Otamendi rivela un altro segreto del City di Guardiola: “Fa studiare inglese a tutti”
Non è un mistero ma è uno dei capi saldi della gestione Guardiola: l'alimentazione, la condivisione e, da oggi, anche lo studio dell'inglese. Se il Manchester City è una delle squadre migliori sul panorama europeo e sta esprimendo il più bel calcio del Continente è merito anche delle attenzioni che il tecnico spagnolo sta mettendo in ciò che fa a Manchester, senza lasciare nulla al caso ma seguendo di persona ogni singolo aspetto. L'ultima rivelazione arriva direttamente dallo spogliatoio dei citizens e a riportarla è Otamendi che ha ammesso come tra le tante cose da fare ci sia anche lo studiare l'inglese, lingua resa obbligatoria da Pep a tutti i suoi giocatori.
City, la macchina perfetta di Guardiola
La squadra di Pep Guardiola si è imposta per 2-1 su quella di Sarri, dimostrando ancora una volta di vivere uno straordinario momento di forma. Tanto bel gioco espresso dal 1′ al 90′, con una struttura generale che ha dimostrato solidità ed equilibrio. La partita con il Napoli è stata solamente l'ultimo esempio di una gara vinta dai citizens che stanno monopolizzando anche la Premier League, con la vetta solitaria in classifica.
Dieta, riposo, condivisione: i diktat di Pep
Nicolas Otamendi, difensore dei Citizens, intervistato da Fox Sport Radio, ha svelato alcuni aneddoti sulle richieste dell’allenatore spagnolo che da sempre fa scuola su come gestire le proprie squadre: “Dopo le partite siamo obbligati a mangiare tutti insieme. L’alimentazione e il riposo sono molto importanti: Guardiola è molto esigente con la dieta e non solo su questo aspetto. Pretende anche che tutti debbano imparare l’inglese, infatti le riunioni di squadra sono in questa lingua"
L'inglese per aumentare l'intesa tra compagni
Non semplici lezioni per apprendere una nuova lingua ma veri e propri esami da superare. "A dicembre dovrò sostenere anche un esame. Guardiola fa tutte queste cose affinché nelle partite possiamo esprimerci al massimo. Tutto ciò aiuta il funzionamento della squadra. Lui è sempre presente, non solo per il calcio. Ti chiede sempre come vanno le cose in famiglia e tutto il resto”.
