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Perché in Serie A il Napoli vince anche quando non gioca da Napoli

Nell’ultima gara di campionato contro il Milan si è visto un Napoli vincente, ma diverso. Ecco nel dettaglio cosa è cambiato nel gioco della compagine di Maurizio Sarri nonostante il tecnico toscano abbia schierato il solito 4-3-3 con i soliti uomini.
A cura di Michele Mazzeo
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Il dominio nel possesso di palla, l’alto numero di passaggi, i continui fraseggi alla ricerca del varco giusto, il continuo presidio della trequarti avversaria, una produzione offensiva massiccia e tanti tiri in porta, sono queste alcuni dei tratti peculiari del Napoli di Maurizio Sarri, di quella squadra che a detta di molti è tra le migliori squadre europee per il gioco espresso sul rettangolo verde.

Unico appunto che in passato veniva fatto alla compagine partenopea era quello di non riuscire a vincere quando non riusciva ad esprimere il suo consolidato “bel gioco”. La partita di sabato contro il Milan sembra però aver fatto scricchiolare questa certezza dato che, come vedremo punto per punto, gli azzurri sono riusciti a centrare il successo giocando sempre con il canonico 4-3-3 ma diversamente dal solito.

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Possesso palla e numero di passaggi: la prima volta del Napoli messo sotto

Il dato che più di tanto salta all’occhio della partita giocata sabato al San Paolo contro il Milan è sicuramente quello relativo al possesso palla. Infatti per la prima volta in stagione gli uomini di Maurizio Sarri hanno chiuso una partita di campionato con una percentuale inferiore a quella dei propri avversari (in questo caso 45% dei partenopei contro il 55%dei rossoneri) registrando un netto calo rispetto a quanto in Serie A prima della gara di sabato quando il possesso palla medio a partita per Insigne e compagni era addirittura del 62%.

La ripartizione del possesso palla tra i giocatori di Napoli e Milan (fonte WhoScored)
La ripartizione del possesso palla tra i giocatori di Napoli e Milan (fonte WhoScored)

Di conseguenza fa specie anche il numero di passaggi totali effettuati dai napoletani nel match casalingo contro il Milan, vale a dire “solo” 529, un numero nettamente inferiore alla media stagionale di 739,5 scambi ad incontro che ne fanno la prima squadra in Europa in questa particolare graduatoria, nella quale precede anche il Manchester City del papà del tiki taka Pep Guardiola.

La top 10 dei 5 principali campionati europei per numero di passaggi a partita (fonte WhoScored)
La top 10 dei 5 principali campionati europei per numero di passaggi a partita (fonte WhoScored)

Mai così tanto nella propria trequarti

Quella disputata contro il Milan è stata una partita “fuori dalla norma” per il Napoli anche per quel che riguarda il predominio territoriale. Difatti, diversamente di quanto avviene di solito, soprattutto nelle gare casalinghe, durante la partita di sabato si è giocato solo per il 28% del tempo nell’ultimo terzo di campo ospite (nettamente sotto la media del 33% registrata nelle gare precedenti). Ma ancora più clamoroso è il tempo di gioco in cui il pallone è stato nel terzo di campo difensivo del Napoli, pari al 29%, dove in media nelle gare precedenti dei partenopei vi stazionava invece mediamente per meno del 18%.

Le zone d'azione della gara tra Napoli e Milan (fonte WhoScored)
Le zone d'azione della gara tra Napoli e Milan (fonte WhoScored)

Triangolazioni e verticalizzazioni: cambio di rotta?

Altra differenza sostanziale tra il “solito” Napoli di Maurizio Sarri e quello visto invece sabato al San Paolo contro il Milan è quella relativa ai fraseggi stretti, alle triangolazioni e anche alla precisione nei passaggi. I soli 458 passaggi corti effettuati da Koulibaly e compagni in questa 13a giornata di Serie A, così come i 14 errori gratuiti in fase di possesso, rappresentano infatti un’eccezione rispetto allo standard degli azzurri che prima di questa gara in campionato mediamente effettuavano 708 passaggi corti per match e commettevano 10,2 errori gratuiti in fase di possesso a partita.

I passaggi effettuati da Napoli e Milan nella sfida del San Paolo (fonte WhoScored)
I passaggi effettuati da Napoli e Milan nella sfida del San Paolo (fonte WhoScored)

Baricentro più basso e uomini in posizioni diverse

Nella gara contro il Milan nel Napoli non si sono viste soltanto differenze rispetto al recentissimo passato dal punto di vista del gioco ma anche delle posizioni tenute in campo dai giocatori. Confrontando con quanto fatto nei primi 12 turni di questa Serie A difatti appare evidente come nell’incontro di sabato sera la squadra di Sarri abbia tenuto il baricentro nettamente più basso rispetto al solito (50,17 m contro i 56,75 m di media nelle precedenti 12 partite).

Il baricentro medio del Napoli nella gara con il Milan (fonte Lega Serie A)
Il baricentro medio del Napoli nella gara con il Milan (fonte Lega Serie A)

Se a ciò si aggiunge la posizione più arretrata tenuta dal sostituto dell’infortunato Fouzi Ghoulam, il portoghese Mario Rui, quella di Hamsik che si andava spesso a schiacciare sulle punte e quella invece molto più difensiva rispetto alle gare passate della catena di destra formata da Hysaj e Callejon, appare evidente come quello andato in scena al San Paolo contro il Milan sia un Napoli completamente diverso dal “solito” Napoli, uguale negli uomini ma quasi stravolto nel gioco.

Le posizioni medie tenute in campo dagli 11 titolari del Napoli contro il Milan (fonte WhoScored)
Le posizioni medie tenute in campo dagli 11 titolari del Napoli contro il Milan (fonte WhoScored)

Più attenzione difensiva meno rendimento offensivo ma il risultato non cambia

Un “nuovo” Napoli, dunque, magari meno bello, spettacolare e offensivo, ma sicuramente più solido a livello difensivo. E anche in questo caso sono i numeri a dimostrarcelo. I partenopei nel match di sabato hanno difatti creato 12 occasioni da gol centrando lo specchio della porta in 10 occasioni e realizzando le 2 reti, quelle di Lorenzo Insigne e Piotr Zielinski, che hanno consentito di centrare l’11° successo (su 13 match) in questo campionato e mantenere quindi la vetta della classifica nonostante il rendimento offensivo sia stato minore rispetto a quanto fatto nelle 12 gare di Serie A precedenti, nelle quali mediamente creavano 15 occasioni da gol realizzando in media 2,63 marcature a partita.

Le occasioni da gol create dal Napoli contro il Milan (fonte Squawka)
Le occasioni da gol create dal Napoli contro il Milan (fonte Squawka)

Ma, come già detto se da un lato il rendimento offensivo è stato al di sotto dello standard cui ci abituato il Napoli di Maurizio Sarri, dall’altro quello difensivo sembra aver invece tratto beneficio da questo piccolo “cambio d’identità” dei partenopei. Durante la gara di sabato infatti il Milan ha concluso il primo tempo senza mai toccare palla nell’area di rigore avversaria, e nei novanta minuti è riuscito a centrare la porta difesa da Pepe Reina solamente in tre circostanze (una delle quali ha fruttato il gol di Alessio Romagnoli). La squadra molto corta voluta dal tecnico toscano nella gara contro i rossoneri (23,28 m di media) ha fatto sì che gli avversari fossero quasi sempre costretti a tentare la conclusione dalla distanza limitando dunque al minimo i pericoli per la propria rete.

Un modo diverso di fare calcio dunque che porta i campani a prestare maggiore attenzione alla fase difensiva ma che non intacca il risultato finale. Sembra dunque che chi credeva che il Napoli di Maurizio Sarri sappia giocare in un solo modo forse adesso potrebbe ricredersi. E adesso la domanda è d’obbligo: quale Napoli vedremo questa sera contro lo Shakthar Donetsk nella partita decisiva per continuare a sperare nel passaggio del turno in Champions League? Adesso forse la risposta non è più così scontata.

I tiri concessi al Milan nella gara di sabato (fonte Squawka)
I tiri concessi al Milan nella gara di sabato (fonte Squawka)
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