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Cristiano Ronaldo accusato di stupro

Perché l’accusa di stupro a Cristiano Ronaldo è falsa e non va a processo (per la difesa)

La denuncia per presunta violenza sessuale di Kathryn Mayorga è la partita più difficile che Cristiano Ronaldo si trova a giocare in queste ore. Dopo il battage mediatico che s’è abbattuto sul calciatore, i suoi avvocati difensori sono passati al contrattacco spiegando perché è tutto falso e come sia in atto solo un tentativo di aggredire la reputazione dell’uomo “che è stata costruita su un duro lavoro, sull’atletismo e sull’onore”.
A cura di Maurizio De Santis
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Demolire la versione di Kathryn Mayorga dalle fondamenta e far sì che il castello accusatorio si sgretoli. La posizione dei legali di Cristiano Ronaldo (che non è formalmente indagato, come precisato dalla polizia di Las Vegas) è chiara: dopo aver incassato il battage mediatico martellante di questi giorni, si passa al contrattacco replicando colpo su colpo. Come? Con una linea difensiva dirompente sì da smontare tutte le obiezioni, mettere a tacere ogni sospetto alimentato da una vicenda che risale al 2009, portata alla luce da Football Leaks nel 2017 (sia pure tacendo sull'identità dei protagonisti), poi deflagrata dopo la nuova istanza presentata dalla donna (che punta ad annullare l'accordo extra-giudiziale del 2010) e il servizio pubblicato dal settimanale tedesco Der Spiegel.

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Negare e ribaltare la narrazione dei fatti, fornendo una ricostruzione diversa articolata su poche linee guida essenziali che uno degli avvocati di CR7, Peter Christiansen, ha enunciato in un comunicato apparso sul Gestifute Media (la società che fa capo a Jorge Mendes, storico procuratore del portoghese). Da un lato la polizia di Las Vegas prosegue nell'acquisizione di prove della presunta violenza sessuale da raccogliere in un fascicolo e consegnare al giudice del tribunale di Clark (in Nevada, presso il quale è stata presentata istanza) perché decida se ci sono gli estremi per rinviare a giudizio il campione lusitano oppure la vicenda verrà messa (definitivamente) in archivio. Dall'altro la determinazione del pool di legali assoldato dall'ex stella del Real Madrid. Ecco, in sintesi, i punti chiave della strategia difensiva.

  • 1. Contro Cristiano Ronaldo è in atto una campagna diffamatoria. E' la pietra angolare della linea difensiva che punta ad arginare lo tsunami mediatico abbattutosi sul calciatore fino ad allarmare perfino gli sponsor maggiori (l'americana Nike, anzitutto, di cui CR7 è testimonial). Sportivo di successo, campione, padre e uomo brand, amante della famiglia: quanto sta accadendo è solo il tentativo di aggredire la reputazione dell'uomo (si spiegherebbero anche in questo modo le voci su vicende che risalgono addirittura al 2005) così da costringerlo a pagare per il silenzio. In fondo è già accaduto in passato, perché non dovrebbe o potrebbe farlo di nuovo?
  • 2. L'accordo economico del 2010 non fu un'ammissione di colpa. E' la replica da parte degli avvocati di Ronaldo. Quei 375 mila dollari pattuiti nell'intesa extra-giudiziale controfirmata dal calciatore e da Kathryn Mayorga non rappresentano – secondo la versione della difesa – una confessione di colpevolezza piuttosto il tentativo di risolvere privatamente la questione "dietro consiglio dei legali di allora mettere fine alle oltraggiose accuse fattegli" proprio per non incorrere in quello che oggi sta accadendo: ovvero vedere lesa la propria "reputazione che è stata costruita su un duro lavoro, sull’atletismo e sull’onore".
  • 3. Le prove sono state manipolate. Le prove… già, ma quali? Quelle che nel 2009 vennero raccolte dopo la denuncia della donna: abbigliamento intimo, vestiti, referto medico redatto in ospedale dopo il ‘rape kit' – il test per la verifica dello stupro subito – al quale venne sottoposta Kathrym Mayorga. E qui la situazione s'ingarbuglia in attesa che arrivi il pronunciamento del giudice: per la parte querelante le prove sarebbero andate perse; per la polizia, invece, ci sono e sarebbero ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria; per la difesa, invece, quel materiale probatorio è da ritenere nullo perché sarebbe stato manipolato e soprattutto il frutto di dichiarazioni fasulle rese dalla donna. Cosa vuol dire? Due cose per la difesa: 1) Cristiano Ronaldo non le ha mai usato violenza; 2) che tutte le attività investigative scaturite da quelle prove mendaci oppure corrotte da vizio di forma sono inutilizzabili.
  • 4. Si trattò di un rapporto consensuale. E qui si arriva all'altro punto che regge la tesi difensiva. Non si può parlare di stupro perché mai c'è stato stupro o alcun tentativo di abusare sessualmente di Kathryn Mayorga da parte da CR7. E' stato un rapporto consensuale, è la versione fornita dagli avvocati che provano così a smentire quanto emerso nelle ultime settimane: la presunta ammissione da parte del calciatore di aver ‘insistito' nell'approccio nonostante la reticenza della donna.
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