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Napoli, triste e solitario è il finale di Benitez. Scacco al Re di Coppe

La sconfitta contro la Lazio ha decretato la fine del Napoli di Benitez, scivolato in una lenta e costante involuzione tattica che ha evidenziato tutti i limiti dello spagnolo. Nel dopo gara non si rassegna e ripete: “Abbiamo sprecato sette palle limpide per fare gol, meritavamo di più”. E adesso la speranza di salvare la stagione si chiama Europa League.
A cura di Alessio Pediglieri
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Re di Coppe. Rafa Benitez aveva rinverdito la propria nomea di allenatore vincente nelle gare secche solamente qualche mese fa quando nel caldo del Qatar aveva punito in Supercoppa la Juventus facendo alzare il trofeo al Napoli, il secondo del 2014. Re di Coppe perché già con il Valencia, poi col Liverpool quindi con l'Inter e il Chelsea aveva stupito tutti per riuscire a imporsi con enorme facilità nei trofei a scontri diretti, perdendosi poi nei campionati a lungo termine. Re di Coppe che però, in Coppa Italia, contro la Lazio al San Paolo, ha fallito uscendo battuto e umiliato tatticamente dal suo collega Stefano Pioli capace di leggere meglio l'incontro e trovare in campo la mossa giusta per dare lo scacco al Re.

Un Re spodestato e nervoso nelle dichiarazioni del dopo partita dove ha dovuto affrontare anche un faccia a faccia negli spogliatoi con un presidente De Laurentiis ovviamente irritato per l'esito dell gara: "Nessuno è evidentemente contento, ma dobbiamo aspettare la fine della stagione e continuare a dare il 100%. Ci è mancato il gol – ha ripetuto di continuo -. Abbiamo avuto sette palle nette per fare gol, loro invece hanno segnato e questo è il calcio. Siamo dispiaciuti però per l’atteggiamento della squadra credo che avremmo meritato di più. Serve solo un po’ di fortuna sotto porta. E’ successo così anche contro la Roma e l’Atalanta”

Adesso l'addio sembra oramai ovvio e anche se si attenderà maggio per decidere quale sarà il futuro tra tecnico e società: la sensazione è che l'eliminazione in Coppa Italia sia stato il canto del cigno con Benitez che si allontanerà in estate dal Vesuvio. Lasciando gioie e amarezze, forse più le seconde che le prime visti gli ultimi risultati e il gioco espresso. Un'involuzione lenta, ma costante, un declino che non ha altra spiegazione se non nell'incapacità del tecnico spagnolo nel trovare soluzioni diverse laddove alcuni uomini chiave non hanno più reso per quanto avrebbero dovuto. Tradito dai vari Mertens e Callejon, giocatori simbolo del primo Napoli di Benitez, Rafa è rimasto vittima delle proprie scelte. Incapace di cambiare, evolversi, osare. Anche contro la Lazio i cambi sono apparsi timidi, impacciati, tardivi. Deleteri.

Contro la squadra di Pioli, il Napoli ha spesso sofferto, di certo non ha mai dato l'impressione di avere realmente la gara in mano pur forte dell'1-1 dell'andata. Una difesa che ha mostrato ancora una volta di amnesie imperdonabili che sono costate la finalissima contro la Juventus; un centrocampo lento e impreciso che continua a perdere quasi tutti i contrasti; un attacco sterile e con un Higuain che canta e porta la croce, sempre più isolato. Troppe pecche che sono costate la Coppa Italia e che il Napoli sta pagando in campionato dove è mestamente scivolato al quinto posto. Troppo perché il rapporto possa continuare e perché si possa ricucire uno strappo anche con la città che ha provato ad amare Benitez ma non ne è mai rimasta folgorata. L'unica speranza adesso si chiama Europa League ma con questi presupposti anche il Wolfsburg sembra una montagna troppo alta per essere scalata.

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