Ottavi di Champions, cinque cose da sapere sul Real Madrid di Zidane
Real Madrid-Napoli, specie per gli azzurri e per la sconfinata passione dei suoi milioni di tifosi, è la sfida della vita, calcistica s’intende, nella quale dare tutto e vedere, al termine della gara, il risultato finale. Un match sicuramente non decisivo, salvo impreviste e imprevedibili goleade, che si risolverà probabilmente nel catino di Fuorigrotta al San Paolo (già tutto esaurito da settimane) ma che affascina i romantici del pallone ed entusiasma il popolo partenopeo. Al di là degli aspetti tattici o numerici, andiamo ad approfondire i temi e le curiosità di questa delicatissima partita con le cinque cose da sapere sul club madrileno.
Zidane, un debuttante di successo
Con una carriera stellare, anzi “galattica” alle spalle, tutti, addetti ai lavori e semplici appassionati, mai si sarebbero aspettati un cursus honorum così importante per il traghettatore, impossessatosi della nave, Zidane. E sì perché l’ex tecnico dei giovani del Real, la compagine affiliata del Castilla, prima ancora di alzare trofei con i Blancos non sembrava nemmeno destinato verso un grande club se non dopo una utile e propedeutica gavetta. E invece, il delizioso ex trequartista della Juventus ha sorpreso, ancora una volta, tutti con 13 mesi alla guida del Real semplicemente stratosferici.
Oltre alle vittorie di Champions League (undicesima della storia), Supercoppa Uefa e Coppa del mondo per club, il tecnico transalpino ha trasformato uno spogliatoio intristito, rabbuiato e depresso dalle sconfitte giunte sotto la gestione Benitez in un club imbattibile che, in 64 partite ogni competizione ne ha perse soltanto 4. Un ruolino impressionante con una striscia di 40 risultati utili (meglio dello storico allenatore Beenhakker) interrotta solo col Siviglia a gennaio (2-1) ma che durava addirittura dall’aprile 2016. Zidane, l’uomo dei record.
Il sogno di Maradona si infrange a Madrid
Di là dall’impegno di questa sera e del match di ritorno del 7 marzo prossimo, forse non molti ricordano, specie i più giovani, che le due compagini si sono già fronteggiate in campo internazionale. La stagione è quella del 1987/88, quella, per intenderci, successiva al primo scudetto azzurro della storia, il precedente, appunto fra Napoli e Real Madrid. Al debutto ufficiale nella competizione più importante e prestigiosa del panorama calcistico continentale, infatti, al primo turno della manifestazione i partenopei vengono sorteggiati proprio col Real dell’olandese Leo Beenhakker reduce da due titoli consecutivi in Spagna e dalla Coppa Uefa di 2 anni prima.
Una sfida sentitissima, corredata quasi dalla stessa ansia, suspense, trepidazione e attesa di quella attuale ma che, alla fine, si rivelò un incubo per i tifosi azzurri e per il sodalizio di Ottavio Bianchi e Ferlaino. La squadra, pur salvando l’onore delle armi e mettendo in grossa crisi, soprattutto al San Paolo, Santillana, Butragueno, Camacho e Sanchis con un 1-1 in casa (reti di Francini e proprio Butragueno), non riuscì a qualificarsi al turno successivo avendo perso, il 16 settembre dell’88, la partita d’andata al Santiago Bernabeu 2-0 con gol di Michel e Tendillo. Appuntamento con la “coppa dalle grandi orecchie” rimandato.
Bilancio con le italiane: Real in vantaggio
Pur annoverando il Real, nella sua sconfinata esperienza internazionale, una serie di cocenti delusioni al cospetto delle squadre italiane (la Finale del ’64 con l’Inter di Herrera, i Quarti di finale sempre con l’Inter nel ’67, le semifinali dell’89 col Milan o la saga delle eliminazione millennials contro la Juve), il bilancio globale è nettamente a favore degli spagnoli. Forti della loro grande tradizione che recita 11 trofei di Champions, 2 Coppe Uefa, 3 Supercoppe Uefa, 3 Intercontinentali e 2 Coppe del mondo per club, senza considerare le 73 partecipazioni alle predette manifestazioni, il Real, in 67 gare disputate con club nostrani, ha vinto in 31 occasioni, pareggiato 11 volte e perso in 25 casi con 98 gol all’attivo e 85 al passivo. Al contrario, invece, il Napoli in 12 sfide contro sodalizi iberici, in maniera salomonica, ne ha vinti 4, pareggiati 4 e perso in altrettanti episodi con l’ultima affermazione in terra spagnola: Villarreal-Napoli 0-2 il 7 dicembre 2011.
6 anni d’oro, 10 in sordina: il Real del 3° millennio
Dall’inizio del millennio il Real Madrid è tornato sui livelli che gli competono con tante edizioni della Champions League vinte, dominate ma anche ben disputate con piazzamenti molto positivi e partite epiche. Un ruolino di marcia da grande squadra malgrado la pressione dell’ambiente e i cosiddetti 11 anni di “magra” dal 2001/02 al 2013/14 fatto di 5 Ottavi di finale, 4 semifinali, 1 Quarto di finale e poi, finalmente, 4 successi (1999/2000, 2001/02, 2013/14 e 2015/16) che hanno portato lo score dei Blancos a ben 11 su 47 partecipazioni (record della manifestazione) Champions League vinte.
Una serie importante che il tecnico francese Zidane non ha alcuna intenzione di interrompere sperando di poter bissare il risultato dello scorso anno, firmando un altro primato: quello di poter difendere con successo il titolo, cosa mia riuscita a nessuno dal 1992/93, stagione del nuovo format di quella che fu la Coppa dei Campioni.
Un arbitro portafortuna: Damir Skomina
A chiudere, invece, parliamo del rapporto fra l’arbitro sloveno Damir Skomina, designato per la sfida di questa sera, il Real Madrid, il Napoli e le compagini italiane. Riassumendo il tutto potremmo subito dire che il nativo di Capodistria ha un ottimo rapporto con tutte e tre “i casi” citati per merito della sua grande esperienza (116 gare Uefa, di cui 45 in Champions) ed il suo essere un amuleto per spagnoli, partenopei e nostre squadre.
Col Real, infatti, il fischietto classe ’76 ha un bilancio positivo fatto di 5 vittorie e 2 pareggi (ultima gara la semifinale dello scorso anno col Man City vinta per 1-0), col Napoli un solo precedente che valse, in pratica, agli azzurri la qualificazione agli Ottavi della rassegna continentale nel 2011/12 (2-1 al San Paolo il 22 novembre 2011) e 3 vittorie e 3 sconfitte con altre formazioni italiane (l’ultimo, il 2-1 fuori casa della Juve, sempre col Man City, nel settembre del 2015).