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Perché Allegri ha lasciato la Juventus: storia di un divorzio annunciato

Un finale di stagione da separati in casa. È questa la prospettiva per le ultime due giornate di campionato che aspettano la Juventus alla luce dell’annuncio della separazione dal tecnico Massimiliano Allegri. Le aspettative deluse (soprattutto in Champions) e i rapporti tesi con alcuni membri della dirigenza e dello spogliatoio sono tra i motivi che hanno portato al divorzio tra i bianconeri e il tecnico livornese.
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Alla fine una decisione è arrivata. Dopo giorni di tira e molla, tra incontri notturni e dichiarazioni di circostanza, le strade di Allegri e della Juventus si sono separate. Troppe le divergenze tra il tecnico livornese e la dirigenza juventina, delusa da una stagione sotto le aspettative rispetto al mercato estivo che ha visto, tra gli altri, l'acquisto di Cristiano Ronaldo. La decisione è arrivata dopo giorni di frenetiche consultazioni che hanno coinvolto il presidente Agnelli, il vice Pavel Nedved e il direttore sportivo Fabio Paratici . In particolare questi ultimi due propendevano per l'allontanamento del tecnico, mentre Agnelli sembrava più incline a un dialogo conciliante.

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Domani è annunciata una conferenza stampa in cui i dirigenti e l'allenatore spiegheranno i motivi della separazione, ma alcuni di questi sono già noti ed emergono dalle dichiarazioni che i piani alti della società torinese hanno rilasciato nel corso degli ultimi mesi.

Quella conferma dopo l'Ajax che sa di frase di circostanza

"Ci riproveremo il prossimo anno, con lui". Con queste parole commentava l'eliminazione dalla Champions League il presidente della Juventus Andrea Agnelli. Il "lui" in questione è Massimiliano Allegri, apparentemente confermato quella notte del 16 aprile dopo la sconfitta casalinga contro l'Ajax che aveva interrotto il cammino europeo dei bianconeri. La prematura eliminazione dal massimo trofeo continentale è uno dei motivi che ha portato alla separazione tra il club e il tecnico: ad inizio stagione, Andrea Agnelli aveva parlato esplicitamente della Champions League come un "obiettivo stagionale" alla portata, e in estate la dirigenza aveva perfezionato l'acquisto di Cristiano Ronaldo per puntare al bersaglio grosso. Col senno di poi, quelle parole hanno il sapore di una conferma di facciata, fatta per proteggere l'ambiente, tenere tranquilli i mercati (la Juventus è una società quotata in borsa) e prendere tempo in attesa di una decisione anche sul nome del successore.

Il gioco che latita e le divergenze con Pavel Nedved

Allegri ha dichiarato nella conferenza stampa pre-Roma di "avere in mente da 6 mesi una Juve diversa". Parole che hanno indispettito il vicepresidente bianconero Pavel Nedved, il quale ha sempre parlato di rosa altamente competitiva e non ha mai nascosto il suo disappunto sul gioco della Juventus. "Chi vivrà vedrà", aveva risposto nei giorni scorsi ai giornalisti che gli avevano chiesto informazioni sulla permanenza di Allegri in panchina.

Troppi dissidi nello spogliatoio

Allegri pare non essere benvoluto neanche da alcuni calciatori. Di ieri sono le parole di Benatia, che ha rivelato di aver lasciato la Juventus per colpa della cattiva gestione (a suo dire) della rotazione in difesa, che lo aveva fatto sentire oscurato dal ritorno di Leonardo Bonucci. Anche Paulo Dybala è scontento. Oltre a poterglielo leggere in faccia nelle ultime (rare) apparizioni in campo, il suo disappunto è diventato esplicito con le dichiarazioni del fratello Gustavo al programma "Futbolemico" dell'emittente argentina Radio Impacto Córdoba. "Era molto a suo agio in Italia e ora non lo è più, come molti altri giocatori della Juve", ha confessato Gustavo nella mattinata di ieri.

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