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Palermo, De Zerbi si coccola Nestorovski: “E’ forte e assomiglia a Pippo Inzaghi”

Il tecnico dei rosanero si gode ‘exploit in nazionale della punta macedone che ha brillato nel pareggio contro la Nazionale di Ventura: “gli farò avere qualche dvd sulla carriera di SuperPippo, così Nestorovski studierà per migliorarsi”
A cura di Alessio Pediglieri
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Contro l'Italia è diventato un piccolo grande avversario, Si tratta di Ilija Nestorovski, attaccante di professione, giocatore del Palermo e della Nazionale macedone. Che ha ben figurato contro gli azzurri riuscendo anche a segnare e a mettersi in mostra. In una delle partite peggiori degli ultimi anni e della giovane gestionntura che ha fatto tanto arrabbiare i tifosi italiani, Nestorovski ha fatto sorridere un paio di persone comunque: Maurizio Zamparini e Toberto De Zerbi, presidente e allenatore del club siciliano che hanno puntato tantissimo sulla punta macedone senza tenere conto delle critiche e delle polemiche per una campagna acquisti estiva sotto tono.

Il tecnico rosanero, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha spiegato come la punta della Macedonia possa diventare un nuovo idolo dei tifosi del Palermo e un nuovo crack in Serie A: "Il presidente lo ha accostato, a giusta ragione, a Pippo Inzaghi. È veloce, ha il fiuto del gol, “sente” l’area di rigore. Ha grandi prospettive. Magari gli farò avere qualche dvd sulla carriera di SuperPippo, così Nestorovski studierà per migliorarsi. Mi aspetto risultati notevoli pure da Posavec, Goldaniga, Aleesami, Gonzalez, Sallai, Balogh, Chochev, Embalo, Bentivegna, Lofaso. E quando riavrò Traikovski e Quaison, magari vedrete un altro Palermo".

De Zerbi è arrivato a campionato in corsa ma le idee che ha sul Palermo sono chiare come il progetto tecnico affidatogli da Zamparini: "Siamo ancora distanti dal mio calcio, ho bisogno di tempo. Sono l’ultimo arrivato in A, rispetto gli avversari ma pretendo che la mia squadra abbia la mentalità per fare sempre la partita. Con il presidente ho instaurato un bel rapporto, restando me stesso, perché non riesco a mettermi una maschera per apparire in modo diverso. Capisce di calcio, è competente, parliamo due, tre volte a settimana, mai alla fine delle partite."

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