La Serie A 2011/2012 riparte ufficialmente: sei sorelle in lotta per lo scudetto
Il campionato è oramai alle porte. Il calendario di Serie A ha subito uno stop imprevisto ad agosto, a causa dello sciopero dei calciatori, ma oramai è questione di poche ore: la stagione 2011-2012 scatterá questa sera con un anticipo di lusso che la sorte ha voluto regalare ai tifosi: il debutto a San Siro dei campioni in carica contro la rinnovata Lazio di Reja. Poi, sarà il turno del Napoli impegnato sul delicato campo di Cesena, infine domenica – all'ora di pranzo – spazio alla Juventus nel suo nuovo stadio prima dell'abbuffata delle 15 e il ‘caffè' serale a Palermo dove scenderà in campo l'incognita nerazzurra di Gasperini. I pronostici per lo scudetto 2011-2012 sono già stati stilati da tempo e vedono il Milan ‘lepre' con altre 5 squadre a ridosso. Insomma, ‘sei sorelle' in cerca del successo. Alla vigilia dei vari debutti, non c'è occasione migliore per analizzare come si sono preparate le principali protagoniste del nostro campionato.
MILAN, SI RIPARTE DAL GRUPPO CAMPIONE – L'ultimo ‘botto' di mercato ha permesso ad Allegri di avere una squadra ancora più completa rispetto alla scorsa stagione. Pochissime ‘uscite' ed ‘entrate' chiRurgiche hanno permesso ai rossoneri di non scomporre il puzzle costruito lo scorso anno. Quattro tessere importanti come Taiwo, Aquilani, Nocerino e El Sharaavy saranno fondamentali nel corso di una stagione che vorrebbe il rilancio anche in campo internazionale. Intanto, peró, contro la Lazio di Reja, proprio Allegri varerà la formula vincente dello scorso campionato: tutti i nuovi acquisti in panca (ad eccezione del solo Aquilani, causa infortuni) e spazio a chi si è conquistato sul campo scudetto e Supercoppa. Pato, Boateng, Thiago Silva, Ibrahimovic. Sono loro che devono ripartire da dove si erano fermati, senza bisogno di imparare nuovi dettami tattici o schemi differenti come capiterà a molte delle antagoniste rossonere, cambiate nella forma e nella sostanza.
LAZIO, POTENZIALE DA SFRUTTARE SUBITO – Edi Reja ha vinto le sue battaglie personali con Lotito e con i giocatori. Il presidente ha ‘dovuto' accettare la linea di continuità che l'allenatore gli aveva chiesto e che ha già dato un gustosissimo frutto: la vittoria in Europa League contemporanea all'eliminazione dell'odiata rivale giallorossa. Tifosi in tripudio, ambiente surriscaldato e prova del ‘nove' questa sera con il Milan campione. Il successo ottenuto con i giocatori è invece relativo alle scelte richieste e vagliate. Il ‘caso Zarate', ne è un esempio lampante e ne è uscita una squadra che ha nel suo potenziale una capacità offensiva e una percentuale realizzatrice da mettere paura, con i vari Cissè, Klose, Rocchi, Sculli, Hernanes. Senza dimenticare che l'ossatura è quella dell'anno scorso e quest'anno si ha maggior consapevolezza delle proprie capacità in un clima più sereno e unito.
INTER, REBUS E INFORTUNI – L'affaire Forlan non ha lasciato tranquillo l'ambiente. Anche se l'uruguagio ha provato a evitare che le colpe ricadessero su qualcuno affermando che lui per primo non conosceva i regolamenti Uefa, l'ira di Moratti ribolle sotto l'apparente livido fastidio. Una questione che verrà affrontata quando ci sarà il momento di giocare in Europa, al momento c'è un campionato con esordio a Palermo e tanti problemi da risolvere subito. Uno schema di gioco con tre difensori da digerire, lo spettro degli infortuni che si è puntualmente riproposto come un anno fa con Benitez (T.Motta è fermo per il bicipite, Chivu per una caviglia fuori posto, Viviano è out da tempo e anche Cordoba deve recuperare). Fatto sta che più che mai, oggi l'Inter appare un rebus dalla soluzione complicata: dovranno essere bravi i tifosi – con la pazienza e la lungimiranza di chi, avendo vinto tutto e davanti ad un calciomercato minore, può anche aspettare la fine della stagione per tirare alle conclusioni -, tenaci i giocatori – soprattutto coloro cui si richiede un pronto riscatto come Lucio, Milito, Maicon e Sneijder – a dimostrare di saper fare ancora una volta la differenza, e coerente la società a non cestinare anzitempo l'ennesimo progetto post-Mourinho.
ROMA, IL BABY TEAM CON I VECCHIETTI – Lo "stringiamoci tuti attorno a Luis" ha sciolto l'ultima punta di ghiaccio che si era creata nei rapporti tra la dirigenza e Francesco Totti. Dopo una settimana caratterizzata dalle accuse di "vanità" e di "pigrizia", la risposta del giocatore si è fatta attendere ma si è rivelata costruttiva e indirizzata verso i binari giusti. Luis, ovviamente, è Enrique il nuovo tecnico, oggetto del contendere che ha sposato la linea dello Zio Tom di rifondare una squadra di giovani talenti. Basta coltivare gli interessi di trentenni logori e pretenziosi: Bojan, Lamela, Angel, Borini, Kjaer, Osvaldo. Tutti giovanotti di 20 anni dalle grandi aspettative su cui puntare, con buona pace dei Totti, De Rossi, Perrotta, Simplicio, Borriello, giocatori che – chi più chi meno – hanno fatto la storia recente della Roma ma che oggi sono chiamati all'esclusivo compito di indirizzare i giovani sulla retta via. Compito non facile per chi è già fuori dall'Europa (e malamente) ad agosto, ma di questi tempi tutti vedono ancora il bicchiere mezzo pieno. Non si spiegherebbero le parole di Luis Enrique che – malgrado l'eliminazione in Europa League – ha visto una buona squadra, con la dirigenza che ha fato ‘cartello' a favore del tecnico nella diatriba a distanza con Totti. Adesso parola al campo.
NAPOLI, LA STAGIONE DEI LEONI – De Laurentiis ha preparato una macchina da corsa. Se lo scorso anno aveva lavorato sull'aerodinamica, quest'anno ha inserito il motore più potente dell'ultimo decennio e ha consegnato le chiavi in mano a Mazzari. Ora tocca al tecnico guidare il bolide senza sbandare fino all'arrivo. La vigilia del Napoli è stata favorita anche da un clima euforico non solo ripensando al faraonico mercato estivo (arrivati giocatori importanti ma soprattutto senza la partenza di alcun big), ma anche con il rinato amore per il ‘figliol prodigo' Ezequiel Ivan Lavezzi, l'argentino dall'animo irrequieto che da quando è rientrato nei ranghi ha fatto risbocciare l'affetto di tutta una tifoseria. La premessa c'è tutta: potrebbe essere lui l'acquisto in più del Napoli, capace di essere decisivo e di condurre i compagni alla vittoria. Se insieme a lui, Cavani confermerà le medie impressionanti dello scorso anno, con il reparto di centrocampo potenziato, questo Napoli farà divertire. Anche se il segreto per il successo sarà la continuità e non una decina di partite da ‘leoni'.
JUVENTUS, UNO STADIO COME ARMA IN PIU' – Alla fine il vero top-player è arrivato e giovedi sera si è capito benissimo: è lo Juventus Stadium, l'impianto di proprietà bianconera, autentico gioiello e unico fulgido esempio di impianto avveniristico in Italia, che darà la spinta in più ad una squadra che parte tra mille dubbi. Tanti i movimenti di mercato, in entrata e in uscita, moltissimi i colpi mancati, con improvvisi cambi di rotta e di strategie a seconda del momento. In più, un Antonio Conte che ha in mente una squadra con un gioco ben preciso ma che non sembra essere riuscito a farsi capire da Marotta, in balia dei flutti del calciomercato. Ne è nata una squadra sulla carta completa ma con troppe mezze figure e pochissimi attori protagonisti. In più, cosa non di poco conto, ci sono anche degli scontenti illustri e giocatori che fino all'ultimo si voleva andassero via ma che poi sono voluti restare malgrado tutto e tutti. Due nomi in particolare: Iaquinta e Amauri. Attenzione all'effetto boomerang' nel momento in cui le cose dovessero andare male.