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Plusvalenze e minusvalenze, cosa sono e come incidono sui bilanci dei club

Il Chievo rischia 15 punti di penalizzazione da scontare nel campionato in corso e 36 mesi di squalifica per il presidente Campedelli per plusvalenze fittizie. Ecco in cosa consistono le plusvalenze e le minusvalenze nel mondo del calcio e come incidono sui bilanci delle squadre in Italia e all’estero.
A cura di Marco Beltrami
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15 punti di penalizzazione per il Chievo da scontare nella stagione in corso e 36 mesi di inibizione per il presidente Luca Campedelli. Queste le pesantissime richieste avanzate dalla  Procura federale della Figc nel processo bis davanti al Tribunale federale nazionale presieduto da Cesare Mastrocola, per la vicenda delle presunte plusvalenze fittizie in sede di calciomercato tra il club clivense e il Cesena. Ma cosa sono nello specifico le plusvalenze e le minusvalenze nel calcio? Ecco in cosa consistono.

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Cosa sono le plusvalenze nel mondo del calcio

Con il termine plusvalenza nel linguaggio economico si fa riferimento, definizioni alla mano, alla differenza positiva fra due valori dello stesso bene inerenti a momenti diversi. Ovvero quando si vende un qualsiasi bene, ad un prezzo maggiore rispetto a quello d'acquisto. Una situazione che appunto  genera una plusvalenza e dunque un guadagno per il venditore. Trasferendoci nel mondo del calcio è semplice dunque comprendere cosa significhi realizzare una plusvalenza in un'operazione di calciomercato: un calciatore acquistato da un club ad un determinato prezzo che viene rivenduto a cifre superiori rispetto a quelle dell'acquisizione genera una plusvalenza. Ovviamente, nel caso di giocatori provenienti dal vivaio, per i quali dunque il club non ha investito soldi per l'acquisto, un'eventuale cessione genera una plusvalenza netta.

Le minusvalenze, cosa sono e perché i club le evitano

Se dunque la plusvalenza fa registrare un aumento di valore del bene, o nel nostro caso di un calciatore, con un possibile guadagno per chi vende, è opposto il caso della minusvalenza. In questo caso economicamente si far riferimento alla diminuzione del valore di un bene, rispetto all’ultimo valore conosciuto, al momento della sua vendita. Attenzione però perché in questo caso bisogna fare riferimento anche al cosiddetto deterioramento del prezzo, legato al trascorrere del tempo: è il caso di un calciatore che viene acquistato per esempio a 10 milioni di euro, e che viene ceduto dopo 3 anni di contratto a 3 milioni. In questo caso si può parlare di una minusvalenza di un milione di euro.

Come le plusvalenze (e minusvalenze) incidono sul calciomercato

Alla luce di quanto detto è chiaro che nel panorama calcistico i club facciano il possibile per realizzare plusvalenze capaci di far sorridere i bilanci (anche in ottica Fair Play Finanziario), cercando ogni formula possibile per evitare le temute minusvalenze in sede di mercato. Come evidenziato da Sky, basti pensare che nella stagione 2016/17 le plusvalenze sono arrivate a rappresentare il 22% del valore della produzione del calcio professionistico, che ammonta complessivamente 3350 milioni di euro, con ricavi in aumento rispetto all'anno precedente dell'88.4%. In quest'ottica bisogna anche considerare che le operazioni di calciomercato non impattano sul bilancio dei club immediatamente nella loro interezza, ma vengono spalmati sulla durata del contratto con tanto di ammortamento.

Gli ammortamenti al momento dell'acquisto dei calciatori, cosa sono e come incidono sui bilanci

Per spiegare in cosa consiste l'ammortamento può essere citato il caso del trasferimento di Caldara dalla Juventus al Milan nell'ambito dell'operazione Bonucci. Un doppio trasferimento che  ha fatto sorridere entrambe le squadra a livello economico. Come evidenziato da Money.it, il Milan ha acquistato il difensore ex Atalanta dalla Juve per una cifra di 40 milioni, con contratto di 5 anni e stipendio di 3.4 milioni a stagione. I 40 milioni però saranno divisi per la durata del contratto e non andranno ad incidere subito nel bilancio 2018-2019. Ogni anno l'operazione inciderà 8 milioni più lo stipendio per un totale di 11.4 milioni. Ecco allora che in secondo anno bisognerà dividere il prezzo del cartellino per gli anni di contratto, sommando l'ammortamento del primo anno, pesando così 32 milioni di euro sul bilancio del Milan. Ecco allora che in caso di cessione nell'estate del 2019, magari a 50 milioni il Milan piazzerebbe una plusvalenza di 12 milioni (in caso di addio a 20, minusvalenza di 12)

L'importanza di plusvalenze e minusvalenze sui bilanci e i controlli del Fair Play Finanziario

Le plusvalenze e le minusvalenze incidono in maniera fondamentale nei bilanci e sono ovviamente oggetto di grande attenzione dall'Uefa che anche per questo ha imposto i vincoli del Fair Play Finanziario. Il caso dell'Inter è emblematico: il club nerazzurro è rientrato nei parametri del massimo organo calcistico continentale, raggiungendo l'obiettivo di 45 milioni di plusvalenze, ottenuti grazie alle cessioni di molti giovani della Primavera e non solo. Una pratica molto diffusa soprattutto per le big che in questo caso possono ottenere notevoli tesoretti e cautelarsi magari con la recompra, e la possibilità di riacquistare i giocatori ceduti dietro pagamento di una differenza. Situazione che giova anche alle "piccole" che possono dunque prelevare giovani talenti, che così avrebbero modo di giocare continuità, e in caso di contratto con recompra, cederli ad un prezzo più elevato. Facile capire che in questo meccanismo c'è sempre il rischio di operazioni con valori dei calciatori ritoccati, proprio per far quadrare i conti. Una situazione su cui le autorità stanno intensificando i controlli.

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