Pellegri e gli altri: baby talenti pagati a peso d’oro senza aver dimostrato nulla
L'ultima follia l'ha fatta il Monaco, ma prima del club francese erano in tanti ad essere pronti a scucire un bel po' di soldi per lui. Pietro Pellegri trasloca, va in Francia. Anzi, nel Principato di Monaco: a pochi chilometri da quella Genova che lo ha visto crescere e diventare calciatore. Lo fa dopo che la società monegasca, vincitrice dell'ultima Ligue 1, ha promesso al presidente del Genoa, Enrico Preziosi, una montagna di soldi: 25 milioni di euro più bonus.
Un'offerta irrinunciabile e forse spropositata per l'attaccante del Grifone che, nel suo curriculum, ha solo 8 presenze (e 3 gol) in Serie A con la maglia rossoblu: casacca storica e prestigiosa, ma al momento meno pesante di quella di una grande squadra. Nonostante tutto, il Monaco si è fidato dell'intuito dei suoi osservatori ed è passato alla cassa con i contanti per comprare il nuovo "enfant prodige" del calcio italiano.
Da Embalo a Coutinho: i baby talenti stranieri
Nella settimana dell'esplosione di Mirko Antonucci, attaccante della Roma di soli 18 anni, ecco dunque l'affare di mercato tra Monaco e Genoa per Pellegri. Una trattativa che riporta alla memoria il percorso dello juventino Kean (oggi al Verona), oppure quello di Gigio Donnarumma: spedito in campo da Mihajlovic a soli 16 anni e 8 mesi. La caccia al baby talento, non è però una prerogativa soltanto italiana.
Basti pensare a Umaro Embalò, classe 2001 del Benfica, che interessa al Manchester United. Oppure al brasiliano Vinicius: 17 anni e già preso dal Real Madrid per 46 milioni di euro. In passato ci furono poi i casi di Theo Walcott (all'Arsenal per più di 10 milioni di euro quando ancora non era maggiorenne), Rajkovic (dal Belgrado al Chelsea per 5 milioni a 16 anni), Odegaard (classe '98, al Real Madrid dal 2015) e Coutinho: acquistato dall'Inter a sedici anni nel 2010.