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Paolo Ferrara, figlio di Ciro: “Basta calcio, ho preferito prendere tre lauree”

Mentre il padre continua ad essere un protagonista del mondo del calcio, Paolo Ferrara si è invece costruito una carriera dopo aver conseguito ben tre lauree: “Ho smesso di giocare e non ho rimpianti. Ora voglio studiare per prepararmi al meglio alla vita”.
A cura di Alberto Pucci
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Ciro e Paolo Ferrara - Instagram
Ciro e Paolo Ferrara – Instagram

Se a parlare per il padre è il curriculum calcistico, per lui è invece la sua pagina personale di Linkedin. Rispetto alla stragrande maggioranza dei tanti figli di ex campioni, Paolo Ferrara può tranquillamente definirsi una mosca bianca. Venticinque anni, secondogenito dell'ex bandiera di Napoli e Juventus e fino a qualche anno fa difensore delle giovanili bianconere e della Primavera del Modena, Paolo ha preferito lasciare da parte il calcio e costruirsi una carriera lontano dal terreno di gioco.

"Ho preferito tre lauree al calcio: la prima a Torino, in management e comunicazione aziendale, le altre due a Londra e Berlino – ha spiegato in una recente intervista concessa al "Corriere della Sera" – A papà lo dico sempre: prima o poi ci fermeranno per strada e ci diranno: "lui è il babbo di Paolo Ferrara". Ho smesso di giocare a calcio perché ho capito, a un certo punto, che non sarei mai arrivato a grandi livelli".

Ciro e Paolo Ferrara con Fabio Cannavaro - Instagram
Ciro e Paolo Ferrara con Fabio Cannavaro – Instagram

Nessun rimpianto per il pallone

Oggi che lavora alla Deloitte, una della più grandi aziende di consulenza del mondo, Paolo Ferrara non ha nessun rimpianto per quella che avrebbe potuto essere la sua vita da calciatore e da figlio d'arte: "Per molti, come ad esempio mio papà, il calcio è stato avventura meravigliosa. Per altri però, può essere crudele – ha spiegato – Alcuni miei compagni mi hanno chiamato e mi hanno detto che, dopo aver magari giocato tra i dilettanti, ora non sanno più come tirare avanti".

Da quando è cresciuto a pane e pallone, e in mezzo ai tanti campioni che il padre frequentava, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Così come è passato molto tempo da quell'esperienza televisiva, condivisa con la sua famiglia, per la pubblicità di una famosa marca di budini. Il calcio è il passato per Paolo e anche lo stesso Ciro se ne è fatto una ragione: "Non ho ricevuto nessuna pressione dai miei genitori – ha concluso – Ammetto di essere un privilegiato e loro mi hanno sempre sostenuto. Il mio obiettivo? Studiare per prepararmi al meglio alla vita".

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