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Perché far giocare Keita è un ottimo affare per tutti

Frattura ricomposta tra Keita e la Lazio con immediati benefici sulla squadra e il suo gioco. Inzaghi dovrà ora prestare molta attenzione alla gestione del suo talento fumantino.
A cura di Mirko Cafaro
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I primi segnali si erano avuti durante la sosta per le nazionali. Dopo la burrasca estiva e la rottura con la Lazio che aveva fatto il paio con il caso-Bielsa, Keita e la società erano tornati a parlarsi e il tecnico Inzaghi aveva accolto nuovamente il giocatore in gruppo, pronto a rilanciarlo anche in campionato. E così è stato con immediati risultati concreti. Il senegalese ha prima ripagato la fiducia dell'allenatore, contro il Chievo, offrendo a De Vrij la palla del pareggio; ieri quindi ha rincarato la dose contro il Pescara grazie a un secondo tempo in cui ha fortemente contribuito all'ampia vittoria con accelerazioni, geometrie e giocate, sino alla serpentina a tutto campo conclusa con la palla solo da spingere offerta a Immobile per il definitivo 3-0. Insomma un'arma in più per la Lazio che adesso dovrà decidere come gestire il resto della "risalita".

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Tre motivi per affidargli subito una maglia da titolare

1. Talento indiscusso. Classe '95, Keita gioca titolare in serie A da quando ne aveva 18 (ha già più di 100 presenze tra Italia e competizioni europee). I colpi da campione non mancano, i margini di miglioramento neanche, un talento del genere va reinserito in un discorso di crescita che potrebbe portare benefici a tutte le parti coinvolte.

2. Restando ai margini non giova a nessuno. Collegato al primo punto, vien da sé che lasciandolo ai margini, o impiegandolo part-time si rischia di disperdere un patrimonio della società che ha puntato forte (e investito) su di lui sin dalle giovanili.

3. Ideale per il 4-3-3 di Inzaghi. Guardando agli aspetti tecnici, le sue doti sono estremamente efficaci per il sistema tattico che Inzaghi ha impostato già sul finire della scorsa stagione. Nel tridente può agire largo e accentrarsi sul piede forte, ma offre chance anche per un possibile passaggio al 4-2-3-1 o 4-3-2-1, o come ieri con un 3-5-2 molto offensivo che lo ha visto impiegato da esterno puro.

Tre motivi per non essere precipitosi

1. Non è la prima volta che dà segnali di irrequietezza. Che abbia un bel caratterino e sia seguito da persone non sempre particolarmente inclini al dialogo non è un mistero. Quanto accaduto in estate è stato il culmine di un confronto non sempre facile con Lotito.

2. Tutelare il gruppo non facendo favoritismi. Inzaghi ha impostato il suo lavoro sul dialogo e sull'uguaglianza di diritti all'interno del gruppo. Sarebbe preferibile che Keita si conquistasse ogni minuto di campo con disciplina e voglia di allenarsi.

3. Meglio non perdere di vista anche gli altri talenti. La Lazio ha messo in mostra in quest'avvio anche il talento di Lombardi e in più è arrivato Luis Alberto dal mercato.

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