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La morte del calciatore Davide Astori

“Oh mio capitano”, la lettera di Saponara per Astori diventa un rap (per beneficenza)

Dal messaggio molto toccante rivolto all’ex capitano della Fiorentina ha preso ispirazione Alessio Ramacciotti, in arte Ramadon, che ha scritto un motivo rap dedicato ad ‘Asto’.
A cura di Maurizio De Santis
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Nessuno muore fino a quando vive nei cuori di chi lo ama. Davide Astori non c'è più, la sua morte ha causato un grande dolore che ha toccato tutti (dai parenti più stretti fino ai colleghi di nazionale) nel profondo. La città di Firenze s'è stretta intorno alla famiglia dell'ex capitano deceduto il 4 marzo scorso: la compagna, Francesca Fioretti, e la piccola Vittoria (la figlioletta di 2 anni) sono state circondate dall'abbraccio di una comunità che ha trovato la forza di andare avanti nonostante tutto. Tra i compagni di squadra furono molto commoventi il racconto di Sportiello (il portiere che fino alla sera prima aveva giocato alla playstation con l'ex capitano) e la lettera che Saponara dedicò all'amico scomparso prematuramente.

Riccardo Saponara ricorda su Instagram il compagno e amico Davide Astori
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"O capitano, mio capitano", iniziava così quel messaggio scritto su Instagram a corredo di una foto che ritrae ‘Asto' e Saponara sorridenti. E quell'incipit è divenuto anche l'attacco di una canzone che Alessio Ramacciotti, in arte Ramadon, ha composto in memoria del giocatore. Oh mio capitano è il titolo del motivo rap che il ragazzo 16enne ha scelto confessando al Corriere Fiorentino di essersi "ispirato a Saponara perché le prime parole sono riprese testualmente dalla sua lettera". Nessuno scopo pubblicitario personale: la canzone sarà acquistabile dal prossimo 5 aprile in tutti i più noti store digitali al costo di 99 centesimi ma va precisato che il ricavato verrà devoluto in beneficenza all'ospedale Meyer.

Addio Capitano.

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La lettera di Saponara dedicata ad Astori

O capitano, mio capitano. Perché non sei sceso a fare colazione insieme a tutti noi? Perché non sei passato a riprendere le tue scarpe fuori dalla camera di Marco e non sei venuto a bere la tua solita spremuta d'arancia? Ora ci diranno che la vita scorre, che lo sguardo va puntato in avanti e dovremo rialzarci, ma che sapore avrà la tua assenza? Chi arriverà ogni mattina in mensa a riscaldare l'ambiente con il proprio sorriso? Chi ci chiederà incuriosito ciò che abbiamo fatto la sera precedente per riderci su? Chi sgriderà i più giovani e chi responsabilizzerà i più esperti? Chi formerà il cerchio per giocare a "due tocchi" o chi farà ammattire Marco alla play? Con chi dibatteremo sulle puntate di Masterchef, i ristoranti fiorentini, le serie TV o le partite disputate? Su chi appoggerò la mia spalla a pranzo dopo un allenamento estenuante?

Un'invocazione accorata, scritta con le lacrime agli occhi di chi proprio non vuole arrendersi all'idea di un'assenza improvvisa, traumatica, scioccante. Un modo per elaborare il lutto e lasciare che il dolore scorra via ma lasciando intonsi i ricordi più belli, indelebili.

Torna dai, devi ancora finire di vedere LaLaLand per poterlo analizzare come ogni film appena uscito. Torna a Firenze, ti attendono in sede per rinnovare il contratto e riconoscerti il bene e la positività che doni quotidianamente a tutti noi. Esci da quella maledetta stanza, ti aspettiamo domani alla ripresa degli allenamenti. Nella vita ci sono persone che conosci da sempre con le quali non legherai mai, poi ci sono i Davide che ti entrano immediatamente dentro con un semplice "Benvenuto a Firenze Ricky". Ovunque tu sia ora, continua a difendere la nostra porta e dalle retrovie illuminaci il giusto cammino. O capitano, mio capitano. Per sempre mio capitano.

Non sei mai stato così presente. Grazie Davide, grazie Capitano.

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