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Non solo Piatek: come Paquetà sta cambiando il gioco del Milan

Paquetà è la mezzala sinistra che mancava al Milan quest’anno, il brasiliano ha segnato il suo primo gol in rossonero al Cagliari. Ha colpito Gattuso per creatività e intelligenza tattica. Cresce l’intesa con Calhanoglu e con Bakayoko che aumenterà i problemi di abbondanza in regia con il rientro di Biglia.
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Non solo Piatek. Il Milan ha pescato un altro jolly nella corsa alla prossima Champions League. Si racconta come il nuovo Kakà, uno che illuminava il gioco degli attaccanti, ma ha rischiato subito di essere messo in ombra dai centravanti. Quando l'hanno presentato, non si parlò d'altro che di un Higuain scontento e pronto a partire. Ora che in campo traccia un diverso equilibrio nel centrocampo di Gattuso, molti hanno occhi solo per il pistolero polacco che sa fare bum bum bum, e lo ripete con una frequenza depressiva per le difese avversarie. Quel che è certo, spiega Gattuso, è che Lucas Paquetà alle giocate con la suola unisce intelligenza tattica e lettura del gioco: la forma si fa orpello creativo di un brasiliano un po' atipico con colpi tutti suoi.

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I numeri di Paquetà

Nelle quattro partite disputate finora in Serie A, Paquetà ha segnato un gol e fornito un assist. Due diversi fotogrammi di intuito e sveltezza di esecuzione. All'Olimpico contro la Roma, difende palla sulla linea di fondo a sinistra, non scarica su Calhanogliu che pure gli offre una possibile direzione di passaggio, ma scivola via e traccia un cross basso e mirato per il primo gol in Serie A in maglia rossonera di Piatek. Contro il Cagliari, contro una difesa fin troppo scolastica nell'occupazione degli spazi in area, massimizza la poca attenzione dei difensori e si inserisce sul lato debole a valorizzare il cross da destra di Calabria. Il resto è anticipazione, visione periferica, intuizione. Un gol facile per esecuzione, brillante per possibilità di rivelazione. E il Milan si ritrova in alto come non era mai stato dal 2013.

Paquetà ha distribuito 30.3 passaggi a partita, di cui 1.3 per mandare un compagno al tiro. Ha completato 1.3 dribbling a partita su 1.6 tentati, un dato che lo rende il giocatore offensivo con la più bassa quota di dribbling non riusciti nella rosa di Gattuso. Si è guadagnato quasi due punizioni a partita, ma si è anche fatto rubar palla tre volte a partita: un lato oscuro della leggerezza creativa che in un ruolo delicato per gli equilibri nelle due fasi bisognerà quantomeno contenere.

Non banale nemmeno il suo apporto difensivo: due contrasti riusciti di media su 3.5 provati, 1.5 intercetti. Interventi che contro il Cagliari si sono concentrati nella zona di competenza, sul centro-sinistra a cavallo della linea di centrocampo, e all'Olimpico contro la Roma ha invece portato con minore intensità e minore concentrazione spaziale.

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L'intesa con Calhanoglu

La mappa dei passaggi, completati e non, del brasiliano nelle ultime due partite si combina coerentemente con la minore dispersione dei contrasti e degli intercetti. Più libero di muoversi nei corridoi interni, di accentrarsi quasi da trequartista all'Olimpico, a San Siro contro il Cagliari Paquetà ha interpretato una classica partita da mezzala di possesso nel 4-3-3, disposto a scalare sulla fascia nella fase di copertura e di accompagnare l'azione in avanti per fornire ampiezza e linee di passaggio alle sovrapposizioni di Rodriguez. Gattuso, che da mezzala sinistra ha provato diversi elementi, compreso Bonaventura, senza esiti del tutto convincenti, sembra aver trovato dunque il giocatore in grado di ricreare a sinistra il triangolo naturale che si crea a destra tra Kessie, Suso e il terzino di riferimento, Abate o Calabria, uno degli asset principali su cui si sviluppa la manovra rossonera.

L'aumento delle opzioni nella costruzione alta è di per sé moltiplicazione delle opportunità di aprire le difese avversarie, di guadagnare imprevedibilità. Per una squadra che ricerca la verticalità più del fraseggio stretto, che nelle ultime due partite ha effettuato in avanti oltre la metà dei passaggi corti complessivi, non può che essere un vantaggio.

Contro il Cagliari, il Milan ha tentato 487 passaggi. Questa la mappa dei 267 in avanti
Contro il Cagliari, il Milan ha tentato 487 passaggi. Questa la mappa dei 267 in avanti

I 21 scambi registrati contro il Cagliari testimoniano anche un'intesa crescente con Calhanoglu, miglior assist-man rossonero anche se l'ultimo risale a novembre, che lo stesso Gattuso ha sottolineato con soddisfazione evidente dopo il 3-0 al Cagliari. “akan a livello qualitativo, e questo lo dico sempre, può dare molto di più. Ma è un giocatore che si sacrifica tanto. Viene ingiustamente criticato, forse aveva abituato troppo bene i tifosi lo scorso anno. Non è un vero attaccante esterno e lo so anche io, ma lo sta facendo e a me sta piacendo".

Anche in questo caso, confrontare le posizioni reciproche nelle ultime due partite fa emergere le qualità di apprendimento e di adattamento del brasiliano, che contro la Roma in alcune situazioni di gioco, soprattutto per direzione di passaggi, ha finito per sovrapporsi al turco. Contro il Cagliari, invece, la sua interpretazione più fedele al canone della mezzala ha aiutato Calhanoglu a mantenere il controllo degli spazi di mezzo, a tagliare verso il centro, avvicinarsi all'area e cercare la porta.

La mappa dei passaggi e degli interventi difensivi di Paquetà e Calhanoglu contro il Cagliari. Si nota l'integrazione nelle rispettive posizioni
La mappa dei passaggi e degli interventi difensivi di Paquetà e Calhanoglu contro il Cagliari. Si nota l'integrazione nelle rispettive posizioni

L'efficienza nell'intgrazione dei due può diventare, in prospettiva, un evidente vantaggio tattico per una squadra come il Milan che, pur non portando un pressing alto asfissiante, è quinta per media di passaggi completati nella metà campo offensiva per ogni azione difensiva avversaria.

Bakayoko e l'abbondanza in regia

Le ultime gare hanno fatto emergere anche un Bakayoko decisamente a suo agio nel ruolo di centrocampista basso, più mediano di rottura che playmaker. Con il recupero di Biglia, aumenteranno i problemi di abbondanza per Gattuso che potrebbe anche ipotizzare un cambio di modulo per far convivere Bakayoko e l'ex Lazio. Passare al 4-2-3-1 con Paquetà eventualmente trequartista, o un 4-4-2 flessibile come quello disegnato da Ancelotti a Napoli con Suso che da destra va ad aggiungersi agli attaccanti e Paquetà che rientra da mezzala in fase di possesso, permetterebbe la compresenza dei due. Rischierebbe però di sacrificare Kessie.

L'ex Atalanta, infatti, ha già dimostrato di non trovarsi così a suo agio accanto al regista in un centrocampo con due centrali. Nelle occasioni in cui Gattuso ha provato questa soluzione, la sua tendenza ad alzarsi ha sì liberato spazio per la circolazione di palla a favore di Biglia, ma ha reso più difficile andare a coprire contro squadre che si schieravano con il trequartista, come la Sampdoria a San Siro a novembre.  Meglio il nuovo o tenere il buono delle attuali certezze? Qui si parrà la nobiltà di Gattuso.

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