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Parma-Napoli, la decisione del Giudice Sportivo: Benitez squalificato, multa a Higuain

La rissa sfiorata nel finale tra Parma e Napoli con Higuain che ha cercato il contatto fisico con Mirante e le seguenti accuse da parte dei ducali nei confronti del club partenopeo non hanno trovato forti conseguenze in Figc. Il Giudice Sportivo ha punito il Pipita con 10mila euro di ammenda, un turno di stop a Benitez per la frase riportata dagli ispettori federali “questo è il calcio italiano di m…”. Un provvedimento confermato dalla corte sportiva che ha rispedito al mittente il ricorso del club partenopeo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Una giornata di squalifica a Rafa Benitez e diecimila euro di ammenda a Higuain per quanto accaduto al termine della gara Parma-Napoli. E' questo il verdetto del Giudice Sportivo che arriva a 48 ore di distanza dai fatti del Tardini. "Questo è il calcio italiano di m…", è la frase incriminata che – riportata a Tosel dagli ispettori federali – è alla base della sanzione inflitta al tecnico spagnolo. Al Pipita, invece, è stata comminata solo un'ammenda molto salata "per avere – come indicato nella nota – al termine della gara, sul terreno di giuoco, rivolto un pesante insulto al portiere della squadra avversaria; infrazione rilevata dai collaboratori della Procura federale". L'avvocato del club partenopeo aveva deciso di presentare ricorso. Un ricorso che però è stato rispedito al mittente, con la conferma dunque della squalifica di 2 giornate per il tecnico.

La Figc ha fatto da pompiere. Come giusto che fosse di fronte ad una tensione sempre più alta che sta circondando questo finale rovente di stagione. Prima l'ira funesta di Rudi Garcia sui propri giocatori nell'immediato dopo gara contro il Milan, annunciando in diretta tv che ci sarebbe stato il ritiro punitivo della squadra. Poi, nel posticipo domenicale le invettive di Tare contro gli arbitri e i loro errori che rischierebbero di far gettare alle ortiche un'intera stagione di sacrifici e rincorse. Nel mezzo la gazzarra di Parma tra presunti insulti, tentativi di rissa e reciproche accuse di anti sportività. Il tutto, riassumendo grossolanamente, per un semplice posto nella prossima Champions League, traguardo cui ambiscono le due capitoline e i partenopei come terzi incomodi. Se le premesse sono queste, allacciamo le cinture perché nella penultima giornata di campionato ci sarà il derby all'Olimpico e alla 38a la sfida Napoli-Lazio che potrebbe risultare decisiva.

Per una volta, però il Giudice Sportivo ha agito con prudenza ed intelligenza davanti ai fatti di Parma: nessuno crede che tesserati azzurri abbiano compiuto "atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato della gara" e dunque la ‘querelle' sarà ridimensionata. Non solo dunque non c'è stato illecito ma nemmeno tentativo di illecito. Dunque nessun inchiesta, nessun pericolo di penalizzazione, nessun colpo di coda spiacevole in questo finale. Sono stati fondamentalmente due i motivi che hanno scongiurato pericoli di provvedimenti più seri nei confronti dei partenopei. Primo, i comportamenti degli ospiti sono avvenuti al termine del match, quando era impossibile poter cambiare l'esito del punteggio. Secondo, né durante i 90′ né una volta decretata la fine giocatori e dirigenti hanno rivendicato eventuali accordi presi in precedenza limitandosi ad insulti e offese apostrofando gli avversari come "retrocessi e falliti".

Brutti episodi, antisportivi, nulla più per i quali la dirigenza di De Laurentiis dovrà rispondere a livello economico e con qualche ammonizione ad alcuni propri tesserati come Gonzalo Higuain. Anche perché non scatteranno squalifiche: il direttore di gara non ha preso decisioni e sul referto non c'è alcun tipo di provvedimento e da regolamento gli improperi e le accuse tra giocatori sono viste come atti meno gravi che rivolti ad un arbitro.

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