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Nella 7a giornata di Serie A senza gol, Milan e Lazio si avvicinano alla vetta, l’Inter alla Serie B

Penuria di reti, solamente 14 dopo le abbuffate delle prime sei giornate, ma sufficienti al Milan e alla Lazio per tornare alla vittoria. Frenano in vetta Udinese e Juve, primo successo per il Bologna che aggangia al penultimo posto l’Inter.
A cura di Alessio Pediglieri
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Alla vigilia sembrava un'altra giornata di fuochi d'artificio: tre gol a Catania nel pomeriggio di sabato, altrettanti a Napoli e a San Siro nelle gare della sera. Invece, domenica pomeriggio si è assistito ad un perentorio switch-off del gol, con cinque 0-0 e solo due reti a Novara. Poi, è arrivato il derby di Roma a movimentare una strana giornata di campionato, con altri tre gol di cui il più importante del 7° turno, al 90′ con Miro Klose che ha permesso alla Lazio di gioire.

Il gol si prende un turno di riposo

E' un dato importante ma è sbagliato che dire che il nostro campionato sia il più brutto e meno prolifico d'Europa. E' vero, nella settima giornata sono andati in scena solamente 14 reti, record negativo stagionale, con tantissimi 0-0 che hanno fruttato una frenata forte in vetta alla classifica dove non è cambiato nulla, con Juventus e Udinese appaiate a quota 12 (mai così pochi punti da quando la vittoria ne vale tre) e seguite da un plotone di squadre ad un passo. Eppure, in Serie A si segna, eccome. Le reti in sei turni sono 142, vale a dire una media superiore ai 23 gol a giornata, con una media per squadra di oltre 7 reti. Si veleggia attorno a 2,4 gol a partita, non male se si considera che nel resto d'Europa si viaggia sulla media dei 2,6 centri ogni 90′. Se poi si tiene conto che ci sono squadre che non stanno per nulla carburando in avanti, il trend può solamente crescere con una potenzialità ancora tutta da far esplodere. Tra le formazioni in ‘apnea da gol', ad esempio ci sono l'Inter che a San Siro davanti al proprio pubblico non ha ancora segnato una rete, così come il Milan con un attacco da contagocce (8 gol) e solamente due formazioni (Napoli e Novara) in doppia cifra con 10 reti a testa. I gol ci sono e lo si capisce anche dalla stessa classifica marcatori dove, se è vero che bastano 5 gol per guidare la graduatoria dopo 6 turni, è anche vero che sono andati a segno una ‘babele‘ di giocatori, con le grandi che ancora stentano nel trovare un vero e proprio goleador, affidandosi ad un collettivo che più facilmente sembra trovare la porta avversaria (il miglior realizzatore della Juve è Marchisio, nell'Inter Cambiasso è ad un passo da Milito, nel Milan Cassano guida con solo 2 reti). Insomma, basterà avere pazienza e questa stagione si potrebbe rivelare tra le più prolifiche di sempre.

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Gli errori arbitrali, invece, tengono banco

Se l'ansia da gol è solo un male passeggero non sembra così essere per quella legata ai fischi arbitrali. Non si è mai visto un allenatore che vincendo, nel dopo-gara critichi l'arbitro e quindi è chiaro che le polemiche veleggino in base ai propri risultati negativi ma è pur vero che i direttori di gara sono assolutamente insufficienti in questo primo mese e mezzo di campionato. Ciclicamente tutte le squadre di Serie A hanno di che recriminare: Inter, Chievo, Napoli, Juventus, Novara, Milan. Insomma, ce n'è per tutti i gusti tanto che adesso – oltre alle scelte che Braschi dovrà adottare tenendo conto di tutti i problemi di una classe arbitrale risicata nel numero, giovane nell'esperienza e non aiutata dalla fortuna in diverse situazioni – si attende con curiosità se subentrerà anche la "prova tv". Lo scenario è Catania-Inter 2-1, l'oggetto del contendere  il "fallo" di Castellazzi su Bergessio che ha procurato il rigore – decisivo – siglato poi da Lodi. La simulazione del giocatore catanese è evidente, soprattutto alla moviola visto che a velocità normale avrebbe ingannato anche Houdinì. Eppure il portiere dell'Inter non tocca la punta rossazzurra che davanti all'uscita di Castellazzi si lascia cadere senza venir toccato, mandando in tilt la quaterna arbitrale. Tecnicamente è un esempio perfetto per far intervenire le immagini televisive e portare alla squalifica del giocatore per "simulazione" e quindi per "condotta scorretta". L'Inter si terrà i suoi bei quattro punti in classifica, ma almeno potrebbe avere una risposta sui suoi sospetti di ‘vendette' trasversali.

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Inter da retrocessione: senza gol, senza gioco, senza alibi

Ecco, l'Inter, protagonista come nessuno mai sia nel bene che nel male. Se gli 0-0 sono stati una notizia, la vittoria del Milan contemporanea alla sconfitta del Napoli e al pareggio juventino sono state delle notizie, la vittoria al 90′ della Lazio nel derby contro la Roma, è stata l'ultima notizia di giornata, l'Inter è "la" notizia. Oggi, i Campioni del Mondo sono al penultimo posto, con 4 punti dopo 6 gare. Peggio di loro solamente il fanalino di coda Cesenza a quota 2, ma la lotta a chi sta peggio è aperta. Se il Milan – prima della pausa – era grosso modo come i nerazzurri e oggi si è tirato fuori dal guado con una partita quasi perfetta e la vittoria per 3-0 sul Palermo, l'Inter nel guado c'è e fino al collo. Nessun gol ancora segnato a San Siro, peggior difesa del campionato di tutta la Serie A, un allenatore già esonerato, nuovi acquisti quasi inesistenti, una rosa tra le più vecchie di tutta Europa, mancanza totale di gioco e continuità. Chi vuol infierire può trovare anche altri aspetti negativi che inquadrano la devastante genesi nerazzurra della stagione 2011-2012. Il Milan, invece, non solo ha dimostrato di star meglio e di aver sfruttato la pausa delle Nazionali per tornare alla vittoria. Ma il successo sul Palermo vale quasi il doppio: il Napoli ha perso in casa con il Parma, la Juventus e l'Udinese – le due capoliste – non sono andate oltre lo 0-0 in trasferta, già detto dell'Inter, la sola Lazio ha tenuto il "passo" dei rossoneri. E così la classifica si è improvvisamente accorciata riaprendo qualsiasi gioco di recupero.

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Piccolo è bello e la classifica lo conferma

La settima giornata di campionato ha detto anche che le cosiddette "piccole" non stanno proprio così male e che sarà molto complicato per le favorite alla vittoria finale, riuscire a strappare successi facili. Il Chievo ha tenuto testa alla Juventus che ha peccato nel non approfittare un turno utile epr un allungo importante. Lo 0-0 di Verona dice che i veneti hanno fatto bene, pur pagando un diverso tasso tecnico importante, tanto da potersi anche lamentare di un gol (quello di Thereau) annullato per un fallo su Pirlo molto dubbio. La stessa Udinese da scudetto come vorrebbe Pozzo, non ha saputo affrontare con il cipiglio di chi vuole dettare la propria forza in campionato, l'Atalanta. Anzi, i bergamaschi hanno messo alle corde i friulani salvati soltanto dal solito super Handanovic. Sta bene anche il Parma, corsaro in un San Paolo dove pochissimi altri da qui a maggio riusciranno a strappare tre punti: Colomba non si affida solamente a Giovinco, i ducali hanno saputo gettare il cuore oltre l'ostacolo approfittando anche di un Napoli distratto dalla Champions League. Ma non era scontato un successo, così come non era scontata la rinascita del Bologna di Bisoli sul campo del neo promosso Novara: al Piola, prima della vittoria felsinea, gli azzurri di Tesser erano imbattuti. Segni importanti di crescita sono arrivati anche dal Lecce (che contro il Genoa ha retto bene l'urto), dal Cesena (stesso discorso davanti all'arrembante Fiorentina, tenendo il risultato anche se in 10 per l'espulsione di Mutu) e dal Siena che ha fermato il Cagliari smuovendo una classifica tutto sommato positiva.

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