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Panenka, il papà del ‘rigore a cucchiaio’ sceglie il suo erede ma non è Francesco Totti

Antonin Panenka, l’uomo che negli Anni ‘70 rese celebre il calcio di rigore tirato con lo scavetto, ha nominato il suo miglior figlioccio. A sorpresa non è Francesco Totti, che ha fatto di quel gesto tecnico il suo marchio di fabbrica cambiandone anche il lessico, ma il difensore del Real Madrid, Sergio Ramos.
A cura di Michele Mazzeo
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Per chi ha seguito il calcio negli ultimi trentanni alla parola al gesto tecnico dello “scavetto” dal dischetto è inevitabile associarvi immediatamente Francesco Totti come più grande esecutore. Il “cucchiaio” dell’ex numero dieci della Roma fa ormai parte della storia calcistica del nostro Paese e non solo, eppure non è lui l’inventore di questo gesto e, a detta dello stesso papà del cucchiaio su rigore, neppure il suo miglior erede.

L’erede designato è Sergio Ramos

Fa discutere l’intervista rilasciata a Goal e poi confermata al quotidiano spagnolo AS dall’ex calciatore ceco Antonin Panenka, l’uomo che negli anni ‘70 rese celebre il calcio di rigore tirato con lo scavetto. L'ex centrocampista cecoslovacco, che calciando in quel modo l'ultimo rigore della serie nella finale contro la Germania regalò alla Cecoslovacchia l'Europeo del 1976, ha infatti nominato il suo erede, scegliendo a sorpresa il difensore del Real Madrid Sergio Ramos che nell’ultima gara di Copa del Rey contro il Melilla ha trasformato proprio con un perfetto scavetto un penalty in favore delle merengues.

"Sergio Ramos mi piace tantissimo – le parole di Panenka – Credo che lo abbia fatto molte altre volte, come per esempio all’Europeo del 2012. E ritengo possa essere il mio miglior imitatore. Sì, è il migliore a tirare i rigori ‘alla Panenka’. E visto che lo ha fatto spesso, la gente sa che li tira così: eppure, continua a farlo. È geniale".

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Come nasce il rigore ‘alla Panenka’

Nella stessa intervista il papà del “cucchiaio” dal dischetto è tornato poi al 20 giugno del 1976 (giorno della finale contro la Germania) per spiegare da dove prende origine l’idea rivoluzionaria di calciare un tiro dagli undici metri in quel modo inusuale mai visto prima su un campo da calcio:

"Mi sono allenato per due anni, prima dell’Europeo del ‘76 – ha ricordato Panenka -. Semplicemente, avevo capito che i portieri si gettano sempre da un lato, e che quindi tirarlo al centro era una buona idea. Dopo ogni allenamento sfidavo il portiere Hruska dal dischetto, lui era molto bravo e quindi perdevo sempre la posta in palio, soldi, cioccolatini e cose così, ma quando ho cominciato a utilizzare il mio trucchetto di colpo ho iniziato a vincere sempre più spesso. Il problema è che ho cominciato a ingrassare per tutti i cioccolatini che vincevo".

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Dopo 24 anni Totti rispolvera ‘er cucchiaio’

A rispolverare quel colpo dopo 24 anni fu un ragazzo nato solo qualche mese dopo quella finale dell’Europeo del 1976, che, almeno per noi italiani, trasformò il lessico del gesto che da “rigore alla Panenka” diventerà il “cucchiaio”. Termine, quest’ultimo, entrato nel gergo calcistico proprio da quando Francesco Totti, prima di affrontare dagli undici metri il lunghissimo portiere dell’Olanda Edwin Van der Sar nella semifinale dell'Europeo del 2000, confidò ai suoi compagni in azzurro Gigi Di Biagio e Paolo Maldini che avrebbe beffato l’estremo difensore oranje con lo "scavetto", frase che in bocca al romanissimo Pupone diventò "Mo je faccio er cucchiaio". Frase che divenne poi anche il titolo di un libro dello stesso Totti, e che donò al dizionario calcistico il neologismo ormai divenuto diffusissimo tra addetti ai lavori e semplici appassionati.

cucchiaio totti in italia olanda europei 2000

Evidentemente però ciò non è bastato al “maestro” Panenka per eleggere miglior allievo la leggenda della Roma a cui ha preferito un difensore come Sergio Ramos che, per quanto impeccabile rigorista e fine interprete dello scavetto, non ne ha fatto di certo il proprio cavallo di battaglia come invece fatto da Francesco Totti, che sul “cucchiaio” (e lui non solo dal dischetto) ci ha messo il proprio copyright. A parziale giustificazione della dimenticanza di Antonin Panenka potrebbe esserci il fatto che non è chiaro se abbia scelto il suo “erede” solo tra i calciatori ancora in attività: in questo caso il romanista essendosi ritirato non sarebbe in lizza per la prestigiosa investitura e quindi, scherzando, potremmo dire che il buon Panenka potrebbe essere rivalutato anche dentro il Grande Raccordo Anulare.

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