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Pelè, Cruijff e Maradona: la ‘trinità’ del calcio

Il Pelè bianco del calcio totale ha vinto in campo e in panchina. Fu lui a portare a Barcellona la prima Champions (1992) nella storia del club catalano.
A cura di Alessio Morra
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Con la morte di Johan Cruyff scompare uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Quando scompare un campione gli aggettivi e i superlativi si sprecano. Però in questo caso davvero tutte le parole che seguono alla dipartita dell’ex calciatore olandese sono giuste. Perché Cruyff il rivoluzionario ha cambiato letteralmente con l’Ajax di Rinus Michels la storia e il corso del calcio Mondiale. Lui era il simbolo di una squadra che era figlia di un’epoca in cui stava cambiando il mondo, non solo quello del pallone Johan Cruyff ha vinto tutto con l’Ajax, con l’Olanda è arrivato fino alla finale dei Mondiali nel 1974 – persa con la Germania a Monaco di Baviera. Si disse all’epoca che quell’Olanda era troppo bella, si compiaceva troppo e se fosse diventata pure vincente avrebbe perso anche un po’ di fascino e magia. D’altronde quella squadra è nella storia dei Mondiali. Basta pensare a come iniziò quella finale. Con l’Olanda che batte il calcio d’inizio, tiene palla per più di un minuto, arriva nell’area della Germania con Cruyff, che steso da Hoeness si procura un rigore. Magia.

Quando si chiuse il grande ciclo con i ‘Lancieri’ Cruyff accettò l’offerta del Barcellona, che era una squadra prestigiosa, ma non stellare e vincente come quella di oggi. E se da quasi un decennio il Barcellona è la squadra più forte e più bella da vedere al mondo il merito è proprio di Cruyff che nella seconda metà degli anni Ottanta si sedette sulla panchina del club catalano, impostò un certo tipo di cultura e di mentalità e regalò al club, nel 1992, la prima Coppa dei Campioni della propria storia.

Pelè, Maradona e Cruyff. Questa è la trinità del calcio. Il brasiliano l’allenatore non ha proprio provato a farlo, la sua gloria è infinita: popolarità e soldi giungono sempre copiosi. Diego invece, a parte le esperienze negli Emirati, ha accettato ‘solo’ la panchina della ‘Seleccion’ sognando di rivincere il Mondiale, ma la Germania di Loew spezzò i suoi sogni di gloria con un sonante 4-0 nei quarti dei Mondiali 2010. L’unico fenomeno del calcio mondiale a trionfare pure da allenatore è stato proprio Cruyff che nel 1988 decise di accettare la proposta del Barcellona convinto che, dopo aver vinto trofei anche da tecnico con l’Ajax, l’olandese potesse rilanciare a livello internazionale il club. E così fu. Johan cambiò mentalità alla squadra e puntò con forza sui giovani della ‘canterà’, lanciò giovanissimo anche Pep Guardiola (che da lui ha tratto ispirazione) per i suoi trionfi. Iniziò vincendo la Coppa delle Coppe nel 1989, batté in finale la Sampdoria di Boskov.

La Champions al Barcellona. Per vincere la prima Liga (conquistata una sola volta da calciatore) aspettò qualche anno, ma poi piazzò un fantastico poker, tanto godurioso quanto stupefacente, se si confronta quel Barcellona a quello di oggi, i campioni c’erano ma non c’erano undici fenomeni. Nel 1992 a Wembley Cruyff con una punizione del suo connazionale Ronald Koeman batte in finale, questa volta, di Champions la Sampdoria di Boskov, e regala il primo alloro in questa competizione al Barcellona. Johan gioca un’altra finale di Champions, ma finisce malissimo il Milan passeggia e vince 4-0. Poi il ritiro dalle panchine, con l’eccezioni di un paio di sporadiche apparizioni da tecnico della Catalogna, suo patria d’adozione.

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