Pato attacca: “Io rotto? Al Milan non hanno saputo curarmi” (video)
Ricordi Pato e lo associ al calvario d'infortuni che ne ha scandito la permanenza in rossonero dal 2010 al 2013. Muscoli fragili, rendimento a fasi alterne, gol e medicine, allenamenti e riabilitazione: sempre a far da spola tra laboratori e il rettangolo verde, per l'attaccante brasiliano l'esperienza al Milan s'è trasformata in incubo. L'accoglienza paterna del presidente Berlusconi ("provo grande affetto nei suoi confronti, mi ha sempre trattato bene"), il rapporto con sua figlia Barbara – adesso ai vertici della società – fino alla diffidenza nei confronti dello staff di dottori del club: sono i tre momenti che il calciatore fissa nella sua avventura italiana. L'ex rossonero ne è convinto, buona parte dei guai fisici sono riconducibili alla cattiva gestione delle sue condizioni da parte dei medici che si sono occupati del suo caso. "Sono tornato in Brasile per guarire – ha ammesso nell'intervista all'Estadao di San Paolo -. Ho dovuto farlo perché in Italia nessuno ha saputo prendersi cura di me nella maniera giusta. Ho sempre seguito tutte le indicazioni che mi venivano date ma c'è sempre stata fretta di farmi tornare in campo. E allora capitava che più forzavo i tempi della guarigione più ero soggetto a nuovi infortuni".
Riposo, ecco di cui aveva realmente bisogno (dice Pato). E rifiuta quell'etichetta di ‘rotto' che buona parte della critica e dei tifosi gli aveva affibbiato per gli stop continui. "Quasi due anni senza giocare o giocare poco mi hanno creato problemi, fino a quando non ho deciso di fare rientro in Brasile". Il ritorno in patria, però, non è stato dei più felici: al Corinthians era arrivato con grandi aspettative poi è stato ceduto in prestito al San Paolo dopo il rapporto logoro con i tifosi che lo avevano preso di mira e messo al centro di un'accesa contestazione. Il Mondiale l'ha vissuto da spettatore, nell'estate scorsa è stato addirittura accostato ad alcune squadre italiane (Juventus, Inter, Torino) per un clamoroso ritorno e adesso punta la Coppa del 2018. "Al San Paolo sta andando tutto bene – ha aggiunto Pato -, mi auguro di restare qui ancora per molto tempo. Voglio giocare il prossimo Mondiale". Tra le fila dei paulisti c'è un'altra ‘vecchia' conoscenza del popolo rossonero, Kakà, che l'anno prossimo raggiungerà l'Orlando City nella Major League americana. "Lo conosco dai tempi del Milan, è un amico che aiuta tutti. Ci sta dando una grossa mano mettendo la sua esperienza al nostro servizio".