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Pepe Reina scuote il Milan: “Con il Toro è decisiva. I razzisti? Cretini rimasti nel 1800”

Il portiere rossonero, a poche ore dalla delicata sfida contro i granata, ha parlato del momento rossonero ed è tornato sui cori dei tifosi laziali contro Bakayoko e Kessie: “Tutti li abbiamo sentiti, ma non dobbiamo essere noi a fermare le partite, sono altri che hanno il potere di farlo. Speriamo che sia l’ultima volta”.
A cura di Alberto Pucci
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Sfumato anche il secondo traguardo stagionale dopo l'Europa League, il Milan ha ora davanti a sé l'obiettivo più importante: il quarto posto in campionato, con conseguente accesso ai gironi della prossima Champions League. A lottare insieme alla squadra di Gattuso, oltre ad Atalanta, Roma e Lazio, c'è anche il Torino di Walter Mazzarri: il prossimo avversario dei rossoneri nella 34esima giornata di Serie A.

"Siamo in un momento decisivo e sono rimaste 5 partite da vincere – ha spiegato Pepe Reina, in un'intervista concessa a Sky Sport – Dal Derby è finita una striscia positiva di risultati, ma la squadra sta provando a dare il meglio, è un periodo no e dobbiamo essere consapevoli di questo. Dobbiamo tirarci fuori. La cosa importante è che siamo ancora in corsa. Spero che la sconfitta con la Lazio non lasci nulla, quando vieni da un periodo così è difficile ma abbiamo l'opportunità di difendere il quarto posto".

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Il problema del razzismo

Uscito a testa alta dalla partita di Coppa Italia, il portiere spagnolo è da sempre un punto di riferimento all'interno dello spogliatoio milanista: "Dobbiamo essere ottimisti e migliorare, fare prestazione e arrivare al risultato. Ognuno di noi deve sapere che deve dare il 15% in più ora più che mai, anche quando sembra che le gambe non vadano. Quella grinta fa la differenza. Ora sono tutte partite decisive, e anche se abbiamo sbagliato possiamo allontanare un avversario diretto come la Roma che sta spingendo. Sei punti non basterebbero per andare in Champions".

"I cori contro Bakayoko e Kessie? Tutti li abbiamo sentiti – ha concluso Pepe Reina – Non dobbiamo essere noi a fermare le partite, sono altri che hanno il potere di farlo, gli arbitri, la procura. È il loro lavoro, l'unica cosa che noi possiamo fare è giocare a calcio. Lasciare l'Italia per il razzismo? Non si deve arrivare a questo, è successo ma speriamo che sia l'ultima volta. Baka e Franck sono persone con la testa sulle spalle, sanno che non tutti i tifosi sono così, si tratta solo di alcuni cretini rimasti nel 1800".

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