Parma, giovedì ultima asta fallimentare. Dopo c’è il baratro della D
Il conto alla rovescia è iniziato da tempo ma adesso è giunto agli sgoccioli. Il Parma già fallito finora non ha trovato acquirenti, nemmeno è bastato il gesto di buona volontà e grande sacrificio da parte dei calciatori che, rinunciando al 75% delle spettanze, hanno dato un segnale a eventuali nuovi acquirenti. Giovedì prossimo, tra 48 ore, è prevista l'ultima seduta dell'asta fallimentare per acquistare il club e far sì che possa ripartire dalla Serie B. Chi vuole acquistare la società emiliana dovrà mettere sul piatto un'offerta di almeno 6.33 milioni di euro ai quali andranno ad aggiungersi i debiti sportivi. Se anche questa volta l'asta andrà deserta (come accaduto nella quattro precedenti convocazioni), allora il timore di finire tra i Dilettanti si trasformerà in incubo a occhi aperti.
Situazione drammatica, come ammesso dal presidente dell'Aic (l'Assocalciatori), Damiamo Tommasi: "Non ci sono belle notizie per adesso e soprattutto sotto i riflettori ci sono i calciatori… come se la responsabilità di quanto accaduto fosse loro. Quelli che sono fuori dal campo e che hanno creato questa situazione non vengono mai menzionati".
Alessandro Melli, dirigente del club, ai microfoni di TeleDucato ha ammesso che c'è ancora una piccola speranza ma la fiducia nel futuro è ben altra cosa… "E' davvero difficile che il Parma possa trovare acquirenti adesso – ha ammesso l'ex attaccante – e che con la nuova proprietà si riparta dalla Serie B. Non tutto è perso, non è impossibile perché qualche possibilità c'è ancora… Da parte nostra abbiamo sostenuto questa possibilità rinunciando al 75% delle nostre spettanze ma serve anche dell'altro considerato che il debito sportivo è abbastanza alto. Qualcosa c’è ma non vuol dire che sia sicuro. Quanto all’ipotesi della Serie D non è inverosimile".