che la Roma ha pubblicato sui propri profili social a poche ore dall'ultima gara del ‘dieci' in giallorosso. Il calciatore appare sorridente, ha il pennarello in pugno e si china sul foglio per tratteggiare – poco alla volta – la vita di un ragazzo che aveva un sogno e lo ha realizzato: vestire la maglia della squadra del cuore, diventando il più grande nella Città Eterna e tra i migliori sul palcoscenico internazionale senza mai cambiare.

Ero Francesco e sono rimasto Francesco: essere uno di casa nelle case dei romanisti, questo il regalo più bello che mi ha fatto il calcio.

Benzinaio mancato. Cosa avrebbe fatto se non fosse riuscito a diventare un calciatore di successo? Un ‘piano b' c'era… ma per fortuna sua, della Roma e dei tifosi non è stato necessario ricorrervi. "Mi vedevo con la tuta di benzinaio", ha aggiunto il capitano.

L'affetto per Mazzone. Romano e romanista ‘sor Carletto' è stato un pigmalione per quel ragazzo di Porta Metronia che col tempo sarebbe divenuto l'idolo della Capitale e dei giallorossi, un calciatore rispettato a livello internazionale. "E' stato il mio Mago Merlino, mi ha tenuto alla larga dagli inganni e mi ha protetto dal successo".

Sensi e Zeman, pietre miliari con lo scudetto. La sequenza videoclip scorre a ritroso nel tempo e nel ripercorrere gli anni passati a Roma Totti non dimentica Franco Sensi ("un presidente a cui devo molto"), Zeman ("mi spinse ad accettare nuove sfide con me stesso, mi responsabilizzo' molto") fino a quel 17 giugno 2001 quando "il mio sogno si è intrecciato con quello di tutti i romanisti, il giorno dello scudetto".

Dal ‘cucchiaio' all'Europeo al Mondiale. In Nazionale pure ha scritto le pagine più belle del calcio Azzurro, due i momenti clou: il rigore calciato contro Van der Sar nella semifinale di Euro 2000 con il famoso ‘cucchiaio che fa il giro del mondo', e poi il tiro dal dischetto contro l'Australia che rilanciò le ambizioni dell'Italia allora guidata da Lippi.

Un passo fondamentale verso la Coppa del Mondo. A quel Mondiale ci sono arrivato per miracolo e per tenacia. Lippi fu fra i primi a venirmi a trovare e a dirmi che mi avrebbe aspettato.

De Rossi come un fratello. E di tutti i compagni avuti, uno ora è destinato a raccoglierne l'eredità, Daniele De Rossi, da tempo definito ‘capitan futuro'. "Un fratello – così lo definisce Totti -. Quando la fascia è finita sul suo braccio, ho sentito che fosse un posto sicuro, le spalle di Daniele sono un posto sicuro".

Che fatica smettere ma "continuate a chiamarmi Francesco". La nuova vita di Totti ricomincia a 40 anni. Del campo di calcio, in particolare di Trigoria e poi dell'Olimpico, gli mancherà ogni cosa. A raccontarlo è lo stesso calciatore nella parte finale del video.

Gli scarpini che allacci prima di scendere in campo, il rumore dei tacchetti, quello dei tifosi quando indovini una giocata. I ritmi della trasferta, gli scherzi e i momenti per essere seri e suonare la carica. Che fatica lasciarsi – conclude Totti -. Proviamo a farlo con una promessa: se ci incontriamo ancora per strada, salutiamoci per nome. Continuate a chiamarmi Francesco.